lunedì 27 dicembre 2021

Un piccolo seme piantato durante il solstizio

21 Dicembre 2021. In questa giornata abbiamo celebrato Yule, o Solstizio d'Inverno, che è forse il nome più appropriato da utilizzare. Sapete che i nomi delle festività pagane molto probabilmente non venivano chiamate in questa maniera in tempi antichi? 
In Norvegia e in Danimarca, giusto per fare un esempio, il Natale prende il nome di Jul, lo stesso che viene dato al ceppo che, durante la notte del solstizio, veniva bruciato per propiziare il ritorno della luce. 

Il periodo che va dal 21 al 31 Dicembre rimane, per molti credo e culture, ricchissimo di significati. E forse anche per questo si è caricato di magia nel corso dei secoli. Magia che, ahimè, ultimamente stiamo perdendo sempre di più, fagocitati da consumismo, finti buoni sentimenti e, dulcis in fundo, mettiamoci anche gli ultimi due anni (e non aggiungo altro perchè NON VOGLIO polemiche). 

Facendo qualche chiacchiera con alcuni amici, leggendo i vari post che mi sono capitati sott'occhio nei blog che frequento e nei profili Instagram che seguo, mi sono accorta che in molti abbiamo condiviso - senza saperlo - gli stessi pensieri nel corso di questo periodo post-solstiziale. 
Io non so se sia un caso, del resto io seguo solamente chi parla di musica, arte, poesia e cose belle, o chi magari usa i propri canali per strappare un sorriso... Quindi nulla al di fuori di quel che io abbia scelto di voler leggere e vedere. 
Però mi ha fatto tanto piacere vedere che, in un modo o nell'altro, in tanti abbiamo coltivato e nutrito le stesse idee sotto questo candido manto di neve sotto al quale i nostri semini sono stati piantati. 

Vorrei quindi parlare per un istante del MIO semino.
Stanca di vedere cattiveria gratuita su tutti i fronti, quest'estate ho deciso di cancellare il gruppo Facebook che io ed alcuni amici avevamo messo in piedi con tanta fatica ed amore. Non che nel gruppo ci fossero problemi di tal sorta, anzi, esattamente l'opposto: è che proprio non c'era nessuno che partecipasse attivamente a parte noi dello staff e altre due o tre persone. In compenso ci sentivamo dire privatamente dagli altri membri che il gruppo era bellissimo ma che loro non osavano commentare per timore di litigare con qualcuno. E sì che da noi si parlava di arte e di musica, mica di veganesimo e medicina alternativa (due argomenti che scatenano risse all'ultimo sangue sui social). 
Già da tempo accarezzavo l'idea di chiudere tutto e di rintanarmi nel silenzio più completo, non solo a livello virtuale ma anche nella vita reale. Mi chiedevo, infatti: che senso ha cercare di mettere a disposizioni degli altri delle cose belle quando in realtà la gente non vuole le cose belle ma solo cattiveria, violenza verbale, fake news e tutto il resto? 
E ho chiuso tutto. 
Continuavo a vedere tanto odio in giro e non ce la facevo più. La gente è imbruttita ed io... Beh, mi stavo imbruttendo anche io.
E sono rimasta imbruttita per un bel po', fino a quando non ho abbandonato Facebook definitivamente (ah! Liberazione!!!) e ripreso ad utilizzare più attivamente i blog, le email, il telefono. Insomma, usare altri mezzi di comunicazione. Ho ovviamente deciso IO con chi poter continuare il mio percorso di vita, allontanando elementi tossici per la mia salute non solo mentale ma anche fisica. 

Ora, dopo tutta una serie di mie personali elucubrazioni mentali, sono giunta alla conclusione che mi ha portata a piantare il mio semino. Non posso dire che questo mondo meriti di rimanere completamente imbruttito, perchè se non siamo NOI a portare un po' di luce a chi è rimasto al buio, come possiamo pretendere che le cose cambino? 
E' vero, non sarà grazie a me che il mondo diventerà un posto migliore per tutti, però se con un mio piccolo gesto posso portare un po' di cose belle anche solo ad una persona... Ma perchè no?
E se lasciassimo internet in balia delle sole persone che diffondono solo odio e fake news, che cosa ne sarebbe di noi? Nella migliore delle ipotesi entreremmo su un sito di ricette per prendere ispirazione per la cena di stasera e troveremmo solo gente che discute animatamente ed augura la morte a chi mangia un po' quel che gli pare. 

