Novembre è il mese della lunga discesa, quella iniziata con il 31 ottobre e che ricorda la discesa di Proserpina nel regno degli inferi (intesi come mondo di sotto e non come l'inferno cristiano).
E' una discesa che sa di introspezione, spesso con le sfumature del dolore o della malinconia, perchè quando guardiamo dentro noi stessi è inevitabile.
Ho sempre evitato questo tipo di discesa, pur sapendo che il mio percorso la preveda. Non mi piace trovarmi faccia a faccia con i miei problemi irrisolti, con le mie paure, con i miei lutti.
Eppure.
Eppure quest'anno è accaduto tutto da sè, senza che io lo volessi o tentassi di cacciarmelo nella testa. La mia attività onirica è inquieta e mi porta alla mente situazioni e persone di tante vite fa.
Ho sognato la mia nonna, ogni tanto mi succede. Questa volta però mi voleva dare una buona notizia, me ne sono accorta solo qualche giorno dopo, mettendo insieme i pezzi del puzzle.
Ma c'è stato anche un altro sogno, molto complesso, molto difficile da metabolizzare, duro, crudo. In quel sogno ho rivisto una persona che ha fatto parte della mia vita tanti, tanti anni fa... Il mio migliore amico di quando avevo 15 anni. Non voglio dilungarmi in dettagli, per quanto vorrei, perchè se per puro caso leggesse queste pagine si riconoscerebbe subito, e mi sembrerebbe quasi di tradire quei due ragazzini che passavano intere giornate a... Non so nemmeno io a fare cosa. Parlavamo, tanto, troppo. Avevamo dei segreti, tantissimi, ed erano solo nostri. Ci siamo sputati sulla mano e fatto un patto di sputo (perchè di tagliarci e veder del sangue non se ne parlava proprio): fratelli, per sempre.
Solo che la vita non va mai come vorresti.
Capita che un giorno si fa una cazzata, una di quelle belle potenti. Ci si ricorda che si è fatto un patto e si sorvola, ci si ride anche sopra. Poi, però, la cazzata la si fa una seconda volta, una terza, e si arriva al punto che non ce la si perdona più. E non ci si rivede più, nemmeno per sbaglio.
Inizialmente mi son detta: "Ok, chi se ne frega". Poi ha iniziato a mancarmi, tanto. Ma di prendere in mano il telefono e chiamarlo non me la son sentita. Perchè dovevo chiedere scusa proprio io? Perchè dovevo chiarire qualcosa che non era chiara nemmeno a me?
Ho chiuso il capitolo abbastanza in fretta, ferita, arrabbiata, delusa, ma con un lumicino di speranza che però s'è spenta già tanti, tanti, tanti anni fa. Tante vite fa. Tante ME fa.
Non so perchè ho fatto quel sogno che me l'ha riportato alla memoria così, di prepotenza. Non so nemmeno che faccia abbia ormai. Non lo vedo da quel giorno. Ma nel mio sogno avevamo ancora 15 anni e nessuno aveva fatto cazzate.
Mi sono svegliata con il magone. E' successo tre giorni fa. Ho ancora il magone. E' una cosa davvero da pazzi.
Se potessi tornare indietro, io, alla Miryam quindicenne e al suo migliore amico, lo urlerei nelle orecchie, nel momento stesso in cui quel foglio e quella penna vengono passate da una mano all'altra: NON FATE CAZZATE!
Perchè secondo me di essere amici per la vita ce lo meritavamo davvero.
Non so che cosa volesse dirmi questo sogno, però mi ricordo che quando, all'epoca, lo sognavo, il giorno dopo mi diceva sempre che qualcosa non andava...
E' un legame così grande che ho avuto con sole due persone nella mia vita, qualcosa di atavico, di impossibile a definirsi... E no, non è amore, quello romantico, per intenderci... E' una cosa diversa ma altrettanto potente. E, ironia della sorte, anche quella seconda persona era il mio migliore amico... Con cui è finita in maniera anche peggiore, nell'indifferenza totale. E quando hai trent'anni passati, beh... fa ancora più male.
Questa lunga discesa mi sta scuotendo le viscere.
Forse ora che messo tutto nero su bianco starò un po' meglio. Forse.