martedì 30 novembre 2021

This Mortal Coil - Song to the Siren

Qualche giorno fa parlavo di malinconia, nostalgia, del Signor Novembre che ti raggela il coppino. Mi vien da chiudere il mese con un carico da novanta. 

Song to the Siren è sempre stata una delle mie canzoni preferite (non me ne voglia Jeff Buckley ma questa versione è da pelle d'oca). Poi un giorno mi è capitato di leggere i commenti al video pubblicato su Youtube... Una madre raccontava della figlia, morta giovanissima in un incidente. La ragazza adorava questo brano e la madre lo ha sempre associato con tanto amore (e dolore) a lei. Non so perchè ma da allora la ascolto sempre con una stretta al cuore. Maledetta empatia.

[Verse 1]
On the floating, shipless oceans
I did all my best to smile
'Til your singing eyes and fingers
Drew me loving to your isle

And you sang, "Sail to me, sail to me
Let me enfold you
Here I am, here I am
Waiting to hold you"

[Verse 2]
Did I dream you dreamed about me?
Were you here when I was full sail?
Now my foolish boat is leaning
Broken lovelorn on your rocks

For you sing, "Touch me not
Touch me not; come back tomorrow
Oh, my heart—oh, my heart
Shies from the sorrow"

[Verse 3]
Well, I'm as puzzled as a newborn child
I'm as riddled as the tide
Should I stand amid the breakers
Or should I lie with death my bride?


Hear me sing, "Swim to me
Swim to me; let me enfold you
Here I am, here I am
Waiting to hold you"


 

lunedì 29 novembre 2021

Panna cotta stregata

Come già avevo scritto in precedenza, mi sono messa da qualche tempo a sistemare vecchi appunti, scaricare foto e documenti presenti sui social e i blog che ho chiuso eccetera. Beh, ecco cosa ho ritrovato e che dovevo assolutamente condividere su queste pagine!
Questa è la mia personalissima rivisitazione della ricetta della panna cotta dedicata a coloro che se ne strafogherebbero ma, o per intolleranze o per scelte vegane, non possono guardarla nemmeno con il binocolo.

INGREDIENTI per 4 persone
- 400 ml di panna vegetale
- 100 gr di zucchero di canna
- 100 ml di latte di riso
- due fogli di colla di pesce
- un paio di tazze di caffè

domenica 28 novembre 2021

E' domenica! Post a casaccio.

Questa mattina ho litigato con il cane. Sì, gli ho proprio detto un sacco di insolenze perchè non è possibile che ogni volta che usciamo in passeggiata e vede un gatto va completamente fuori di testa. Si attacca al guinzaglio con la bocca ed inizia a tirarlo con una forza impressionante... E staccarlo è un impresa. Se poi capita quando hai la forza di un criceto in coma perchè di due mani che hai non ne hai buona nemmeno una (ho un taglio sull'indice della mano sinistra dovuto al fatto che ho la destra infortunata e faccio fatica a muoverla correttamente) allora capisci che la giornata è già iniziata storta. Ovviamente, quando siamo tornati a casa e quel ruffiano mi ha fatto gli occhi dolci, come facevo a non perdonarlo? 'tacci sua e di su nonno, oh.

Tutto sommato, a dispetto delle previsioni, non è stato poi un giorno così da buttare. I miei sono arrivati qui con due sporte piene di viveri (pancake, polpettine, minestrone, broccoli al vapore, pizza, crostata... Tutto rigorosamente fatto in casa dalla mamma!) e una sorpresa per pranzo: la grigliata! Va beh, può non sorriderti la giornata con una grigliatona?

In questi giorni sono successe un po' di cose che non vorrei menzionare, più per mera scaramanzia che non per altro. Diciamo che FORSE avrò un po' da fare fino a febbraio. Tengo le dita (quelle sane!) incrociate.

A proposito di dita distrutte: da inizio ottobre ho un problema abbastanza invalidante alla mano destra e non riesco a muovere correttamente il pollice senza patire dolori allucinanti. I medici con cui ho parlato non sono riusciti a darmi una spiegazione, seppur siano tutti concordi sul fatto che non vi sia nulla di rotto. Ora sono in attesa che arrivi gennaio per fare una radiografia, e meno male che mi avevano messa un gradino sotto l'urgenza. Nel frattempo, parlando con un collega del mio fidanzato, ho scoperto che anche lui ha sofferto del medesimo problema (i sintomi sono gli stessi, precisi identici). A quanto pare si tratta di un nervo infiammato. Gli ho chiesto cos'abbia fatto per sistemarlo, ho preso appunti e mandato il gentil consorte in farmacia a procurarmi il bendaggio miracoloso. Visto che avevo un bel po' di faccende da sbrigare, mi sono mummificata oggi pomeriggio. Attendiamo pazientemente un paio di giorni per scoprire se funziona oppure no.