Nel modo più assoluto NON POSSIAMO PERMETTERLO


Per questo motivo mi impegnerò, nel mio piccolo, ad essere il più costante possibile sui miei blog e sul mio account Instagram (che è il solo social che utilizzo) nella condivisione di cose belle e positive. Perchè magari domani potrebbe passare di qui una persona che si sente come me fino a qualche mese fa, scoraggiata da tutto e da tutti, e rendersi conto che da qualche parte c'è ancora qualcuno che apprezza le piccole cose belle della vita e le narra a modo suo. 

Mi piacerebbe anche creare una piccola rete di blogger a sostegno di questo progetto. Non so, magari creando un piccolo banner da inserire in home page. Ma non sono mai stata brava a convincere le persone a fare qualcosa, altrimenti adesso farei l' "influencer" a tempo pieno!

Intanto io ci provo e lascio un'altra scia di semini dietro di me. Magari al mio ritorno trovo pure un paio di germogli in più. 

domenica 26 dicembre 2021

Regali inaspettati


Chiedo scusa agli amici che hanno iniziato a seguirmi con costanza su queste pagine (siete davvero un bel numeretto, non me lo aspettavo proprio... Grazie!) ma negli ultimi tempi non ho avuto moltissimo tempo per collegarmi e scrivere. Come avevo detto in qualche post precedente, ho lavorato ad una traduzione amatoriale e alla scrittura di un racconto per un forum e, siccome cerco sempre di utilizzare un lessico ed una grammatica quantomeno decenti, il tempo dedicato alla revisione è stato più lungo del previsto. 

Ieri ero al lavoro ma sono comunque riuscita a organizzare il pranzo di Natale qui a casa con moroso, cane e mamma e papà. Da buoni ferraresi non ci siamo fatti mancare i tradizionalissimi cappelletti in brodo (e un paio se li è sbafati anche Zeus... Mica scemo!), croce e delizia di ogni emiliano. Delizia per ovvi motivi, croce perchè saperli chiudere bene è un'arte che non tutti riescono a padroneggiare con maestria. Io, ad esempio, sono una schiappa colossale... Per fortuna che c'è mamma! 

Il prossimo anno però prometto che ci proveremo anche noi, specialmente perchè finalmente abbiamo il posto per metterci a pasticciare: martedì infatti è arrivato il tavolo nuovo (santissima Ikea!) e chi mi segue su Instagram avrà visto le favolose foto della fase di montaggio nelle stories.

Ho ricevuto dei bellissimi regali - e, per quanto riguarda i libri, credo proprio che ne parlerò anche in queste pagine man mano che li leggerò - ma quest'anno mi voglio soffermare su due cose che sono successe e che per me valgono quanto un pacco dono in piena regola. 

Il primo è qualcosa che mi è stato detto da un gruppo di operai che lavorano nella fabbrica in cui sto facendo portierato. "E' un piacere passare quando ci sei tu, sei sempre sorridente!" Ecco, sono quelle cose che mi mettono davvero in pace con il mondo. So quanto è duro il loro lavoro là dentro e il minimo che io possa fare sia sfoderare un sorriso sincero ogni volta che li vedo, anche se da sotto la mascherina. Uno di questi ragazzi, poi, era sempre molto sulle sue quando passava inizialmente a prendere i dispositivi di lavoro in portineria. Un giorno ha iniziato a sorridermi anche lui e a scambiare qualche battuta. Non so voi, ma io sono tanto, tanto felice quando riesco a regalare un sorriso a qualcuno. O quando riesco a trasmettergli un emozione con la mia musica, una lettera, un disegnino scemo. Non mi sono mai aspettata nulla in cambio da nessuno perchè per me è tutto così spontaneo che non riesco a vederla altrimenti. 

