venerdì 14 aprile 2023

Le donne del Titanic

Scalinata della prima classe del Titanic

L'11 aprile del 1912 partì dal porto di Southampton il transatlantico più lussuoso ed imponenete della storia: il Titanic. Proprietà della White Star Line, già "mamma" di altri colossi quali l'Olympic ed il Britannic, si proponeva come nave velocissima, puntuale, sicura ed opulenta. 

Ahimè, la storia non diede loro ragione: nella notte tra il 14 ed il 15 aprile 1912, proprio durante il viaggio inaugurale, a seguito di un urto contro un iceberg, affondò. Solo una minima parte dei passeggeri riuscì a salvarsi, a causa soprattutto del numero insufficiente di scialuppe. 

La storia la conosciamo tutti, chi dai libri, chi dai documentari, chi dai film (tra tutti mi piace ricordare quello di James Cameron), e non è propriamente di questa che voglio parlare.

Dopo aver ritrovato diversi documenti dell'epoca (e per questo non smetterò mai di ringraziare tutte le emeroteche d'Italia che mantengono viva e disponibile a tutti la storia mondiale tramite digitalizzazione dei quotidiani di due secoli!) ho deciso di riportare le testimonianze - dirette o indirette - legate ad alcune donne presenti sul Titanic. Sono testimonianze che non si torvano su alcun sito online, a meno che non si voglia farsi gli occhi a punta di spillo come ho fatto io per questa ricerca. E' un ricordo importante a cui è giusto, in un infausto anniversario quale quello di oggi, dare risalto.

"Alcune donne rifiutarono di entrare nella scialuppa. I loro mariti ve le dovettero spingere. Molti uomini erano in abito da società. Un superstite, col quale ho parlato, mi ha detto di aver veduto al momento di lasciare il Titanic il finanziere Isidoro Strauss, il quale stava spingendo la propria moglie entro una scialuppa. Ella, però, insistette per rimanere con lui.[...] 
Altri superstiti narrano che il miliardario Astor tenne fra le braccia per alcuni istanti la moglie e la baciò prima di farla scendere in una scialuppa. Poi egli rimase in piedi sulla tolda e dopo aver fatto un saluto militare si volse indietro a prendere il suo posto nella nave che affondava. 
Una vecchia signora narra che l'urto avvenne alle 23.35 di domenica sera. Le donne e i fanciulli entrarono nelle scialuppe alle 0.45. Il Titanic affondò verso le 2 e il carpathia raccolse i naufraghi delle scialuppe alle 8.30. "Noi - dice ella - fino all'alba gemevamo di non poter essere salvati. Le nostre sofferenze sono state indescrivibili." (Corriere della Sera, 19 aprile 1912)

"Lady Duff Gordon ha lasciato il Titanic in una delle ultime imbarcazioni. Essa dichiarò che scoppiò un tumulto quando parecchi uomini volevano salire a viva forza nei battelli di salvataggio. Il capitano smith dovette respingerli a colpi di rivoltella. Alcuni di essi furono anche uccisi a pugnalate. Quando l'imbarcazione in cui si trovava la signora Gordon si allontanò dal Titanic un uomo tentò di precipitarvisi ma fu ucciso a colpi di rivoltella e cadde morto ai piedi della signora Gordon" (Gazzetta di Venezia, 20 aprile 1912)

"Miss Alice Leardes, dottoressa in medicina di New York, che si trovava nella stessa scialuppa della contessa Rothes, racconta che la contessa, espertissima nella manovra del timone, essendosi accorta che gli uomini erano assai meno esperti di lei, prese il comando della scialuppa e parecchie altre donne si misero a remare, mentre i commessi di bordo rimanevano tranquillamente seduti alla estremità della scialuppa.
In un'altra scialuppa una signora tenne abbracciato il suo cane ed essa rifiutò di lasciarsi portare a bordo del Carpathia se non le promettevano di far salire prima anche il cane. Miss Leaders riferisce che un'altra signora rifiutò di lasciare il Titanic perchè le si era rifiutato di prendere seco il cane. 
La signora Gordon invia da New York un dispaccio in cui fa la descrizione della collisione del Titanic con l'iceberg e della partenza del battello di salvataggio. 
- Udimmo - essa dice - parecchi colpi di pistola. Alte grida furono emesse dai passeggeri sul ponte posteriore. Il vapore si alzò in aria con una esplosione, e poi ricadde; le grida continuarono quando dopo una nuova e forte esplosione la prua affondò. La parte posteriore salì ad un centinaio di piedi in aria, poi scomparve lentamente come se una grande mano l'avesse spinta docilmente sotto le onde. Ci trovavamo alla distanza di trecento metri dalla nave: per un momento regnò il silenzio, ma subito dopo dalla località dove aveva galleggiato il Titanic si levarono grida e urli che continuarono almeno per un'ora. Le ultime grida furono emesse da una voce di uomo che diceva: Mio Dio! Mio Dio!" (Gazzetta di Venezia, 20 aprile 1912)