Domani pomeriggio si inizia invece con i tour de force in sala prove. Anche qui per scaramanzia non posso dire nulla se non che probabilmente la prossima primavera apriremo il concerto di un gruppo che... CHE! SUSPANCE!

Sto scrivendo pochino in questi giorni perchè sto preparando una sorpresa per i ragazzi di un forum a cui partecipo da diversi anni. Si tratta delle traduzioni di un paio di fan fiction scritte in lingua spagnola e... Udite udite... Sto scrivendo un breve racconto anche io! Ecco, diciamo che quest'ultima cosa la faccio principalmente perchè siamo un gruppo molto affiatato e non badiamo alle virgole e agli errori o al fatto di non essere scrittori provetti (anche se alcuni dei ragazzi hanno davvero delle capacità strabilianti). Scrivevo racconti taaaaaaaaaaanti anni fa quando ero giovincella, poi ho smesso, non so nemmeno io perchè. E mo' ho perso la mano. (Ahahahaha!!! Ho perso la mano!!! Ho fatto la battuta! Ok... Basta, pietà.)

E, a proposito di scrittura. Domani mattina parte una letterina (il quadernino gattoso è solo lì per coprire l'indirizzo). E' una sorpresa e spero che le poste facciano in fretta il loro dovere. Io di solito scrivo dei papiri quando mando una lettera, queste sono poche brevi parole perchè la mano mi duole ancora parecchio quando prendo in mano la penna per scrivere. Ma ci tenevo a spedirla. E' una storia che magari racconterò quando la destinataria mi avviserà di averla ricevuta. 


Prima di concludere questo post apparentemente privo di senso, mettiamoci qualcosa di sensato. 

Conoscete FRAIDYCAT?

E' un'estensione per Chrome e Firefox che mi ha salvata dalla disperazione. Si tratta infatti di uno spazio all'interno del quale è possibile inserire i link relativi ai nostri siti e blog preferiti, oltre che di pagine Facebook ed account Twitter o Instagram di nostro interesse. Ogni volta che uno dei presenti all'interno della nostra lista verrà aggiornato, anche la pagina della nostra estensione ce lo mostrerà in real time. Ecco uno mio screenshot, giusto per avere un'idea di come può apparire la "home":


Chiaramente Fraidycat non funziona con i siti che non utilizzano l' RSS. 
Non conosco il genio che ha creato tale estensione (quindi non sto facendo spam nella maniera più assoluta) ma spero di potergli stringere la mano (Ah! La mano! Ok... BASTA co' sta mano) prima o poi.

Bon, ho delirato abbastanza. Da domani torno a scrivere con un po' più di logica.

venerdì 26 novembre 2021

Test musicale: solo uno!

Siccome in questi giorni vorrei allietare un pochino le pagine del mio blog (e lo devo sia a me stessa che alle persone fantastiche che ogni tanto passano a leggermi), vi carico con un altro pochino di musica. 

Nei meandri del mio pc ho ritrovato questo giochino che, ai tempi, avevo trovato sulla bacheca Facebook di un amico: ad ogni frase bisogna rispondere con una sola band o un solo cantante.

Se vi va lasciatemi anche le vostre preferenze nei commenti... Oppure postatelo sui vostri blog. Così riempiamo di musica queste giornate grigie grigie!

Band che odio: Nessuna, ce ne sono che mi piacciono meno di altre ma... Odiare proprio no!
Cantante che odio: Non posso nominare la persona perchè mi porta sfiga solo a scriverne il nome ma c'è!
Band a mio avviso sopravvalutata: The Clash. Che mi piacciono un botto ma a mio avviso nel genere c'è anche di molto meglio
Cantante a mio avviso sopravvalutato: Gigi d'Alessio
Band a mio avviso sottovalutata: Persona, secondo me hanno un gran potenziale ed è un peccato li conoscano in pochi
Cantante a mio avviso sottovalutato: Lxandra: credo che in Italia la conosceremo sì e no in dieci persone... io la amo!
Gruppo che amo: dai... non posso sceglierne una! ce ne sono almeno 5 che mi fanno diventare una fangirl quattordicenne! a questo punto metto Green Day solo per dritto di anzianità!
Cantante che amo: J.Ax
Una band che ho visto dal vivo: Bon Jovi
Un cantante che ho visto dal vivo: Carmen Consoli
Band che vorrei vedere dal vivo: Bucovina 
Cantante che vorrei vedere dal vivo: Loreena McKennitt
Band che amo insospettabilmente: Take That x)
Cantante che amo insospettabilmente: Maria Luisa Congiu

Certo che sceglierne solo uno per tipo è stata davvero tosta! Credo di aver lasciato fuori la metà dei miei gruppi e dei miei cantanti preferiti... Sob. 

giovedì 25 novembre 2021

25 Novembre, giornata contro la violenza sulle donne

Oggi, 25 Novembre, è la giornata contro la violenza sulle donne. 

