Proveranno a dirti chi sei per tutta la vita. Tu reclama il tuo spazio e dimostra chi sei davvero. Se vuoi che ti guardino diversamente, datti da fare. Se vuoi che le cose cambino, devi riuscire a cambiarle tu stessa, perché al mondo non esistono Fate Madrine
..*O*.. C'era una volta ..*O*..
Chi si cura delle gioie o dei dolori delle streghe? In entrambi i casi esse sono lontane dall'umanità comune. Se le streghe sono felici, è perché hanno ottenuto le loro gioie a prezzo della loro anima. E se soffrono in modi che non possiamo conoscere, quando sono abbandonate dal loro oscuro Signore, il loro dolore non è che la sorte meritata dai malvagi. Eppure sono donne, hanno un cuore di donna.
)O( Margaret St. Clair - I dolori delle streghe )O(
Dalle tue ceneri, Pontilla fioriscano viole e gigli e possa tu sbocciare ancora nei petali della rosa, del croco profumato, dell'eterno amaranto e nei bei fiori della viola bianca affinché, come il narciso e il mesto amaranto, anche il tempo che ha da venire abbia sempre un tuo fiore. Infatti, quando già di Filippo lo spirito dalle sue membra stava per sciogliersi ed egli l'anima sulle labbra aveva, piegandosi sul pallido sposo, Pontilla la vita di lui con la sua scambiò. E gli Dei spezzarono un'unione così felice: per amor del suo dolce sposo morì Pontilla, vive ora contro la sua volontà Filippo, sempre anelando di poter presto confondere l'anima sua con quella della sposa che l'amò tanto.
*..O..* Iscrizione sulla tomba-tempietto di Attilia Pomptilla *..O..*
La mia opinione oggi sai tu qual è? Che quei rimedi empirici, tradizionali siano i resti, i frammenti della segreta scienza antica, e anche, più probabilmente, di quell'istinto che noi possiamo oggi verificare nelle bestie.
**~Luigi Capuana - Un vampiro~**
See me now, a ray of light in the moondance
See me now, I cannot leave this place
Hear me now, a strain of song in the forest
Don't ask me, to follow where you lead.
🍁The willow maid - Erutan🍁
Una voce arrivò dalle sue spalle. Una voce che Laura non aveva mai sentito.
«Ti aspettavo» disse la voce.
Una donna era ferma sulla soglia della casa senza finestre e sorrideva, con la cortesia del sorriso che si offre per accogliere uno sconosciuto. L’intensità del suo sguardo rendeva difficile resistergli e Laura ne fu ipnotizzata.
Uno strano amuleto fatto di ramoscelli intrecciati pendeva dal suo collo, tenuto insieme da nastri di cuoio. Indossava un abito grigio, chiuso in vita da un grembiule scuro. I capelli erano neri, fluenti, e lo scialle dava più l’impressione di accarezzarli che di nasconderli. Il suo viso era di una giovane di venticinque o trent’anni, ma le mani, notò Laura, erano piene di macchie e di rughe. Quelle mani erano tese verso di lei come se avessero voluto abbracciarla. O rapirla.
—(•·÷[ La città delle streghe - Luca Buggio ]÷·•)—
La neve cade, la neve cade,
come se non cadessero i fiocchi,
ma in un mantello rattoppato
scendesse a terra la volta celeste.
***)O( Boris Pasternak )O(***
«Tu hai paura, sì . E questo è molto saggio.» Gli occhi verdi della donna brillavano al sole come due specchi. «Ma la saggezza non basta.»
«Non basta per cosa?» Laura alzò appena la voce, per questo si stupì di vedere i lineamenti della vecchia contorcersi per qualcosa che era paura e dolore insieme, come se a colpirla fosse stato un tuono anziché un sussurro. Rincuorata da quella manifestazione di forza che non immaginava di possedere, ripeté:
«Non basta per cosa? Ditemelo!»
«Non basta la saggezza e non basta essere nati con la camicia. Se non ti insegnano niente, tu non sei niente. [...]»