Il secondo regalo è stata la telefonata di auguri che mi è stata fatta da Anna. Lei è la mia nonnina adottiva: ci siamo conosciute quest'estate nell'albergo in cui lavoravo in quanto è stata nostra ospite per un mesetto. Due giorni prima di partire mi si è presentata in sala colazioni mogia mogia e mi ha detto: "Sono contenta di tornare a casa ma se c'è una cosa che mi mancherà sarà vederti ogni mattina." Mi ha fatto una gran tenerezza questa donnina di 93 anni che ancora sembra una giovincella piena di vita. Le ho promesso che sarei andata a trovarla (lei abita ad un paio d'ore da qui) alla prima occasione utile e che saremmo rimaste in contatto. Il giorno della partenza mi ha lasciato il suo indirizzo ed il suo numero di telefono e a fine settembre sono andata a trovarla. E siamo rimaste in contatto eccome. Sentirla mi ha scaldato il cuore, è come se la mia cara nonna materna fosse tornata da me e mi avesse avvolta nel suo abbraccio forte ma fragile allo stesso tempo. 

Spero che abbiate trascorso - e continuiate a trascorrere - queste giornate in armonia e circondati dall'amore, quel sentimento che ha tanti volti, che a volte ci fa penare, ma che non ci abbandona mai e si nasconde in ogni angolo e se ne sta lì, in attesa di essere scovato, accettato e nutrito. Può essere per una persona, per un animale domestico, per una nostra passione, per il nostro lavoro, e per chi crede può essere ovviamente anche la fede. 

Vi lascio con questo augurio per il nuovo anno, nel caso in cui non ci sentissimo prima: non ponete limiti alla potenza dell'amore, fa miracoli.

P.s. Per quanto riguarda i propositi per il 2022 ci aggiorniamo il primo gennaio che la mia lista è bella lunga.

martedì 14 dicembre 2021

Classiconi di Natale: Piccole Donne

"Natale non è Natale senza regali", si lamentò Jo, sdraiata sulla coperta.

"È così spiacevole essere poveri!" sospirò Meg, abbassando lo sguardo sul suo vecchio vestito.

"Non è giusto che alcune bambine possano avere tutto ciò che desiderano e altre non abbiano niente", aggiunse la piccola Amy, tirando su con il naso con aria offesa.

"Ma abbiamo il papà e la mamma, e la compagnia una dell'altra", disse Beth compiaciuta dal suo angolo.

(Piccole Donne - Louisa May Alcott)


Non è un libro natalizio, eppure il fatto che la storia delle sorelle March si apra proprio in questo periodo dell'anno non può che ricondurmi ai fasti (si fa per dire) dei miei primi Natali. Quelli passati a casa della nonna o della zia, con le tavolate piene di cappelletti, salamina col purè, arrosto, patate fritte, panpepato, torrone e panettoni/pandori (spesso entrambi). Di quelle tavolate, a parte me, mamma e papà non è rimasto più nessuno. Chi ci ha lasciato troppo presto, chi ha deciso di trasferirsi dall'altra parte del mondo, chi ha deciso di dare un taglio ai rapporti con quel che resta della famiglia. Allora mi tornano alla mente le parole di Beth e ringrazio per i bei ricordi che ho, per le persone che mi sono rimaste accanto e per quelle che sono arrivate dopo. Del resto la vera famiglia non è solo quella biologica: ci sono persone che per me sono come fratelli e sorelle, pur non sussistendo alcun legame di sangue ad unirci. 

Ma torniamo alle nostre quattro piccole donne. Di loro si è parlato tanto, si son scritti saggi, dalla loro storia son stati tratti prequel e sequel, film, telefilm e cartoni animati. Durante questo Natale però voglio parlare della versione radiofonica del primo romanzo: Radio Due, nel 1956, presentò ai propri ascoltatori il radio-sceneggiato in 5 puntate interpretato da Emma Danieli (Meg), Maresa Gallo (Beth), Lea Padovani (Jo) e Vera Silenti (Amy) nei panni delle sorelle March. 
A distanza di più di 60 anni rimane un piccolo gioiello (questo sempre a mio modesto parere) che nulla ha da invidiare alle reinterpretazioni per il grande e piccolo schermo. Ascoltare le voci dei personaggi è come tuffarsi tra le pagine del libro e vivere al suo interno. Ecco, la magia del radioteatro non potrebbe avere altra definizione che questa!