Oggi centinaia di persone cambieranno la propria immagine di copertina su Facebook con quella di uno o più paia di scarpette rosse, probabilmente senza nemmeno conoscere l'origine di quel simbolo. Si sentiranno a posto con la coscienza perchè avranno dimostrato ai propri amici e followers che loro sono contro la violenza sulle donne. E tutto finirà lì. 

Ma davvero una ricorrenza così dolorosamente importante l'abbiamo relegata ad un'immagine da postare su un social perchè "fa figo" mostrarsi interessati? 

Facciamo qualche passo indietro. Ad esempio, ci siamo chiesti come mai la giornata contro la violenza sulle donne sia stata istituita proprio il 25 Novembre? Fu in questo giorno, nel 1960, che tre sorelle di Santo Domingo vennero brutalmente assassinate dagli agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo mentre si recavano a visitare i rispettivi mariti in carcere. La loro colpa? Essersi ribellate alla dittatura. La storia delle sorelle Mirabal è ben spiegata all'interno della pagina a loro dedicata nell'Enciclopedia delle Donne.

E le scarpette rosse? Sono un'idea dell'artista messicana Elina Chauvet che, il 9 settembre 2009, presentò la sua installazione composta da 100 paia di scarpe a Ciudad Juàrez, località tristemente nota per rapimenti, stupri ed omicidi nei confronti di centinaia di donne innocenti. Zapatos Rojos, così si chiama l'installazione, diventerà di diritto anche l'emblema del 25 Novembre.

Ogni giorno noi donne subiamo violenze di tipo fisico o verbale. Veniamo picchiate, stuprate, uccise, torturate psicologicamente, terrorizzate, minacciate, rapite, rinchiuse. La nostra colpa? Beh, è semplice: siamo streghe. Sono secoli che ci danno la caccia con scuse stupide ed infondate. 

Abbiamo imparato a riconoscere le erbe mediche e ci hanno dato delle assassine. 

Abbiamo iniziato a renderci indipendenti e ci hanno detto che il nostro posto è in casa a sfornare figli.

Abbiamo cercato un posto nel mondo per poter vivere serenamente e ci hanno perseguitate.

Abbiamo messo una minigonna e siamo state chiamate puttane.

Poi ci hanno concesso di lavorare e ce lo hanno rinfacciato fino all'ultimo giorno, perpetuando il mobbing contro la nostra persona per spingerci a licenziarci e dire di noi: "Ecco, vedi perchè non la volevo a lavorare con me? Non era seria". (Ciò è accaduto a me e vi assicuro che anche questa è violenza. Ho perso il lavoro che amavo e uno stipendio sicuro con cui poter mantenere me e la mia famiglia per colpa di uno squilibrato e non otterrò MAI giustizia per questo.)

Non voglio dire altro perchè oggi si spenderanno milioni di parole in merito a questo tema. Vorrei solo che si riflettesse su questi punti, che si prendesse coscienza di un problema sempre più urgente da risolvere e che non venisse tutto confinato ad una fotografia su un social. Non abbiamo bisogno delle condivisioni virtuali. Dobbiamo parlare, fare sentire la nostra voce: oggi, domani, ogni singolo giorno. 

A tutte le sorelle che in questo momento stanno soffrendo a causa di un abuso va il mio pensiero più grande. Abbiate cura di voi e che Dio, la Dea o chi per essi vi aiutino a trovare la forza di denunciare i vostri carnefici. LORO NON CAMBIERANNO MAI, ed ogni giorno sarà sempre peggio.

DENUNCIATE, DENUNCIATE, DENUNCIATE. 

domenica 21 novembre 2021

In the Void

Oggi sul mio blog farò una cosa che solitamente non faccio (e, onestamente, non mi piaceva fare nemmeno quando utilizzavo Facebook) perchè ho sempre paura di dar l'idea d'essere una spammer.

In realtà, se ho preso tale decisione, è perchè a questo progetto tengo molto. Si tratta della prima canzone che ho registrato professionalmente dopo ANNI di fermo totale. 

Ho conosciuto un ragazzo statunitense sul social SpaceHey: stava cercando delle persone con cui collaborare a distanza e, avendo ascoltato le sue strumentali, mi sono proposta per fare qualcosa assieme. Per me era un salto nel vuoto, avrebbe potuto uscirne una porcheria atomica considerato che l'ultima volta che ho cantato - se escludiamo quest'estate quando ho accompagnato il moroso al saggio della scuola di musica - è stato nel 2014. E poi, ammettiamolo, la mia voce registrata mi ha sempre messo ansia! 

