martedì 28 febbraio 2023

Tempus fugit, carpe diem, trote gnam

Ieri ho inziato ufficialmente con lo smart working! Il nuovo lavoro mi piace moltissimo e poterlo fare da casa è un plus che mi permette di riappropriarmi del mio tempo... Tempo che posso utilizzare per sistemare casa, rimettermi finalmente a leggere e dedicarmi di più a Signor Cane che, negli ultimi mesi, ha trascorso un sacco di tempo in solitaria. 

Ero tutta contenta venerdì sera quando, rientrata da Ravenna - dove stavo facendo formazione per la nuova azienda  - ho abbracciato Signor Cane dicendogli: "Da oggi la mamma sarà sempre con te, tutti i giorni!"

Per tutta risposta, sappiate che il Principino DORME DA MANE A SERA. E' lì sul divano anche adesso, e russa come un trattore. Ah, belle soddisfazioni che danno 'sti figli pelosi!

Anche il Signor Futuro Marito ha iniziato un nuovo lavoro. Si sveglia ogni mattina alle 6.00 e io, che potrei dormire almeno fino alle 8.30, mi sveglio assieme a lui. Quelle due ore e mezza, per me, sono un balsamo, e le dedico a quello che più amo: la colazione (eh beh!), la musica, i libri, i radiodrammi e la scrittura. 

Non avete idea di quanto siano preziosi questi momenti, dopo aver trascorso quasi un intero anno con i minuti contati! La nostra casetta è ancora in pieno disordine, ma questo è un disordine "vissuto", non quello prodotto da una famiglia accampata in un dormitorio.

Perchè, se mi volto indietro, è questo che vedo. Abbiamo vissuto una situazione lavorativa tossica dalla quale non riuscivamo a districarci e che ci stava facendo ammalare giorno dopo giorno. Dovevamo pensare al lavoro anche a cena, dopo cena, nel fine settimana. Non staccavamo mai. Quando possibile, nel weekend, fuggivamo letteramente altrove, lasciandoci anche questo "dormitorio" alle spalle. 

La depressione, le crisi di pianto, gli attacchi di panico, piano piano mi stanno abbandonando. E' vero, aver preso 20 kg non mi fa stare bene, nè a livello psichico nè a livello fisico. Ho ripreso con la palestra e spero di poter stare meglio molto presto. C'è da dire che non svegliarmi ogni notte con un attacco di panico è già una bella conquista. 

Intanto mi preparo psicologicamente per venerdì sera: io e il mio compagno di avventure musicali Xela abbiamo un'intervista dedicata al nostro primo progetto assieme. Il 14 febbraio è uscita la nostra canzone e... Ora che ci penso potrei anche linkarla qui. Mio padre dice che con quel pezzo potevamo andare a Sanremo e vincere a mani basse. Secondo me è esagerato, come suo solito. 

giovedì 16 febbraio 2023

Ritorni a sera

Ma non la sentite anche voi quest'aria ormai primaverile? Oggi, causa febbre, non sono andata al lavoro ed ho trascorso la giornata in piena nullafacenza. Anzi, no, diciamo che ho ripreso a rimescolar le vecchie carte (attualmente solo quelle digitali) alla ricerca di qualcosa di particolare da condividere sul mio blog. 

Beh, l'ho trovato. E' una bellissima poesia di Angelina Zucconi, lettrice della rivista Cordelia (un giorno, prometto, ve ne parlerò!) e pubblicata nel n.5 del 1932. 

Oh dolce tornare la sera,

tornare da strade lontane, 

assorti, tra un cantilenare di liete campane. 

Tornare la sera, nell'ora

che l'aria sa un po' d'abbandono,

e il cuore non chiede alla vita che un lungo perdono. 

Io amo la limpida gioia,

che dai tu, mia sera, al tormento

di un giorno trascorso da soli tra il pianto del vento.

La voce che canta: ritorna

che è l'ora, ed il mondo è già nero,

già torbido d'ombre, e sei sola tra tanto mistero.