Un piccolo appunto sulle interpreti principali.
Lea Padovani E' Jo March. Sono quasi certa che nella vita le somigliasse molto per la spontaneità con cui la interpreta.
Emma Danieli riesce a dare a Meg quel pizzico di simpatia (ma non troppo) che, a mio avviso, manca alla sua controparte romanzesca. Insomma, la rende un pochino più umana, anche se non riesce a farmela piacere del tutto, lì ci vorrebbe un miracolo.
Vera Silenti ha regalato ad Amy un carattere più adulto rispetto a quello che traspare nel primo romanzo Piccole Donne, senza snaturarlo.
Maresa Gallo, infine, assieme alla Padovani, è il personaggio più fedele e meglio riuscito tra le quattro sorelle.

Credo che approfitterò di queste serate per riascoltarmelo, giusto per iniziare ad immergermi nel mood... 

E voi? Avete letto la saga di Piccole Donne? E chi è la vostra sorella March preferita?
La mia, inutile dirlo, ma è la meravigliosa Jo. Il maschiaccio, la divoratrice di libri, quella che vuol fare sempre tutto con le proprie forze e che, per rendere felice una persona cara, è disposta anche a tagliarsi un metro di capelli, ché tanto poi ricrescono. Lei però, a quanto pare, scriveva divinamente; io sono una frana ma ormai ho imparato a non farmene un cruccio. 

lunedì 13 dicembre 2021

Classiconi di Natale: Canto di Natale di Charles Dickens


Se potessi fare a modo mio, ogni idiota che se ne va attorno con cotesto "allegro Natale" in bocca, avrebbe a esser bollito nella propria pentola e sotterrato con uno stecco di agrifoglio nel cuore. Sì, proprio!

Charles Dickens - Canto di Natale

Sfido chiunque a non aver mai avuto a che fare, in questo periodo, con una qualsiasi versione letteraria o cinematografica del Canto di Natale di Charles Dickens. 

Ebenezer Scrooge, già il nome è tutto un programma, è un grosso uomo d'affari, più precisamente un banchiere. Ce lo vediamo già questo signore di una certa età, incazzato come una biscia nei confronti di tutto e di tutti, interessato solo al vil denaro e a come risparmiare fino all'ultimo centesimo per ingrassare il malloppo custodito gelosamente in cassaforte. Il punto è: facesse almeno una bella vita! E invece no, vive in una stamberga e veste come un clochard.

Ad un personaggio simile potrebbe forse piacere il Natale? Giammai! Avete presente il Grinch? In confronto quest'ultimo è l'impersonificazione delle feste. E così, preso dal risentimento ad ogni manifestazione natalizia che incontra lungo il cammino, dopo aver concesso a malincuore al proprio impiegato Bob Cratchit di non lavorare almeno il 25 dicembre, la sera del 24 il nostro Scrooge torna a casa più inviperito del solito. Sta per aprire il portone quando qualcosa, per un attimo, lo ferma: sembra che il batacchio abbia un volto familiare, quello di Jacob Marley, il suo vecchio socio morto diversi anni prima proprio alla viglia di Natale. Pensando che si tratti di  un'allucinazione, dopo un attimo di sgomento, entra e si appresta alla cena. Ed è in quel momento che inizia ad accadere l'inverosimile perchè, dopo una serie di spaventosi rumori che si propagano per tutta l'abitazione, la porta della cucina si apre e appare niente meno che il fantasma di Marley con un enorme e lunga catena che l'avvolge da capo a piedi. A quella catena sono appesi lucchetti, banconote ed attrezzi del suo lavoro da banchiere. Il fantasma gli spiega che quella "mise" è la sua punizione eterna per esser stato troppo avaro e che anche per Scrooge vi è una sorte analoga se non peggiore. Quel che può fare per salvarlo dalla dannazione è ammonirlo, quindi, e di mandargli in visita nottetempo altri tre fantasmi: quello del Natale passato, quello del Natale presente e quello del Natale futuro.

Scrooge non si fa intimorire dall'avvertimento e, convinto che si tratti di fantasie ed allucinazioni, se ne va a dormire come se nulla fosse. Avrebbe potuto anche fare sonni tranquilli se non che, ad un certo punto, viene svegliato dal primo fantasma: quello del Natale passato. Questi lo accompagna indietro nel tempo, mostrandogli la sua infanzia e la sua giovinezza, quando per lui il Natale era ancora una festa sentita e piena di amore e di gioia. Rivede la propria famiglia, Bella -la donna che ha amato- , i vecchi colleghi di lavoro quando era ancora un impiegato alle prime armi. Poi le immagini iniziano a farsi più dolorose: la morte della sorella, la separazione da Bella a causa delle differenze economiche sorte nel momento in cui, assieme a Marley, è divenuto titolare della banca. Non potendo più sopportare oltre, scaccia lo spirito in malo modo, ritrovandosi ben presto nel proprio letto e con un senso di oppressione al cuore.