Invece, quando ho spedito a Carl le registrazioni, si è complimentato tantissimo con me e Mirko (che si è prestato a registrare i back vocals). E dopo aver assemblato tutto, questa notte, mi ha spedito il link del lavoro fatto e finito. Un regalo bellissimo.

E quindi volevo regalarlo anche ai viandanti che passano da queste parti.

Cliccando sul link di Soundcloud potete eventualmente leggere anche il testo. 


Giusto per metterci la faccia, ecco una foto scattata a fine registrazioni. A sinistra Yuri, il nostro pazientissimo e favoloso master of recordings, quella brutta al centro sono io e, a destra , quello alto due metri, il mio partner in crime nonchè futuro marito Mirko. 

Oggi andava così. Ringrazio chiunque si prenderà tre minuti di tempo per ascoltare quello che abbiamo creato! 

Buona domenica!

sabato 20 novembre 2021

Playlist di novembre

Mi sono accorta di aver parlato molto poco di musica all'interno del mio blog. E sì che nella mia vita ha sempre avuto un ruolo importantissimo. Canto, suono il basso e il mio sogno proibito è la ghironda, ma questa è un'altra storia che vale la pena raccontare in separata sede. 
Voglio sopperire a questa mia grande mancanza dedicando il fine settimana alle canzoni novembrine. Sì, insomma, quelle che parlano di novembre o che, ad ascoltarle, ti vengono in mente le sue grigie e fredde giornate. Ecco quindi la mia personale playlist con tanto di "spiegone". 

🍁 November Rain - Guns'n Roses
Per ovvie ragioni non posso non citare quello che è stato uno dei miei gruppi preferiti quando ero alle medie. A dir la verità lo sono tutt'ora, oltre al fatto che "Use your illusion" I e II rientrano tra i miei personali album "di formazione". Poi, va beh, ma ne vogliamo parlare di Slash in questo video? Maremma serpenta, la perfezione!

🍁 Novembre - Nada
Qui c'è della poesia. Ma c'è anche della nostalgia. E tanta malinconia. 
"Cerco solo d'affondare per non ritornare, ma questo novembre dura per sempre." SBAM! Una bella mazzata sulle gengive, così, a colpo diretto. 

🍁 Novembre '99 - Carmen Consoli
Ammetto che questa non sia una delle mie canzoni preferite di Carmen ma in una playlist del genere non poteva mancare. "Dovrei rivalutare tutto dal principio, trovare la forza e l'audacia per farlo. So già che in un momento sarà pieno inverno..." Il 31 ottobre finisce un ciclo annuale e, proprio in concomitanza di quel giorno, si è soliti fare "piazza pulita" delle cattive abitudini, di ciò che non è più importante... Insomma, si procede a tagliare i rami secchi. Perchè tra poco sarà inverno e ci troveremo ad affrontare, al buio e al freddo, il nostro vero io interiore. Ecco, le parole che Carmen ha utilizzato in questo brano si riallacciano perfettamente a tutto ciò. Chapeau.

🍁 Novembre - Alergica al polen
Ok, questa è una new entry anche per me: mi è capitata sotto gli occhi facendo zapping su Spotify. Alergica al polen è un gruppo di gentil donzelle che cantano in catalano. E pur masticando poco di catalano ho capito che qui c'è seriamente del GIRL POWER! Insomma, mi è piaciuta così tanto che ho dovuto aggiungerla alla lista.

🍁 Chanson d'automne - Les Discrets
In realtà questo brano è tratto da un album il cui titolo è "Septembre et ses dernières pensées". Eppure questa canzone a me non mette l'allegria di settembre ed ottobre. Non ci sento quell'aria frizzantina che ti punge il viso. Qui c'è proprio dell'inquietudine mista a nostalgia. C'è la voce pungente di un tardo autunno che non ha certo voglia di farti il solletico. Ti si avvicina piano e ti pone le gelide mani sul coppino. Non che le altre canzoni dei Les Discrets siano 'na botta d'allegria, ma qui c'è del potenziale per aver voglia di cancellare novembre dal calendario. Oppure, ad esser meno disfattisti, a crogiolarsi nella sua fredda e buia malinconia.

🍁 Loreena McKennitt
Non nominerò una canzone in particolare. E' che le sue canzoni - quasi tutte - trasudano autunno da tutti i pori! Avete presente quelle persone che, non appena iniziano a sentire aria natalizia, cominciano ad ascoltare Bublè in loop continuo? Ecco, io dal primo settembre in poi entro nel loop Loreena e mi macino la sua discografia più o meno fino al 31 dicembre. La sua voce, le sue melodie, sono la colonna sonora ideale per trascorrere quelle serate/nottate fredde davanti alla stufa (o, per i più fortunati, davanti al camino), con un bel libro tra le mani e la tisana bollente in infusione.
E quindi, pescandone una dal mazzo, concludo la playlist (che sarebbe molto ma molto più lunga) con Lullaby, il cui testo è stato tratto da un'opera poetica di William Blake. 