—(•·÷[La città delle streghe - Luca Buggio]÷·•)—
Lei era di una bellezza molto curata, i capelli castani raccolti in una crocchia sulla nuca e gli abiti candidi, molto virginale. La sua pelle era bianchissima, appena rosata sulle gote, e gli occhi nocciola spiccavano come due gemme vibranti dall’ovale gentile, dalla forma armonica. Novelli sposi, lei doveva essere molto giovane, infatti mi sembrava una bambina, così raggiante e pura; e anche lui era giovanissimo, e così protettivo da sembrare addirittura goffo.
Rimasi scioccata quando seppi che lei aveva solamente un anno in meno di me, ma non lo diedi a vedere e naturalmente non rivelai la mia età.
Quando fui nella mia camera, esaminai il mio volto e il mio aspetto allo specchio. Mi domandai se fossi mai stata simile a quella fanciulla, se mai avessi avuto l’innocenza e la gioia sulle guance. Chissà. Forse se i miei capelli non fossero stati così arditi, magari il mio sguardo sarebbe stato meno malizioso, il mio volto meno consumato. “Consumato” non era il termine esatto, perché scoppiavo di salute anche dopo quello che mi era successo. Ma perché lei era così fresca, così spontanea, così innocente rispetto a me, anche se indossavo una camicia da notte bianca, quanto bianco era il suo vestito?
Non sarei mai più somigliata a una giovane sposina felice. La lieve ruga di sconcerto in mezzo alla mia fronte era un ricamo che dava un certo carattere all’espressione.
Sorrisi e poi arrossii pensando ad Arthur, non so nemmeno io il perché; e con quei pensieri mi misi sotto le coperte e spensi la luce.
Mentre dormivo, qualcosa mi svegliò: non era stato un rumore, ma una sensazione. Vidi la mia farfalla alzarsi in volo da chissà dove e avvertii l’aria fredda provenire dalla finestra aperta. Così mi alzai per andare a chiuderla, protestando con me stessa perché ero certa di averla serrata. Nonostante la pioggia, era una nottata molto chiara perché la luna splendeva solenne, d’argento puro.
Non appena richiusi le imposte, un fruscio, un lieve soffio di fiato dietro la mia testa, mi richiamò la figura incappucciata che mi osservava.
Yali Ou Amethista ๑۩۞۩๑ La farfalla d'ombra ๑۩۞۩๑
A Villafranca, il silenzio notturno era interrotto dal soffio del vento e dal ruggito delle onde che si spezzavano contro la scogliera, o dai versi delle bestie della fattoria. Al Balòn la notte era animata da urla, pianti, risa e canti sconci di ubriachi, rumori di passi sulla strada, ululati di cani. I serramenti della baracca chiudevano male, facendo entrare spifferi d’aria e la puzza delle concerie.
Ma il silenzio, quando arrivava, era ancora più inquietante: come se qualcosa avesse posseduto il potere di spegnere ogni rumore. Qualcosa alla cui presenza i cani smettevano di abbaiare, gli uomini di ridere o urlare, i bambini di piangere. Qualcosa (o qualcuno) di maligno.
—(•·÷[ La città delle streghe - Luca Buggio ]÷·•)—
Anche se molto è stato preso, molto aspetta; e anche se
noi non siamo ora quella forza che in giorni antichi
mosse terra e cieli, ciò che siamo, siamo;
un’eguale indole di eroici cuori,
fiaccati dal tempo e dal fato, ma forti nella volontà
di combattere, cercare, trovare, e di non cedere.
—(•·÷[Ulisse - Lord Alfred Tennyson]÷·•)—
I pensieri spiacevoli non chiedono mai perdono per la loro permanenza, ma richiedono una cerimonia ben precisa e complicata perché sia effettivo il loro provvidenziale accomiatarsi.
