martedì 8 ottobre 2019

Riflessioni post-Mabon


Dopo diversi giorni trovo finalmente il tempo di esprimere a parole quanto è accaduto la sera di Mabon e quanto ciò sta in parte rivoluzionando i miei pensieri - ovviamente in bene. 
La sera del 23 Settembre, assieme ad un'amica, ho partecipato ad un evento proposto dalla Casa della Dea, associazione di Spinea (VE) che si occupa principalmente di promuovere iniziative legate al paganesimo, in particolare associate alla corrente avaloniana. 

Durate la serata, dopo una meditazione collettiva (cosa a cui non avevo mai partecipato ma che mi ha positivamente colpita) abbiamo percorso un labirinto, lasciando al di fuori di esso un simbolo di ciò di cui vogliamo liberarci. Al centro, invece, un contenitore ove i simboli di ciò che vogliamo (continuare) a portare con noi nel nostro cammino. 

Com'è stato? Credo che "liberatorio" sia il termine corretto. 
Cosa ho deciso di lasciare fuori dal mio percorso? La pesantezza, sia mentale che fisica, e il doloroso ricordo di una persona con la quale nulla voglio più avere a che fare nella vita. 
Ad ogni passo percorso all'interno del labirinto cercavo di immaginare questi pesi distaccarsi, riducendosi a brandelli, e disperdersi per strada, dissolversi nel vento. Un passo dopo l'altro, un battito di tamburo ed un battito del cuore, fino al centro del labirinto. 
Lì ho recuperato il simbolo di ciò che voglio ottenere e mantenere (un disegno che ora porto con me ogni giorno), poi ho percorso la spirale opposta del labirinto, uscendone sollevata e libera. 

Al termine di tutto il percorso, comprese le meditazioni sui simboli dell'olio, del vino, dell'aceto e del sale, ho cercato di mettere assieme tutti i pezzetti di ciò che ho vissuto e percorso fino ad ora, in attesa di trovare la chiave, l'illuminazione.... Non so nemmeno io esattamente come spiegare che cosa stessi effettivamente cercando. Forse la spinta giusta, ecco. 

E sono giunta ad una conclusione: la spinta, la chiave, è sempre stata la creatività. Purtroppo negli ultimi anni questa è stata abbandonata, in funzione di una maggiore razionalità richiesta dal lavoro e dalle responsabilità familiari. Ebbene, non dovevo abbandonarla. Mi sono lasciata andare, ho messo in un angolo i miei sogni, e mi manca da morire quella sensazione di farfalle allo stomaco quando componi una nuova canzone, dai vita ad un nuovo giro di basso o, più semplicemente, ti ritrovi con i giusti musicisti a suonare la giusta musica. Così come mi manca la voglia di tornare a disegnare: quanta nostalgia nel vedere le mie matite colorate, anche se tutto sommato sono sempre stata una schiappa e per lo più disegno solo omini stilizzati! Eppure mi mancano anche loro!
Mi manca poter dedicare tempo ai miei blog, mi manca giocare di ruolo, mi manca quel mondo di fantasia che ero riuscita a creare e in cui mi rifugiavo per evadere da tutto e da tutti. 
E' giunto il momento di ritrovare il tempo per tutte queste cose. Non so come, non so quando, ma ne ho bisogno. 

In più ho avuto una piccola illuminazione, a cui ancora non sono riuscita a dare un significato. Durante la meditazione ho visto il legno. Rami, alberi, assi di legno, case di montagna costruite in legno. Magari sono i miei amati boschi che mi reclamano, di cui ho bisogno per ritemprarmi. O forse è solo il legno con cui sono costruiti i miei due bassi. Devo comprendere meglio che cosa questo legno sta cercando di dirmi. Per ora sto cercando di fare caso a tutto ciò che di legno si presenta lungo il mio cammino ma... Non trovo nulla. Attenderemo. 

Ultimo ma non ultimo. Se qualche anno fa è stato proprio grazie ad una meditazione (solitaria) fatta durante la notte di Mabon a mostrarmi la mia vita passata ed i collegamenti con quella attuale, quest'anno dopo Mabon ho trovato sul mio cammino una persona il cui aspetto ricorda molto qualcuno che, durante quel sogno lucido, ho visto. La cosa mi impaurisce e, al tempo stesso, mi incuriosisce. Da una parte vorrei indagare, dall'altra temo di prendere delle cantonate. Il mio sesto senso, però, mi consiglia prudenza, quindi meglio restare in attesa. 
(Per chi se lo chiedesse: no, nulla a livello amoroso. Sono già felice nella mia nuvoletta rosa da due anni.)

Vedremo che cosa mi riserva il futuro. 

Photo by me: tramonto sulla Burana (FE)

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