Buon weekend novembrino a tutti!

giovedì 18 novembre 2021

Quando va e quando non va

Sto provando a tirarmi su di morale dopo l'ultimo post che ho scritto qualche giorno fa... Non vorrei far diventare questo blog un diario pieno di lamentele quindi cercherò di evitare. Se non che ora ci si mettono anche i problemi di salute e una bella TAC da prenotare perchè c'è caso che la mia mano destra sia più distrutta di quanto non credessi. Che per una bassista è una tragedia di livelli epocali. 

Di positivo c'è che mi sono arrivate questa bella cartolina dal raduno genovese di postcrossing (grazie alla mia sorellina Libera che mi pensa sempre!!) e una lettera bella cicciotta dalla mia amica di penna di Malta. Tra l'altro è proprio grazie a lei che ho scoperto quante meraviglie pagane siano ancora presenti nella sua terra, nonostante al giorno d'oggi i suoi abitanti siano fortemente cattolici. Prometto che ne scriverò presto un articoletto.

Altra cosa positiva è che ieri sera il mio fratellone Tommy è stato intervistato all'interno di una interessantissima live su Youtube sul canale Chiacchiere e audiolibri di Rosanna Lia: sono state dette cose talmente interessanti che non mi sento di aggiungere nulla se non di andare a curiosare su Italia Parallela e invitarvi a commentare sul blog oppure direttamente al video caricato da Rosy!


domenica 14 novembre 2021

Sto male.

Nel 2018 ero arrivata al punto in cui guardarmi allo specchio era diventato non solo difficile ma soprattutto doloroso. Non mi riconoscevo più. Non che io sia mai stata un fuscello ma ero gonfia da fare spavento. Mi facevo ribrezzo. La bilancia era arrivata a mostrarmi un numero orrendo: 75 kg. Per me, che non arrivo nemmeno al metro e sessanta, è davvero troppo. 
Sono corsa ai ripari, ho fatto dei test, preso appuntamento con una nutrizionista. E, a gennaio 2020, ero arrivata a pesare 60 kg. Non era il mio peso ideale ma era già qualcosa di cui essere estremamente orgogliosa. Guardarmi allo specchio mi costava ancora fatica ma non provavo più quel disgusto di prima.

Poi la pandemia, la chiusura delle palestre, l'impossibilità di reperire cibo adatto alle mie intolleranze. Il non uscire più di casa, il lavoro che mi stava massacrando mentalmente. Fare pausa pranzo con l'imbuto e non potersi alzare per andare a bere o andare in bagno perché nonostante lo smart working ero sotto controllo continuo. 

Mi sono lasciata andare. 

Ho mollato un contratto a tempo indeterminato. Ero stanca, depressa, umiliata da un datore di lavoro che ha fatto il possibile e l'impossibile per spingermi ad andare via. 
Ho lavorato in hotel l'intera estate. Poi, a fine settembre, le meritate ferie.

Tornata a casa, ecco di nuovo la demoralizzazione. 


Voglio lavorare. 


Faccio colloqui che non vanno a buon fine. Mi sento a pezzi, inutile, distrutta. Mi lascio andare. Mangio tutto quello che mi capita a tiro.

La bilancia, oggi, segna 68.3 kg.
Mi guardo allo specchio, soffro.

Il mio fidanzato dice che non mi devo abbattere, che se sono riuscita una volta riuscirò ancora. Mi ama anche con "qualche kg in più".

Io, però, mi guardo e vedo un mostro. Avessi almeno un bel viso... No. Ho il doppio mento, la faccia gonfia. E sto invecchiando, guarda quelle rughe quanto contribuiscono a rendermi oscena.
Sto male. Non mi accetto. 

Mangio un sacchetto di patatine e mi lamento per averlo mangiato. 

Voglio uscire da questo cul de sac. 

Domani. Domani, lo giuro, riprendo in mano le redini ALMENO di questo. 



mercoledì 10 novembre 2021

La Donna Saggia

 

Nel cuore di un antico Bosco di abeti, viveva
una Donna Saggia. In alcuni villaggi vicini l'avrebbero malvagiamente chiamata Strega, commettendo un errore, perchè Lei non avrebbe fatto mai nulla nel nome del male. E come se non bastasse, aveva tanto piu potere di quanto una delle loro 'Streghe' avrebbe mai potuto immaginare.