Le stelle ci vedono allora

tornati da strade lontane, 

raccolti, tra un cantilenare di liete campane.

Chi narra il tormento d'un ansia,

chi l'ombra d'un muto rancore

chi un'ora di gioia, chi l'eco di un cupo dolore. 

E grande è la pace, che stilla 

nell'anima, come un'occulta

sorgente, tra i sassi muschiosi, lontano singulta. 

Ma il cuore, in un attimo solo

di sosta, il tormento di un'ora

dimentica e avido aspetta che sorga l'aurora.

Chi sogna i motori d'acciaio,

chi il mare e un abisso profondo

d'azzurro, chi pensa alle strade infinte del mondo.

E Loro no, sognano i bimbi

più nuovi alla vita, chè forse 

nel cuore son stanchi di tutte le strade percorse.

Ma a sera, nel quieto mistero,

la pallida stella che cade 

a tutti promette la gioia di tutte le strade.





Verosimilmente, i versi potrebbero appartenere alla poetessa ternana Angela Zucconi, colei che l'anno successivo avrebbe pubblicato la sua prima raccolta  "Viaggi senza approdo". 

domenica 12 febbraio 2023

Sanremo sì, Sanremo no... Parte 2

Ieri si è concluso il festival. E, come sempre, non c'è mai nessuno contento dei risultati delle classifiche (io per prima!).

Siccome, però, pur sempre di musica si tratta, ho trovato un bellissimo articolo tratto dalla rivista "Assi e Stelle della Radio" del 1941 che riassume molto bene il mio pensiero, non solo nel periodo sanremese ma, in generale, in concomitanza di qualsiasi tipo di manifestazione musicale. Sagre di paese comprese. 

Dir male della canzone, come alcuni fanno, è come dir male dei fiori, che vivono, si sa, quanto vive un fiore, e poi si seccano, ma non muoiono completamente, conservando, a distanza d'anni, tra le dimenticate pagine d'un libro, negli impalliditi colori, il ricordo del vivo colore di un giorno, nel lieve, quasi sparito sentore di profumo quello del profumo che un giorno c'inebriò.

Così la canzone: ha breve vita, spesso quella d'una stagione, ma, dimenticata per anni, ritorna improvvisamente un giorno, prima che all'orecchio al cuore, a ricordarci un'ora, un momento della nostra vita, e sempre una grata ora, sempre un dolce momento: legata ai ricordi del passato, mai ne risuscita i tristi, i dolorosi, ma i più belli, quelli dell'amore, della gioventù, della guerra, pur se li veli, con la lontananza, d'una dolce, sottile malinconia. Vecchi, riudendo per un momento nel cuore il dimenticato motivo d'una canzone, non torniamo a sentirci, per quel momento, giovani, animati da quegli stessi perduti affetti per i quali un giorno palpitammo? E se solo il motivo ricordiamo, o la traccia del motivo, e non le parole, e, vaga e indistinta, quella musica non ci risuscita un determinato volto o un certo luogo, non è un amore, allora, che ci torna alla memoria, o un luogo, o un'ora della nostra gioventù, ma è l'amore, è tutta la gioventù che ritorna, finiti, passati, ma non perduti se poche note di violino o di pianoforte bastano a risuscitarli nel nostro cuore. 

Uomini, non torniamo fanciulli nel sentire le note d'una canzone che cantò la mamma?

Si accusano le canzoni di troppa semplicità, di troppa ingenuità nelle parole e nei concetti: ma semplici, elementari sono i sentimenti ch'esse esprimono: il sentimento del dolore, dell'amore, della gioia, della guerra. 

