Ispirata nelle mie letture da Violet, fondatrice del Tempio della Ninfa, un mesetto fa ho intrapreso la lettura di due libri dallo stesso titolo, entrambi legati alla figura leggendaria delle Selkie, e non posso farne a meno di parlarne sul mio blog. Anni fa ero abbastanza brava nel recensire libri, ma ahimè, con il tempo ho perso la mano. Talmente avvezza a sentirmi criticare, ho iniziato ad essere ancor più critica verso me stessa. Perciò mi scuso con chi dovesse incappare in queste mie pagine, probabilmente si ritroverà di fronte ad un'accozzaglia di parole.
Il primo libro di cui parlerò è quello di Su Bristow, autrice cornica (ovvero della Cornovaglia) dallo stile incantevole e senza tempo. Le pagine scorrono velocemente, è difficile staccarsene, ancor più difficile stancarsene. La storia si basa sulle leggende scozzesi in cui le protagoniste sono le Selkie, fanciulle foca che, in alcuni periodi dell'anno, si spogliano nottetempo delle loro pelli animali per divenire donne di rara bellezza. Ed è proprio in una di quelle notti che Donald, un giovane pescatore con ben poca esperienza di vita "sociale", si accorge di un gruppo di Selkie intente a danzare sulle sponde di un isolotto. Esse sono meravigliose e scatenano nel ragazzo un istinto primordiale che si trasforma in aggressione carnale nei confronti di una di queste. Rubandole la pelle di foca, decide di farne la propria compagna e, una volta condotta a casa, la sua vita cambierà completamente.
Per quanto il libro non inizi nel migliore dei modi (parliamo comunque di uno stupro in piena regola), Donald riuscirò a riscattarsi, non solo nei confronti di Mairhi - questo è il nome con cui la Selkie verrà chiamata da tutti - ma anche in quelli di tutti coloro che fino a quel momento lo hanno beffeggiato e preso di mira. Diventerà un uomo in piena regola, responsabile ed altruista, mentre si farà strada in lui un sentimento di amore puro e profondo nei confronti della ragazza foca.
Che dire, invece, di Mahiri? A mio avviso una delle più belle figure della letteratura contemporanea. Una donna forte, che non rinnega le proprie origini. Non la sentiremo mai parlare come un vero essere umano, nonostante ne comprenda perfettamente la lingua, ma sa imitare perfettamente i versi degli animali, al cui mondo resta ancora fortemente legata. E, soprattutto, possiede un'innocenza ferina che non può fare a meno di conquistare e commuovere.
La storia di Pelle di Foca è quella di molte donne che, per un motivo o per un altro, si ritrovano a dover sopportare una vita che non gli appartiene e che sembra essere senza una via di uscita: a fianco di un uomo che non amano, all'interno di una situazione lavorativa pesante ma necessaria, bloccate da una malattia invalidante e molto altro ancora. Eppure Mairhi ci insegna che una via di uscita c'è, il segreto sta tutto nel non perdere mai quell'innocenza e quel genuino stupore nei confronti della vita.
<<Per un attimo ancora non si mossero. Lei aprì la bocca e sembrò quasi sul punto di dire qualcosa, ma il suo sguardo fu attirato da un movimento rapido sopra di loro e si voltò per osservare uno stormo di uccellini che volavano via ra l'erica. Poi tornò a guardare lui, alzando le sopracciglia. E all'improvviso la consapevolezza assalì Donald, accompagnata da una profonda meraviglia: "Mi sta insegnando. Mi sta insegnando a leggere le persone. E se usasse le parole quei segnali mi sfuggirebbero come mi è sempre successo.">>