George Mac Donald

martedì 9 novembre 2021

I sogni son desideri... Quel giorno che sono finita in un video dei Green Day :D

In questi giorni sto salvando tutto il salvabile dai miei account Facebook, Twitter e Instagram. Per poi eliminarmi del tutto. Anzi, in realtà il processo di eliminazione da Twitter è già partito, c'era meno roba da recuperare.

Facebook invece è un po' più complesso e ci sto veramente mettendo un sacco di tempo... Ma ne stanno uscendo dei ricordi che mi stanno letteralmente spaccando in due il cuore. I concerti con le mie band, le serate con gli amici, persone care che ora non ci sono più, altre con cui ho condiviso un tratto del mio cammino e che poi hanno preso strade differenti... 

Ma uno dei ricordi più bello, chiamatemi pure fan girl, è stato quando nel 2013 sono finalmente riuscita ad andare al mio primo concerto dei Green Day. Era un momento che aspettavo da quando avevo... boh... 13/14 anni. I miei amici mi regalarono il biglietto il giorno del mio compleanno. Non ho mai pianto così tanto nel ricevere un regalo. Credo sia stato il più bello che mi si potesse fare in tutta la mia vita.

Ero riuscita anche a raggiungere la seconda fila a suon di spintoni e pogo. Ed ero a tanto così da Mike.

Poi un giorno esce un video. Live. Del concerto di Bologna. Quello dove ero io. In quel video, in mezzo alla folla, ci sono anche io. E, prendetemi per matta, ma per me è stata una delle più grandi soddisfazioni della vita. 

lunedì 8 novembre 2021

Rituale di protezione per la casa

Navigando per il web mi sono imbattuta in un interessante rituale di protezione per la casa. Sapevo che per allontanare le negatività dalla propria dimora occorre bruciare foglie di salvia bianca o rosmarino. Non sapendo se l'odore delle erbe bruciate possa dare fastidio al nostro Zeus, ho deciso che darò una chance a questa variante! 

Occorrono tre rametti di rosmarino freschi. In luna calante, devono essere posizionati all'ingresso di casa, in camera da letto e nella stanza in cui si usa trascorrere più tempo. I rami vanno lasciati lì fino a quando non saranno completamente secchi e non dovranno essere toccati se non per essere buttati in un luogo lontano da casa.

Come accade per qualsiasi tipologia di rituale, è l'intenzione la cosa più importante. Nel momento in cui verranno posizionati i rami di rosmarino occorrerà concentrarsi sulla richiesta di protezione da qualsiasi tipo di energia negativa.

mercoledì 3 novembre 2021

Tu come lo vedi Dio?

Nei giorni scorsi ho terminato la lettura de "Il colore viola" di Alice Walker. Alcune pagine in particolare hanno attirato la mia attenzione: sono quelle in cui due delle protagoniste principali si ritrovano a parlare del loro rapporto con il Divino. Ho sottolineato i punti che, a mio avviso, sono quelli più carichi di significato e meritano più di una riflessione.