Si accusano di poche, ridicole rime; si fa dell'ironia su certe canzonette che per necessità di rima accomunano al concetto della "passion", quello, magari, del "termosifon"; di troppi occhi, di troppe luci "blu", di troppe "virtù", di troppi "tu"; di soverchio spreco di "ardor", "amor", "cuor", "furor", "candor", "onor" e "disonor": ma vorrei seguire, inavvertito, questi accusatori, certo che in segreto, nel silenzio della loro cameretta, canticchiano le canzoni di cui tanto in pubblico dicono male, per dare al cuore quello sfogo di cui ha bisogno. Le canzoni sgorgano dal cuore di modesti poeti, mediocri quanto volete, ma esprimenti i sentimenti del popolo, quei sentimenti ingenui, semplici, elementari, che hanno bisogno appunto di parole semplici, e sempre delle stesse parole perchè i sentimenti sono sempre gli stessi. 

[...]

Non si possono accusare le canzoni d'immortalità, di fatuità, e d'altre cose in "à": le canzoni sono lo specchio fedele del tempo in cui si vive. 

La rivista contenente l'intero articolo la trovate sul sito http://www.ildiscobolo.net/ una vera miniera d'oro per gli amanti della canzone italiana da fine ottocento in poi. 

sabato 11 febbraio 2023

Sanremo sì, Sanremo no...

Finalmente ho di nuovo un pochino di tempo per poter ritornare al mio amato blog. 

Sono stati mesi molto difficili, sfiancanti. La salute ne ha parecchio risentito, se non avessi avuto la mia famiglia (Signor Marito e Signor Cane compresi nel prezzo) ed i miei amici, credo che questa volta non ce l'avrei proprio fatta. 

Ma dal momento che posso finalmente voltare pagina, voglio riprendere le fila del mio blog parlando dell'argomento più chiacchierato di questi giorni: il Festival di Sanremo. 

Perchè quest'anno mi sono proprio divertita a guardarlo, se non per il fatto che ha sancito il ritorno ufficiale sulla scena musicale dei miei amatissimi Articolo 31. Ho iniziato ad ascoltare la loro musica nel lontano 1994 ed è stato grazie a loro che mi sono avvicinata al rap (ricordatevi bene questo particolare perchè prossimamente ci saranno succulenti novità). 

Curiosi di sapere che cosa ne penso di quanto visto e sentito in queste serate?

Et voilà.

Anna Oxa - Sali: lei quando sale sul palco se lo mangia, letteralmente. Passa il tempo ma quella magnifica voce non cambia mai. Peccato per la canzone che ho trovato davvero poco convincente. 

Colla Zio - Non mi va: giovani, divertenti, mi hanno un po' ricordato i tempi d'oro delle boyband... Praticamente i Take That italiani in salsa rap (anche se in alcune canzoni Robbie Williams ci deliziava con il suo rap, ad esempio in "Lady tonight". Per la cronaca: ero una fan dei Take That, ecco perchè lo so così bene!). Se avessi 30 anni in meno credo che dilapiderei lo stipendio dei miei genitori per seguirli in tour. 

Leo Gassmann - Terzo cuore: qui a casa si son sprecati i doppi sensi sul terzo cuore, il punto è che siamo persone dalla dubbia morale a volte. Ma Leo ha una bellissima voce, e anche se la canzone non è proprio una di quelle che mi riascolterei, lui è proprio bravo. Gli auguro di fare tanta strada e trovare una sua identità musicale molto presto!

Gianluca Grignani - Quando ti manca il fiato: se non lo avete fatto, andate ad ascoltare il brano su Spotify o Youtube in versione studio. Sul palco la sua emozione (e forse qualche cicchetto di troppo) ha fatto capolino più di una volta, ma alla fine se l'è sempre portata a casa. E' una canzone degna del suo migliore repertorio e ha emozionato anche me. Gianluca o lo ami o lo odi, non c'è una via di mezzo. Qui lo si ama tanto, nonostante tutti i suoi sbagli. 

Cugini di Campagna - Lettera 22: ok, adesso ditemi pure che sono una boomer, che non capisco niente della musica dei gggiovani e bla bla bla... Ma a me la loro canzone è piaciuta tanto! E poi è stata scritta dai La Rappresentante di Lista, mica noccioline. 