"Sbarcando dal Carpathia la signora Astor che contrariamente alle notizie sparse nel primo momento è viva, ha detto che poteva ricordarsi tutti gli episodi del disastro, soltanto non ricordava come fosse morto il marito. Ricorda soltanto che nella confusione, mentre essa stava per entrare nella scialuppa, il colonnello le era vicino. Poi a quanto pare la signora svenne. Quando riprese i sensi, il Titanic era già scomparso nell'abisso. 
Ma di altri superstiti ricordano di avere veduto il colonnello apririsi la strada fra la folla dei passeggeri immobilizzati dal panico, portando a braccio la moglie fino alla scialuppa. Aiutò la moglie ad entrare nel battello, quindi rivoltosi al secondo ufficiale chiese il permesso di mettersi in barca con la moglie. 
- No, signore, rispose l'ufficiale, nessun uomo può scendere nelle scialuppe finchè le donne non siano tutte al sicuro.
Quando la barca che portava la moglie si allontanò, il colonnello salì sul ponte di comando, da quell'altezza mandava baci alla moglie, che priva di sensi non poteva vederlo. Rimase così ritto in piedi presso il ponte di comando fino all'ultimo, poi precipitò a capofitto nel mare e scomparve. 
L'episodio più commovente del naufragio fu la disperata energia colla quale la signora Strauss rifiutò di separarsi dal vecchio marito, uno dei più ricchi finanzieri di New York. I due coniugi morirono insieme abbracciandosi in una cabina del Titanic." (L'Ora di Palermo, 20 aprile 1912)

"La signora Marvin, una sposa di 18 anni in viaggio di nozze che ha perduto il marito, dice di aver veduto il maggiore Butt, aiutante di Taft, armato di una sbarra di ferro far argine contro un gruppo di ossessionati che tentavano impadronirsi di una barca. [...]
La signora Marvin, mentre la barca nella quale aveva preso posto scendeva, ricevette in grembo, gettata dal ponte della terza classe, una bambina francese, di cinque anni, che tenne presso di sè curandola e consegnandola qui al Comitato di soccorso." (Corriere della Sera, 20 aprile 1912)

Chiudo con una delle testimonianze più toccanti, ma fortunatamente con un lieto fine: quella di un bambino. 

"Ecco come fu fatto il racconto del disastro dal bambino Bob, superstite, di 5 anni, figlio dei signori Washington Dodge di San Francisco. 
"Ho salvato la mamma - ha dichiarato egli. - Quando si disse a bordo che le donne dovevano partire con i bambini, la mamma dovette prendere posto in una imbarcazione con me. Se io non fossi stato insieme a lei, essa sarebbe rimasta con papà e non avrebbe potuto essere salvata. 
Io dissi: "Arrivederci, papà, ci ritroveremo più tardi." Quando mio padre mi mise nella imbarcazione baciandomi, il battello si allontanò e allora vedemmo il Titanic affondare con un grande numero di persone che si trovavano a bordo, dove erano rimasti anche i miei giuocattoli. 
Mi si mise poi in un sacco e mi si innalzò a bordo dell'altra nave (il Carpathia). Era tanto bello. Volevo che mi si facesse discendere nello stesso modo quando giungemmo a New York, ma non lo si volle."
I genitori del piccolo Bob si sono pure salvati." (Corriere della Sera, 28 aprile 1912)

giovedì 13 aprile 2023

Domanda per gli amici "libromani"

Qualcuno di voi ha un account su Anobii e/o Goodreads?

Anobii è stata la prima piattaforma di recensioni librarie alla quale mi sono iscritta nel lontano 2008 (GULP!)  Poi, però, convinta da alcune amiche, mi sono trasferita su Goodreads. Questo sito, oltre ad avere più funzioni, permetteva anche di partecipare autonomamente alla creazione del database interno, inserendo quindi anche tutti quei titoli che ad una prima ricerca non erano disponibili.

Pur preferendo graficamente Anobii, Goodreads aveva quella marcia in più che mi permetteva di gestire i miei scaffali virtuali senza intoppi. Ne sono perciò stata un'utente attiva fino alla primavera dello scorso anno, fermandomi solo quando la mancanza di tempo ed energie mi sono venuti meno.

Oggi mi ero ripromessa di tornare su Goodreads per aggiornare le mie letture, ma... ORRORE! Non è più possibile aggiungere libri non presenti in database! O meglio: per farlo occorre richiederlo ai volontari del sito. Per me, che leggo spesso titoli fuori catalogo o introvabili, è una grande scocciatura.

A questo punto la domanda è: rimango "attiva" su quei due siti solamente per leggere le recensioni altrui - che è poi la cosa che più mi interessa - oppure mi tocca fare buon viso a cattivo gioco? Personalmente, pur non essendo chissà quale cima nella scrittura e nella critica, a me fa anche piacere dare un mio piccolo parere su un libro, perchè so che può essere utile a chi decide di affrontare (o meno) la medesima lettura.  A maggior ragione, poi, se il libro in questione è di difficile reperibilità. 