Non tarderà ad arrivare il fantasma del Natale presente, un personaggio che assomiglia ad una versione ringiovanita di Babbo Natale. Lo spirito lo porterà a curiosare nelle case di Bob Cratchit e del nipote Fred, figlio della compianta sorella Fanny. Nonostante la miseria, Cratchit sta festeggiando con la moglie e i figli dedicando parole d'affetto anche al vecchio bast... Volevo dire, al proprio datore di lavoro, grazie al quale possono consumare assieme un pasto caldo. Scrooge nota che il più piccolo dei figli di Cratchit non se la passa benissimo ed il fantasma gli spiega che, infatti, è molto malato, ma lo stipendio da fame di Bob non permette alla famiglia di acquistare le medicine necessarie alle cure. Il vegliardo chiede allora se il piccolo Tim (questo il nome del bambino) starà meglio, ma la risposta lo raggela: "Io vedo un posto vuoto nel povero focolare...". Un'atmosfera diversa regna invece in casa di Fred, circondato da parenti ed amici, il quale sta brindando con affetto al vecchio zio Scrooge. Dopo aver visitato altri luoghi tra i più disparati in cui si sta celebrando all'insegna del calore umano e della serenità, a mezzanotte lo spirito del Natale presente inizia ad invecchiare e morire, lasciando al proprio posto due bambini vestiti di stracci: essi sono Ignoranza e Miseria, due figure per niente confortanti che sotto agli occhi di Scrooge si trasformeranno in adulti altrettanto ignoranti e miserabili.

Conclusi i dodici rintocchi, il fantasma del Natale presente diviene polvere e lascia il proprio posto a quello del Natale futuro. Muto, lo spirito mostra all'uomo il proprio corpo sul letto di morte e la reazione di coloro che sono appena venuti a conoscenza della sua dipartita: con parole di sfregio mostrano di non essere affatto dispiaciuti e di non vedere l'ora di poter mettere mano su tutto ciò che egli ha gelosamente guadagnato e custodito. L'unico che passerà a rendere un saluto alla sua tomba sarà il nipote Fred. E la famiglia di Bob Cratchit? Ahimè, il piccolo Tim è morto e la tomba del bambino si trova a pochi passi da quella del vecchio. Chiedendo perdono e sentendosi realmente pentito, Scrooge cade in una voragine che si apre proprio sotto la propria lapide, ritrovandosi in quella che pare essere la bocca dell'inferno. In una caduta senza fine, lambito dalle fiamme, si risveglierà di lì a poco nel suo letto, incredulo di essere ancora nel mondo dei vivi. 

E' la mattina di Natale, è ancora in tempo per poter cambiare le previsioni del Natale futuro! Vestitosi di tutto punto, esce di casa e manda, non prima di avergli elargito una lauta mancia, un ragazzo ad acquistare un cappone per farlo recapitare a casa di Bob Cratchit; infine si precipita a casa del nipote Fred il quale, proprio pochi giorni prima, s'era visto rifiutare l'ennesimo invito a trascorrere il pranzo natalizio in famiglia. 

Il giorno dopo, al lavoro, accoglie Cratchit burberamente ma, in realtà, ha in serbo per lui una bella sorpresa: gli annuncerà un aumento di stipendio e condizioni lavorative più umane. Inutile dire che i due diventeranno inseparabili, che il piccolo Tim si salverà grazie alle medicine acquistate personalmente da Scrooge e che da allora l'uomo si ritroverà a vivere non solo in maniera più dignitosa ma anche, soprattutto, più serena.

Tra le varie versioni tratte da questa storia vale la pena ricordare "Il canto di Natale di Topolino" firmato Disney (qui sotto una clip relativa alla prima parte e in cui ci vengono presentati i personaggi): quale migliore volto per il vecchio taccagno se non quello di Paperon De' Paperoni, il cui nome in lingua originale è proprio Scrooge?


