Sono pochi i libri che sono riusciti a farmi piangere come una fonatana: "Via col vento" di Margaret Mitchell, "La ragazza delle arance" di Jostein Gaarder, "I ponti di Madison County" di Robert James Waller e, dulcis in fundo, "La casa sull'argine" di Daniela Raimondi.
Questo libro era nella mia wishlist da diverso tempo, se non altro per la curiosità di leggere un romanzo ambientato in un luogo che conosco molto bene e che si trova a pochi km da casa mia: Stellata di Bondeno. Il borgo di Stellata è famoso per due cose: il Mercatino mensile dell'Antiquariato e dell'Usato e il Bundan Celtic Festival. Avendocelo, come dicevo, a pochi minuti da casa mia, posso dire di essere cresciuta sognando di tempi antichi all'ombra della Rocca Possente.
Quando ho iniziato la lettura di "La casa sull'argine" mi aspettavo di trovarmi di fronte ad una saga familiare, nè più nè meno. Nulla di più sbagliato: mi sono ritrovata a far parte della famiglia anche io.
I Casadio sono una famiglia come tante: vivono in questa terra di confine tra Emilia, Veneto e Lombardia, sono lavoratori instancabili, gente semplice e genuina. Tale "normalità" (se così vogliamo definirla) viene però scossa quando, nel 1800 (anno tondo tondo), Giacomo Casadio si innamora della zingara Viollca. Pochi anni prima, infatti, una carovana di gitani è rimasta bloccata nei pressi di Stellata a causa di un incidente e delle avverse condizioni metereologiche (qui da noi tra nebbia ed intemperie non ci si fa mai mancare nulla) e da allora hanno iniziato a convivere più o meno pacificamente con gli abitanti della zona.
Giacomo di donne non ne voleva nemmeno sapere: viveva nel suo mondo, fatto di sogni e pensieri, grandi speranze ed altrettanto enormi delusioni. Viollca riesce però in qualche modo a conquistarlo. I due si sposano, seppur con enorme disappunto della famiglia Casadio, ed dalla loro unione nasce un figlio al quale viene dato l'estroso nome di Dollaro. Tuttavia la storia non ha un lieto fine: Giacomo, da tempo in lotta contro quella che ai giorni nostri sarebbe riconoscibile come una terribile forma di depressione, decide di togliersi la vita impiccandosi ad una trave della camera da letto.
Viollca non si da pace: teme che tutta quella sofferenza sia stata una punizione ultraterrena nei suoi confronti per non aver sposato qualcuno scelto dal padre bensì un "gagè" (un non zingaro). Temendo che anche il figlio possa seguire un giorno il triste esempio del padre, decide di recuperare i vecchi tarocchi - che dal giorno del matrimonio aveva nascosto in una cassettina in fondo all'armadio - ed interrogarli sul futuro di Dollaro. Il quale, per la cronaca, dalla stirpe zingara ha ereditato qualcosa di molto potente: riesce a vedere i defunti e parlare con essi.
Brutta bestia la depressione quando arriva. Spiazza sempre tutti. Non solo chi ne è preda ma anche le persone che gli stanno a fianco. Una storia vera. Penso anch'io che possa suscitare una forte emozione. Poi le storie, quando riguardano i luoghi in cui vivi, ti appassionano ancora di più.
RispondiEliminaHo letto diverse recensioni del libro. Tutte positive. In un certo senso la storia ti rappresenta e ti fa sentire un personaggio del romanzo.
RispondiEliminaScrivi molto bene. Hai mai provato a cimentarti nell'avventuroso mondo del libro?
Complimenti, recensione intensa per un libro che è anch'esso tosto parlando anche di depressione e se ho inteso bene essendo anche una storia vera.
RispondiEliminaNon conosco questo libro ma la tua recensione è così sentita che mi hai fatto venir voglia di leggerlo. Ciao
RispondiEliminaNon conosco questo libro e confesso che è da un bel po' che non faccio un giro in libreria... Hai fatto una bellissima recensione e da come l'hai presentato, questo romanzo dev'essere appassionante. Storia d'amore travagliata con un po' di tragedia, un po' di magia, il succedersi delle generazioni...mi è venuto in mente "La casa degli spiriti", una delle poche saghe che ho letto. Penso che l'ambientazione sia stata per te un'attrazione in più, abitando proprio vicino a quei luoghi. Ciao, Miryam!
RispondiEliminaUn libro intrigante, grazie per la bella recensione.
RispondiEliminasinforosa
Interessante spunto per la lettura.
RispondiEliminaTi auguro un buon fine settimana :-)
https://giorgiorusso2.blogspot.com/
Anche io adoro Via col Vento!
RispondiEliminaRiguardo questo libro, non lo conoscevo. Lo descrivi in modo appassionante. Un titolo da tenere a mente, soprattutto perchè io stessa mi rivedo nella categoria "sognatori che non mollano".