Yali Ou Amethista ๑۩۞۩๑ La farfalla d'ombra ๑۩۞۩๑
L'estate indiana è come una donna: morbida, calda, appassionata, ma incostante. Va e viene come e quando le pare e nessuno sa se arriverà davvero né per quanto si tratterrà. Nel New England settentrionale l'estate indiana tarda un poco l'avanzare dell'inverno e porta con sé l'ultimo tepore dell'anno. È una stagione che non esiste e che vive fino al sopraggiungere dell'inverno, con la sua coorte di ghiaccio, di alberi spogli, di brina. I vecchi, ai quali i venti rigidi hanno succhiato la giovinezza, sanno che l'estate indiana è un inganno e che la si deve accogliere con sospetto e cinismo. Ma i giovani l'attendono con ansia, scrutano il cielo grigio d'autunno alla ricerca di un segno che ne annunci l'arrivo. E a volte i vecchi, pur conoscendo la verità, aspettano insieme ai giovani, con gli stanchi occhi invernali rivolti al cielo, e cercano le prime tracce dell'ingannevole dolcezza.
(¯`·._.·[Grace Metalious - Peyton Place]·._.·´¯)
Poi in certi rari giorni di vento, in autunno o in primavera, in fondo ai viali di Milano comparivano le montagne. Succedeva dopo una curva, sopra un cavalcavia, all'improvviso, e gli occhi dei miei genitori, senza bisogno che uno indicasse all'altra, correvano subito lì. Le cime erano bianche, il cielo insolitamente azzurro, una sensazione di miracolo. Quaggiù da noi c'erano le fabbriche in tumulto, le case popolari sovraffollate, gli scontri in piazza, i bambini maltrattati, le ragazze madri; lassù la neve.
(¯`·._.·[Paolo Cognetti - Le otto montagne]·._.·´¯)
Vive nel verde che sbuca tra la neve, vive negli steli fruscianti del morente grano d'autunno, vive dove i morti vengono per un bacio, e i vivi inviano loro preghiere. Vive nel luogo in cui si fa il linguaggio. Vive di poesia e percussione e canto. Vive di quarti di tono e di note di passaggio, e in una cantata, in una sestina, nei blues. E' l'attimo che precede l'ispirazione che ci abbaglia. Vive in un luogo lontano che si apre un varco verso il nostro mondo.
Oo°‘ ̈Donne che corrono con i lupi - Clarissa Pinkola Estés ̈‘°oO
Ogni anno l’autunno gli porta di questi sentimenti. Bisogno di silenzi, di solitudine, di ricordi. Bisogno di dormire. Di ricapitolarsi. Bisogno d’interiorità. La terra lo chiama a sé e lo invita a raccogliersi.
Oo°‘ ̈Camere separate - Pier Vittorio Tondelli ̈‘°oO
LA STRADA NON PRESA
Due strade divergevano in un bosco d'autunno
e dispiaciuto di non poterle percorrere entrambe,
essendo un solo viaggiatore, a lungo indugiai
fissandone una, più lontano che potevo
fin dove si perdeva tra i cespugli.
Poi presi l'altra, che era buona ugualmente
e aveva forse l'aspetto migliore
perché era erbosa e meno calpestata
sebbene il passaggio le avesse rese quasi uguali.
Ed entrambe quella mattina erano ricoperte di foglie
che nessun passo aveva annerito
oh, mi riservai la prima per un altro giorno
anche se, sapendo che una strada conduce verso un'altra,
dubitavo che sarei mai tornato indietro.
Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra molti anni:
due strade divergevano in un bosco ed io -
io presi la meno battuta,
e questo ha fatto tutta la differenza.
—(•·÷[ Robert Frost ]÷·•)—
Accade spesso che quando ci si fa forza per non piangere basta che qualcuno sfiori appena la nostra pelle, con una carezza o semplicemente con un retrogusto d’affetto, che le lacrime trattenute per orgoglio o per compostezza sgorghino libere come se si fossero rotti degli argini immaginari. Perché il conforto di quel gesto tocca il vivo dei nostri nervi guastati.
—(•·÷[La farfalla d'ombra - Yali Ou Ametistha]÷·•)—
Provare a togliergli ciò che era suo era come provare a togliere al Duca il palazzo nella piazza del Castello: significava mettere il mondo alla rovescia, e lui non aveva alcuna voglia di iniziare a vivere con la testa all’ingiù.