Art by Amber Peoples


Lei dice, Celie, dimmi la verità, l'hai mai trovato Dio in chiesa? Io no. Ho trovato solo un mucchio di gente che sperava di trovarcelo. Qualunque Dio abbia mai trovato in chiesa me lo sono portato dietro io. E questo vale anche per gli altri. Vanno in chiesa per "dividere" Dio con gli altri, non per trovarcelo.
Certa gente non ha nessun Dio da dividere, dico io. Quelli che non mi rivolgevano la parola quando non ce la facevo più, con la pancia grossa e tutti quei bambini di Mister...
Giusto, dice lei.
Poi dice anche, Dimmi com'è il tuo Dio, Celie. 
Ah no, dico io. Mi vergogno. Nessuno mi ha mai chiesto una cosa simile, Shug mi ha colta di sorpresa. E poi, a pensarci bene, il mio Dio non mi sembra un granchè. Ma è tutto quello che ho. 
E così decido di parlare, solo per vedere cosa dirà Shug.
OK, dico. E' grande e vecchio e alto, con la barba bianca e grigia. Porta una veste bianca e va in giro a piedi nudi. 
Occhi azzurri? Chiede lei.
Grigio-azzurri. Freddi. Grandi, però. Ciglia bianche, dico.
Lei si mette a ridere.
Perchè ridi? le chiedo. Non c'è niente da ridere. Tu come lo vedi Dio? Con la faccia di Mister...?
No, non sarebbe un gran progresso, dice lei. Poi mi racconta che anche lei, quando pregava, vedeva sempre Dio come un gran vecchio bianco. Se pretendi di trovare Dio in chiesa, Celie, vedrai sempre questo vecchio. Ci abita, lui, in chiesa. 
Davvero? dico io.
Sì, perchè quello è il Dio della bibbia bianca degli uomini bianchi.
Shug! dico io. E' stato Dio a scrivere la Bibbia, i bianchi non c'entrano. 
E allora come mai somiglia a loro? dice lei. Solo un po' più grande? E con un sacco di capelli in più. Com'è che la Bibbia è proprio come tutte le altre cose dei bianchi, con loro che fanno e disfanno e la gente di colore che viene maledetta?
Non ci avevo mai pensato. Nettie dice che a un certo punto la Bibbia dice che Gesù aveva i capelli come di lana pecora, dico. 
Beh, duce Shug, se venisse in una di queste chiese di cui stiamo parlando, dovrebbe farseli stirare, i capelli, perchè qualcuno si degnasse di prestargli attenzione. L'ultima cosa che i negri vogliono pensare di Dio, è che abbia i capelli crespi.
[...] Non c'è modo di leggere la Bibbia senza farsi l'idea che Dio sia bianco, dice lei. Poi sospira, Quando ho capito che pensavo che Dio fosse bianco e maschio, ho perso ogni interesse. [...] Ecco in cosa credo io. [...] Dio è dentro di te e dentro tutti gli altri. Si viene al mondo con Dio di dentro. Ma solo chi lo cerca dentro di sé lo trova. E a volte si manifesta anche se non lo si cerca, o non si sa cosa si sta cercando. Di solito quando tutto va male. Quando ci si sente di merda [...]. E poi Dio non è un lui o una lei. E' neutro.
Neutro? E cosa vuol dire? Com'è? chiedo io.
Com'è? Non è una persona, dice lei. Non è come al cinema. Non è qualcosa di distinto da tutto il resto, compresa te stessa. Io credo che Dio sia tutto [...]. Tutto quello che esiste, che è esistito e che esisterà mai. E quando si capisce questo, e ci si sente felici di averlo capito, si è trovato Dio. [...] 
Dice, il primo passo, per me, dopo il vecchio bianco, sono stati gli alberi. Poi l'aria. Poi gli uccelli. Poi le altre persone. Ma un giorno, mentre me ne stavo seduta tranquilla a pensare e mi sentivo orfana di madre - e lo ero in realtà - l'ho provata: la sensazione di far parte di un tutto, di non essere separata dal resto delle cose. Sapevo che se avessi tagliato un albero, avrei perso sangue dal braccio. E mi son messa a ridere e a piangere, e a correre in giro per la casa. Ho capito subito cos'era, quella sensazione. In effetti, quando succede una cosa del genere, è impossibile non accorgersene, non capire. [...]
Dio ama tutte le cose che ami tu - e anche un sacco di quelle che non ami. Ma, più di tutto, a Dio piace l'ammirazione.
Stai dicendo che Dio è vanitoso? chiedo io.
No, dice lei. Non vanitoso, solo disposti a dividere le cose buone con noi. Credo che Dio si arrabbi se, per esempio, uno passa vicino al colore viola in un campo senza notarlo. 
E cosa fa quando si arrabbia? chiedo io.
Oh, crea qualcos'altro. La gente crede che a Dio importi solo che lo si faccia contento. Ma anche un cretino può vedere che invece è lui che cerca sempre di far contenti noi. [...] Prepara un sacco di sorprese e, quando meno ce lo aspettiamo, ce le regala. [...]
E' proprio come dice Shug. Bisogna togliersi l'uomo dagli occhi per vedere tutto il resto.
L'uomo corrompe ogni cosa, dice Shug. Lo trovi dappertutto, sulla scatola dei biscotti, nel tuo cervello e alla radio. Cerca di farti credere che è dappertutto. E quando cominci a credere che è dappertutto, cominci anche a credere che è lui, Dio. E invece no. Quando cerchi di pregare, e l'uomo ti si para davanti, digli di andare al diavolo. Pensa ai fiori, al vento, all'acqua, a un grosso sasso. Ma non è facile, credimi. L'uomo è abituato a essere al centro di tutto, non vuol cedere. Minaccia fulmini e saette, alluvioni e terremoti. Dobbiamo resistere. Io non prego quasi più. Tutte le volte che penso a un sasso, lo scaglio. Amen.

Alice Walker - Il colore viola

martedì 2 novembre 2021

Novembre

Foto: Magdalena Russocka
 Silenzio, intorno: solo, alle ventate,

odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. È l’estate,
fredda, dei morti.

Giovanni Pascoli - Novembre




lunedì 1 novembre 2021

Il boggart e il contadino

C'era una volta un contadino di Mumby vicino ad Alford, nella contea di Lincoln, che aveva una bella fattoria, ma stava pensando di acquistare altri due campi avendo bisogno di un po' più di terra da coltivare.