Se, invece, conoscete siti simili e meno "problematici", ben vengano i suggerimenti.

Grazie! 

martedì 11 aprile 2023

Anna

Negli ultimi giorni ho tirato un sacco di accidenti nei confronti di un file Excel che mi ha fatto tribolare come non mai, motivo per cui non mi sono fatta viva. In realtà il file mi sta facendo ancora vedere i sorci verdi ma spero ardentemente di riuscire a trovare una via di uscita. Anzi, lancio un appello: se qualcuno ha esperienza con i fogli di calcolo elettronici mi faccia un fischio perchè io e i numeri non siamo mai andati d'accordo. E meno male che sono un tecnico informatico!

Mi ero ripromessa di scrivere qualcosa di importante, in questi giorni, un post che parlasse di amicizia e di cose belle. Di come alcune persone riescano a toccare le corde del nostro cuore in modo del tutto inaspettato.
Ed è da un po' che vorrei scrivere di Anna, una persona speciale che ha saputo conquistarmi in pochissimi giorni e che è diventata un'amica cara e preziosa. 

Nell'estate del 2021 ho lavorato in albergo, occupandomi della preparazione e somministrazione delle colazioni e della gestione della reception.

Una mattina arriva in sala questa signora: i 70 li ha passati già da un po' di tempo, è sicuramente più vicina agli 80, ma è bella arzilla, allegra, si nota subito che le piace chiacchierare senza essere invadente. Mi chiede due croissant e un succo di frutta, poi si siede sola soletta ad un tavolino di fianco ad uno dei miei due banconi. Fa colazione con tutta tranquillità, ogni tanto la vedo che messaggia con qualcuno al cellulare. 
Quando termina di mangiare, si alza, mi saluta con un bel sorriso e se ne va. 
Il mattino dopo, non essendoci molto movimento, facciamo qualche chiacchiera. Dall'accento ho compreso che è toscana e credo di riconoscere anche la zona di appartenenza: non avendole fatto io il check-in, mi butto. "Lei per caso è di Pistoia? Ha un accento molto familiare!" 
Lei mi sorride come se le avessi detto "Ho un croissant alla marmellata grande così" e mi dice: "Vivo a pochi km da XXX, è della zona anche lei?"
"No", le rispondo, "ma il mio migliore amico abita proprio a XXX, sono praticamente di casa!"
Ed è nato tutto così, in maniera molto semplice e spontanea. 
Ogni mattina le tenevo da parte il suo croissant preferito e, avendo visto quale fosse il suo tavolino preferito, le facevo già trovare pronto il succo di arancia e qualche golosità. 
E quando possibile ci fermavamo a parlare, raccontandoci un po' di noi, delle nostre vite, di quanto fosse cambiato il luogo di villeggiatura in cui ci trovavamo (e dove anche io da piccola trascorrevo le vacanze con i miei genitori).

Anna è rimasta in albergo per qualche settimana. Il penultimo giorno la vedo entrare in sala con un'espressione molto triste: "Sa," mi dice "sono contenta di tornare a casa, ma sono anche triste perchè poi non ci vedremo più e io mi sono affezionata tanto!"
In quel momento mi si scioglie il cuore. Non solo perchè, egoisticamente, anche lei mi sarebbe mancata molto, ma perchè proprio non me lo aspettavo.
La risposta mi è uscita di getto: "E perchè non dovremmo vederci più? Io almeno un paio di volte all'anno scendo a XXX, vediamoci, no?"
L'Anna ha cambiato subito espressione. Le ho visto brillare gli occhi, come ad una bimba. 
"Davvero?" 
"Ma certo che sì!" le rispondo.
"Allora domani mattina le lascio il mio numero e il mio indirizzo di casa!"
E così ha fatto. 
L'ultimo giorno mi ha dato una bella mancia ed un "pizzino" con i suoi recapiti. 
"Allora ci sentiamo, eh? Così torno a casa più contenta".

Certo che ci siamo sentite. 
E che mi ha chiesto di smetterla di darle del lei perchè ora siamo amiche. 
E, sì, certo che sono andata a trovarla, sono anche stata a casa sua con il mio Signor Marito, che le è piaciuto proprio tanto perchè "si vede che è un bravo ragazzo e siete fatti per stare insieme". 

"Anna", le ho detto, "quando ci sposiamo, però, ci devi venire al nostro matrimonio!"
"Ma davvero? Io che sono così vecchia in mezzo a tutti voi giovani?"
"Ma se hai più fibra di tutti noi messi insieme!" le ho risposto. "A proposito... Ma quanti anni hai?"
"Eh, sono una ragazzina di 92 anni".

Ditemi dove fare la firma per arrivare a 92 anni così. E con un cuore grande così.