—(•·÷[Luca Buggio]÷·•)—
In una remota notte dimenticata,
Sette erano le Sentinelle
che vegliavano dall'alto dei Cieli.
Trepide vegliavano, timorose,
del giorno cupo in cui
le stelle lasciarono i loro posti,
vegliavano la Nera Stella del Fato.
Sette le Sentinelle,
strisciano in punta di piedi,
Sette Stelle sgusciano via,
silenziose, dalla loro nicchia,
sotto la coltre
protettrice del cielo.
La Stella Nera si libra
silenziosa fra le ombre,
fra le ombre s'insinua,
in attesa che cali la Notte.
Sulla montagna
incombe, indugiando,
oscura: un corvo avvolto
in una nuvola cremisi.
A una a una le Sette
cadono come ombre.
Ombre di stelle, cancellate
in una vampa di sole senza stelle!
In una pioggia di fiamme,
Sette Stelle cadono
nere sulla Nera Stella del Fato!
Trema la montagna!
Il tuono scuote l'orizzonte,
il tuono sulla vetta!
Mentre le Sette Sentinelle
cadono come pioggia,
pioggia di stelle cadenti,
fiammeggianti comete cadono
sulla Stella Nera!
L'Oceano si agita per il tormento,
crollano, rovinano i monti!
Sommersa giace la Stella Nera.
Il Giorno del Giudizio è compiuto!
Sette Stelle cadute,
cadute dai Cieli,
cadute dalla corona dei Cieli,
sepolte là ove cadde la Stella Nera!
Manoha il Misericordioso, Signore di Splendore,
risollevò le sepolte,
la Stella Nera bandì
per l'eternità,
finché Egli si leverà nella luce.
Le Sette Buone Sentinelle
risollevò in splendore.
Coronando la montagna,
alte sulla Montagna Stellata,
ardono le Sette Sentinelle,
i sette Guardiani
della Terra e del Cielo.
(¯`·._.·[ (Le luci di Atlantide - M. Z. Bradley) ]·._.·´¯)
Così gli parlò Artù, tirando un respiro rauco:
"Ora vedo dai tuoi occhi
che ciò che ti ho detto è stato fatto!
Parla chiaro: cos'hai visto o sentito?"
E il coraggioso Sir Bedivere rispose:
"Maestà, ho chiuso gli occhi affinchè le gemme
non accecassero la mia volontà,
perchè non ho mai visto,
nè vedrò mai qui o in qualasiasi altra parte,
finchè non morirò, anche se dovessi vivere
tre vite degli uomini mortali,
una meraviglia come quella impugnatura.
Allora, con entrambe le mani,
l'ho lanciata facendola roteare ma,
quando ho guardato di nuovo,
ho visto un braccio coperto
di sciamito bianco, mistico, meraviglioso,
che l'ha presa per l'impugnatura,
l'ha brandita tre volte,
e l'ha portata poi sotto al lago."
¸.´)(`·[ (La morte di Artù - Alfred Tennyson) ]·´)(` .¸
Quella notte la Natura cantò per i lupi.
Cantò con la voce struggente della neve,
dei fiori che attendevano la primavera,
della terra su cui riposano gli spiriti.
Solo gli umani non si accorsero di quel canto.
Loro avvertirono soltanto il Silenzio.
Il Canto della Notte *(* Camilla Morgan-Davies *)*
Che cosa ti spaventa? E' il buio?
E' il vento che si alza prima di un temporale, il sapore umido nell aria che ti spinge a correre a casa, al sicuro del tuo focolare?
Oppure è qualcosa di più profondo, di molto più spaventoso, un mostro abissale che hai scorto solo in parte,
il vasto ignoto della tua anima, dove i segreti si radunano con terribile potere, il buio interiore?
Se ascolterai, ti racconterò la storia di come ci siamo ritrovate in un regno dove si creano i sogni, si sceglie il destino e la magia è reale come l'impronta della tua mano sulla neve.
Una grande e terribile bellezza - Libba Bray -
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