Dunque si comperò un pezzo di terreno e l'affare lo soddisfece poichè la terra era buona.

Il giorno dopo andò al campo appena acquistato per vedere che cosa dovesse seminare.

Foto: Martin Martinček - Liptovský horal (1970)
All'improvviso, proprio come un fulmine a ciel sereno, gli si parò dinnanzi un boggart.

Era pelosissimo con delle braccia lunghe come le sue.

"Sparisci" gridò all'uomo. "Questo è il mio campo."

"Non è vero" disse il contadino "l'ho comperato io."

"E' mio, ti dico" esclamò il boggart stringendo i pugni e facendo una faccia come se volesse strozzare il contadino.

Questi ebbe paura di imbarcarsi in una lite con quell'energumeno per giunta malvagio, ma nel medesimo tempo non capiva perchè mai dovesse rinunciare al suo pezzo di terra che aveva pagato così caro.

Perciò disse, cercando di fare buon viso a cattivo gioco: "Forse possiamo arrivare ad una transazione".

"Voglio dirti una cosa," fece il boggart sghignazzando "dividiamoci i raccolti".

"D'accordo" ribatte'il contadino. "Quale parte vuoi tenere? Quella che cresce sopra o quella che cresce sottoterra?"

"Quella che cresce sopra" disse il boggart pensando di averlo messo nel sacco.

Il contadino era furbo e piantò le patate, sicchè quando il boggart venne a prendersi la sua parte, non trovò altro che il verde ormai secco delle pianticelle.

Così, alla domanda del contadino che cosa scegliesse per l'anno dopo, si precipitò a rispondere "Tutto ciò che cresce sottoterra".

Il contadino seminò l'avena. Venne il tempo del raccolto. L'avena matura fu falciata, e per la seconda volta il boggart rimase scornato perchè gli toccarono le stoppie e le radici.

Era furibondo, ma il contratto è contratto.

Egli aveva scelto la parte nel terreno e l'aveva avuta.

Allora al boggart venne in mente un'idea che gli parve buona.

"Quest'anno" disse al contadino "pianterai il frumento. Lo falceremo insieme e ciascuno si terrà quello che ha falciato."

Il boggart infatti sapeva di avere un paio di braccia molto più forti di quelle dell'uomo, e calcolò di falciare più alla svelta.

"Niente da fare quest'anno" pensò il contadino, il quale era stato per l'appunto costretto a seminare il frumento.

Ogni mattina andava sul campo e, benchè si aspettasse il contrario, constatava che si prometteva un buon raccolto.

La prospettiva che il boggart si portasse a casa la parte maggiore finì per infastidirlo.

Nel villaggio viveva un uomo noto per la sua saggezza.

Il contadino andò a chiedergli un parere e, appena uscito dalla casa di quel saggio si fregò le mani: a spron battuto si recò al villaggio e dal fabbro si fece foggiare alcune verghe di ferro, che poi conficcò nel terreno sul lato del campo che sarebbe toccato al boggart.

Nel giorno fissato per il raccolto c'era un sole sfolgorante e le ariste erano turgide.

Arrivò il boggart felice e contento con la falce in spalla; "Io comincio da questo lato e tu dall'altro" disse.

Iniziarono a mietere. Il contadino procedeva più rapido e le sue falciate erano accompagnate da un ampio movimento del braccio, mentre il boggart continuava ad urtare le aste di ferro - lui le aveva prese per erbacce - tanto che la sua falce perse subito l'affilatura.

"Maledette erbacce! Come siete resistenti!" imprecò e si dovette fermare per affilare la lama.

Le aste che spuntavano dal terreno erano fitte, per cui anche i cozzi della sua falce contro di esse furono frequenti.

Prima di mezzogiorno il contadino aveva falciato metà del campo, il boggart invece non era andato oltre uno spicchio.

Il sole dardeggiava sulle messi e il calore non fece che accrescere la rabbia del boggart che, esasperato, alla fine lanciò una voce al contadino: "Ma nella tua parte non ci sono erbacce?"

"Neanche una" rispose il contadino continuando a falciare tranquillamente.

Il boggart, dopo essersi fermato almeno una ventina di volte, rinunciò all'impresa: gettò lontano la falce e gridò: "Tieniti il tuo campo, non voglio più averci a che fare." Battè i piedi con forza sul terreno, e la terra si fendette: egli precipitò nella voragine.

L'ultima cosa che il contadino vide di lui fu un ciuffo di peli neri.

Non tornò mai a rivendicare il possesso del campo, ma persino oggi ricompare di tanto in tanto per spaventare la gente.

E i contadini, quando perdono un attrezzo dicono: "Se l'è preso il boggart!"

Tratto da "Fiabe e leggende inglesi" a cura di Frederik Hetmann - Mondadori