Siccome, però, pur sempre di musica si tratta, ho trovato un bellissimo articolo tratto dalla rivista "Assi e Stelle della Radio" del 1941 che riassume molto bene il mio pensiero, non solo nel periodo sanremese ma, in generale, in concomitanza di qualsiasi tipo di manifestazione musicale. Sagre di paese comprese.
Dir male della canzone, come alcuni fanno, è come dir male dei fiori, che vivono, si sa, quanto vive un fiore, e poi si seccano, ma non muoiono completamente, conservando, a distanza d'anni, tra le dimenticate pagine d'un libro, negli impalliditi colori, il ricordo del vivo colore di un giorno, nel lieve, quasi sparito sentore di profumo quello del profumo che un giorno c'inebriò.
Così la canzone: ha breve vita, spesso quella d'una stagione, ma, dimenticata per anni, ritorna improvvisamente un giorno, prima che all'orecchio al cuore, a ricordarci un'ora, un momento della nostra vita, e sempre una grata ora, sempre un dolce momento: legata ai ricordi del passato, mai ne risuscita i tristi, i dolorosi, ma i più belli, quelli dell'amore, della gioventù, della guerra, pur se li veli, con la lontananza, d'una dolce, sottile malinconia. Vecchi, riudendo per un momento nel cuore il dimenticato motivo d'una canzone, non torniamo a sentirci, per quel momento, giovani, animati da quegli stessi perduti affetti per i quali un giorno palpitammo? E se solo il motivo ricordiamo, o la traccia del motivo, e non le parole, e, vaga e indistinta, quella musica non ci risuscita un determinato volto o un certo luogo, non è un amore, allora, che ci torna alla memoria, o un luogo, o un'ora della nostra gioventù, ma è l'amore, è tutta la gioventù che ritorna, finiti, passati, ma non perduti se poche note di violino o di pianoforte bastano a risuscitarli nel nostro cuore.
Uomini, non torniamo fanciulli nel sentire le note d'una canzone che cantò la mamma?
Si accusano le canzoni di troppa semplicità, di troppa ingenuità nelle parole e nei concetti: ma semplici, elementari sono i sentimenti ch'esse esprimono: il sentimento del dolore, dell'amore, della gioia, della guerra.
Si accusano di poche, ridicole rime; si fa dell'ironia su certe canzonette che per necessità di rima accomunano al concetto della "passion", quello, magari, del "termosifon"; di troppi occhi, di troppe luci "blu", di troppe "virtù", di troppi "tu"; di soverchio spreco di "ardor", "amor", "cuor", "furor", "candor", "onor" e "disonor": ma vorrei seguire, inavvertito, questi accusatori, certo che in segreto, nel silenzio della loro cameretta, canticchiano le canzoni di cui tanto in pubblico dicono male, per dare al cuore quello sfogo di cui ha bisogno. Le canzoni sgorgano dal cuore di modesti poeti, mediocri quanto volete, ma esprimenti i sentimenti del popolo, quei sentimenti ingenui, semplici, elementari, che hanno bisogno appunto di parole semplici, e sempre delle stesse parole perchè i sentimenti sono sempre gli stessi.
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Non si possono accusare le canzoni d'immortalità, di fatuità, e d'altre cose in "à": le canzoni sono lo specchio fedele del tempo in cui si vive.
La rivista contenente l'intero articolo la trovate sul sito http://www.ildiscobolo.net/ una vera miniera d'oro per gli amanti della canzone italiana da fine ottocento in poi.
il bello delle canzoni è proprio che possono avere più livelli di comunicazione, ed ognuno poi si può trovare quello che gli risuona di più dentro. Ci sono vari livelli e anche gli uomini (e le donne) sono vari
RispondiEliminaPer fortuna
E per sfortuna alle volte
Ciao Alberto! Bravissimo, hai proprio colto lo scopo di quanto ho riportato: ognuno di noi ha una propria sensibilità che gli permette di apprezzare (o non apprezzare) una canzone in maniera completamente differente rispetto ad altri.
EliminaPoi ci sono anche quelli che non apprezzano mai niente... Perchè sono polemici di natura, ma sotto sotto qualcosa se la canticchiano anche loro! xD
Quanto è vero!! Quanti ricordi può suscitare una canzone, risvegliando anche le emozioni di quel momento.
RispondiEliminaBelle o brutte, entrano nella nostra memoria e non si riattivano mai da sole ma accompagnate da una cascata di visioni e sentimenti.
Un abbraccio
Pensa che ci sono alcune canzoni che, riascoltandole dopo molto tempo, mi ricordano addirittura i luoghi in cui mi trovavo quando le ascoltavo. Come se mi trovassi una fotografia davanti agli occhi. Ad esempio "Invincible" di Capone-N-Noreaga, se la ascolto chiudendo gli occhi mi rivedo di notte sull'Intercity Bologna-Lecce... Avevo 20 anni e la vita per me era appena iniziata...
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