Di notevole interesse, invece, il primo adattamento cinematografico: "Scrooge, or Marley's ghost", di Walter R. Booth, datato 1901. Purtroppo non tutta la pellicola è giunta fino a noi in quanto i circa due minuti finali sono andati perduti a causa dell'usura e del tempo. In questo film è curioso notare come non vi siano tre spiriti a guidare Scrooge tra i vari Natali ma solamente uno: quello di Jacob Marley.

martedì 7 dicembre 2021

Non lo senti odore di neve nell'aria?

Non lo senti odore di neve nell'aria?

Non lo senti il vento freddo che, con le sue gelide mani, ti scompiglia i capelli e ti dona baci taglienti?

La notte e al mattino presto, quando il cielo è buio, quell'aria diventa una presenza reale e palpabile.

Mi vengono in mente le parole di questa bellissima canzone dei Bucovina...


Visto che non tutti conoscono la lingua romena lascio di seguito il testo e la mia personale traduzione (e ci sarà sicuramente qualche errore perchè viene usato un linguaggio aulico e un po' ostico in alcuni punti):

Spune tu, vânt înghețat, pe unde ai fost, pe unde-ai umblat

Prin codrii goi, pe munți și pe văi, pâraie-nghețate sub sloiuri turbate

Dacă-ai vazut pe unde-ai trecut, urme adânci, săpate în stânci

Pe creste iernite în ape-oglindite, poteci neumblate să ducă departe.

Cum zbori tu ca gândul și-nconjuri pământul, şi treci peste mări, pustiuri și zări

Nu-mi afli pierit, dorul cernit, cu dorul în gând nu-mi aflu mormânt.

Spune tu, vânt înghețat, pe unde ai fost, pe unde-ai umblat

Prin codrii goi, pe munți și pe văi, pâraie-nghețate sub sloiuri turbate.

Să cați necurmat în lung și în lat, din zori până-n noapte, aici și departe

În soare și-n stele, în bune și rele, să nu te-odihnești, să nu zăbovești.

Spune tu, vânt înghețat, pe unde ai fost, pe unde-ai umblat

De mi-ai găsit dorul cernit, cu el în gand nu-mi aflu mormânt.

Dimmi, gelido vento, dove sei stato, dove hai viaggiato,

attraverso foreste spoglie, monti e vallate, ruscelli ghiacciati sotto gole impetuose. 

Forse avrai visto ciò che  hai attraversato, impronte profonde, scavate nella roccia

Su creste che, in inverno, si rispecchiano nelle acque, sentieri non segnalati che portano lontano.

E mente voli veloce come il pensiero, circondi la terra, ed attraversi i mari, i deserti e gli orizzonti

Non hai scoperto il mio desiderio perduto? Con quello nella mente non riesco a trovare la mia tomba.

Dimmi, gelido vento, dove sei stato, dove hai viaggiato,

attraverso foreste spoglie, monti e vallate, ruscelli ghiacciati sotto gole impetuose. 

Avanza senza sosta, in lungo e in largo, dall'alba al tramonto, qui ed altrove

Nel sole e nelle stelle, nel bene e nel male, non riposarti, non indugiare

Dimmi, gelido vento, dove sei stato, dove hai viaggiato,

Non hai trovato il mio desiderio perduto? Con quello nella mia mente non riesco a trovare la mia tomba. 

venerdì 3 dicembre 2021

Genitori e tecnologia

Ammetto di essere un po' invidiosa dei genitori dei miei coetanei, abili smanettoni tecnologici nelle cui mani qualsiasi dispositivo fisso o mobile compie le più grandi prodezze.

Mio padre si è categoricamente rifiutato di imparare ad utilizzare il computer, sebbene la promessa di poter vedere qualche film western in streaming lo avesse inizialmente allettato. Non si è nemmeno mai piegato alla praticità degli smartphone. Fedele fino al midollo ai vecchi telefoni a tastiera, più i numeri son scritti in grande e meglio è. Per la cronaca: non sa nemmeno come leggere o scrivere SMS. Dopo che io e mia madre abbiamo cercato di insegnarglielo in più modi ci abbiamo rinunciato. Ora che ha la smart TV non ha nemmeno voluto imparare a cercare film e documentari su Youtube usando il telecomando. Mamma crea le playlist e gliele fa partire in automatico. C'est plus facile.

