In questo periodo, leggendo "I luoghi magici del mondo" di Laura Rangoni, ho fatto una scoperta molto interessante. La città di Matera pare che debba il proprio nome ad un'antica e forte presenza del culto dedicato alla Grande Madre (Mater Dea).
Qui veniva infatti venerata la Dea Mefitis o Mefite, una pacifica divinità legata al raccolto, alle acque e alla nascita. Proprio per il suo stretto legame con queste tematiche, Mefitis non solo era accostata ad elementi simboleggianti l'abbondanza (come, ad esempio, cornucopie ricolme di frutti), ma veniva anche ricordata come mediatrice nel passaggio tra vita e morte, stagione calda e stagione fredda, notte e giorno.
Proteggendo le sorgenti sotterranee della città nel proprio grembo, diede vita ad un forte culto delle acque, testimoniato da misteriosi monumenti tutt'ora visibili in località Murgia Timone. Costituiti da un doppio cerchio di pietre al cui centro si apre un foro nel terreno, questi ci conducono all'ipogeo, il ventre della Madre Terra, ove venivano raccolte le acque termali e solforose, capaci di curare malattie sia umane che animali. A darne ulteriore testimonianza, il grembo della città di Matera è tutt'ora ricco di antri e cunicoli.
In città viene venerata la Vergine Bruna, una Madonna molto particolare e dalle forme arrotondate, legata come Mefitis alla protezione di acque e raccolti. Nell'intera Basilicata sono tuttavia presenti numerosi luoghi dedicati al culto delle acque. Basti, ad esempio, ricordare Lavello, in provincia di Potenza, dove è stato ritrovato un tempio dedicato a Mefitis.
(Ipogeo Matersum, foto da www.ipogeomaterasum.com)
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