Anche mamma è stata inizialmente un osso duro ma col tempo si è messa un po' in pari. Spesso, in compenso, commette casini di portata internazionale tra cui annoveriamo:

- un cellulare morto affogato nel latte di bufala

- l'installazione di un sito porno che si apriva automaticamente ad ogni riavvio del computer

- un'intera lista di contatti telefonici fagocitata da un buco nero perchè altrimenti non si spiega

- chiamate involontarie partite verso numerazioni presenti nella rubrica del cellulare che le avevo prestato... E non parliamo di chiamate verso numeri di amici a cui magari potevo mandare un messaggio spiegando la situazione, eh no. A chi poteva partire se non a una persona che mi sta sulle balle e il cui numero era rimasto in memoria per oscuri motivi?

Non parliamo poi delle innumerevoli volte in cui... "Qui dice che ho vinto un computer!", "Sono il millemillesimo visitatore, clicco qui?", "E' sparito GUGOL" (e quando ho letto per la prima volta questo fumetto di Zerocalcare  mi sono chiesta se non fossimo figli della stessa madre).

Ora, il vero dramma accade quando si presenta la Mortal Combo. E questa è davvero accaduta lo scorso inverno (ho tanto di screenshot a testimonianza dell'evento, in caso vi risultasse poco credibile). Sei lontana da casa e non puoi raggiungere i tuoi genitori causa quarantena, alla mamma muore il telefono dopo anni di onorata carriera, Amazon le consegna il tablet che le hai anticipatamente fatto recapitare come regalo di Natale (santi saldi del Black Friday) e il giorno dopo arriverà anche il cellulare nuovo. Montepremi totale: più di 200 euro. 

Una notifica su Facebook in pausa pranzo. E' lei.

M: arrivato  tablet  è  possibile  che  abbia  preso la  rete  da  solo?
è  il nostro  numero di rete  però dice  criptato  cosa  vuol dire?

I: si certo se ci clicchi sopra ti chiede di mettere la password

M: invece  hifi  dovrebbe  essere  la  nostra  perchè è aperta

I: no. non è la nostra, non usarla
se clicchi sopra alla nostra dovrebbe chiederti di inserire la password

M: e  se  la  sbaglio  cosa  succede?

I: se sbagli la password ti dice solo che è sbagliata

M: adesso  lo  lascio caricare  prima

I: si si mettilo in carica

M: ma  dici  che  devo fare  un nuovo  zapp?

I: ma no il numero è sempre quello
al massimo lo devi reinstallare
poi facciamo videochiamata e ti spiego

M: ha  detto  Paolo che  dipende  se  è  su  google

I: si si è su gugol
stasera ci videochiamiamo e ci guardiamo insieme

M: ok
qua  perchè  skipe  non va  più

I: boh

M: no  non mi  ricordo la  password  e  non mi  fa  più entrare 

I: la pass si cambia

M: c' è  la  mail  ma  la  password  dice  che  è  sbagliata

I: se clicchi su recupera password/ho smarrito la password
dovrebbe mandarti un link sulla mail
per fare il reset

M: trovato  password  vecchia  è  giusta quella  adesso  va

Con questi presupposti vi lascio immaginare la videochiamata di quella sera. La prima mezzora è trascorsa bestemmiando causa inserimento password per primo utilizzo del tablet. Nell'ora precedente, partendo da Abelarda e concludendo con Zosimo, ho tirato giù la totalità dei santi del calendario. Per la precisione quello di Frate Indovino, ché li contiene tutti. Circa 20 minuti sono stati impiegati nella speranza di comprendere come accedere a Gugol e come uscire da strane schermate che si aprivano di continuo. "Ma non c'è il manuale di utilizzo?" domando ad un certo punto. Nessuna risposta.
Scarico il manuale di utilizzo dal sito ufficiale. 
"Dunque... Per uscire da quella schermata devi scorrere con il dito verso..."
"...L'ho spento perchè non riuscivo a uscire".

Niente, non ne abbiamo cavato un ragno dal buco.
Saluti vari, mugugni e buonanotte al secchio.

Poi, alle ore 00.19...
Messaggio di Maddreh: Ci sono riuscita, ti sto scrivendo dal tablet. Non avevo scaricato Chrome.



mercoledì 1 dicembre 2021

Quando viene Dicembre...

Non riesco a non collegare il mese di Dicembre a questa bellissima canzone tratta da "Anastasia". Pelle d'oca e brividi ad ogni ascolto!