Mr Rain - Supereroi: si è giocato la carta della tenerezza con il coro di bambini che fa tanto spot natalizio della Coca Cola, con quel bridge di "Oooh ooh ooh ooh oooh" che è un palese omaggio a Bad Romance di Lady Gaga. Al primo ascolto mi ha convinta poco, al secondo mi ha detto già un po' di più. Difficilmente la riascolterò dopo Sanremo. 

Olly - Polvere: dai, lascia stare l'autotune, sei giovane, voglio sentire la tua voce! Brano totalmente fuori dalle mie corde ma con un ritornello che volente o nolente ti entra in testa. Forse perchè mi ricorda qualcosa ma, al momento, mi sfugge cosa. 

gIANMARIA- Mostro: ecco un brano che non mi dice assolutamente niente di niente. Meh.

Coma_Cose - L'addio: bellissimo il tema di fondo, con alcune frasi che nel giro di pochi giorni sono già diventate iconiche, peccato che poi si vada a cadere nel banale stereotipino sanremese. E' una canzone importante, ma rischia di finire nel dimenticatoio proprio per questo.

Mara Sattei - Duemila minuti: altro brano che non mi dice niente di niente. Meh parte 2. 

Ariete - Mare di guai: lo so, sono ripetitiva ma... Meh parte 3.

Ultimo - Alba: con la voce che si ritrova, Ultimo potrebbe fare di tutto, anche cantare l'elenco del telefono. C'è solo un problema: sta canzone proprio no. Meh parte 4. 

Elodie - Due: il Signor Marito, che è molto più social di me, dice che su Facciabuco sia la cantante più criticata da tutti i boomer da tastiera. E invece io, che la sento per la prima volta, non posso fare altro che dire "MECOJONI" (scusate il francesismo). La canzone del festival non la valorizza per niente; ieri sera nel duetto con Big Mama è stata, invece, semplicemente DIVINA. Fatele fare del rock o del metal e vi tirerà giù anche i portoni. 

Marco Mengoni - Due vite: no, niente da fare. E' un signore che canta bene (cit. Mara Maionchi) ma per me questa canzone è no. 

Blanco - L'isola delle rose: non discuto l'interpretazione andata alla malora, che s'è già speso abbastanza fiato in questi giorni. Sono andata a sentirmela in versione studio però, perchè ero curiosa. Diciamo che non ha soddisfatto i miei gusti musicali. 

Modà - Lasciami: assomiglia ad almeno altri tre brani dei Modà. Avrei preferito ascoltare qualcosa di un attimino diverso. 

Madame - Il bene nel male: sarà che io vivo in un altro mondo ma la prima volta che l'ho sentita è stato nel disco di Fabri Fibra come featuring nella canzone "Caos". E lì mi era piaciuta un sacco. Al festival invece ha portato qualcosa che non è decisamente nel suo, e si sente. 

Colapesce e Dimartino: - Splash: mah, per me è meh. 

Lazza - Cenere: mah, per me è meh anche questa.

Paola e Chiara - Furore: canzone che esce dritta dritta dagli anni Novanta e non mi stupirei se mi dicessero che si tratta di un inedito scritto ai tempi di Vamos a Bailar. Momento revival ALTISSIMO.

Tananai - Tango: naaaahi.

Giorgia - Parole dette male: innanzi tutto non mi aspettavo di vedere Big Fish dei Sottotono come suo maestro d'orchestra... Che sorpresa! E c'è da dire che la produzione del brano è molto in stile Sottotono. Lei è sempre una meravigliosa interprete ma il testo non mi è arrivato come tanti altri suoi... Un peccato, viste le premesse. Bonus track: il duetto con Elisa è stato EMOZIONE PURA. 

Sethu - Cause perse: 'a ri-meh. 

LDA - Se poi domani: LDA non è la sigla di uno stupefacente, si tratta bensì delle iniziali del figlio di Gigi D'Alessio. Un ragazzo molto giovane ma che canta mille volte meglio del padre. La canzone è poppettosa e tipicamente sanremese e, dopo febbraio, sicuramente non la ascolteremo più. Lui spero di sentirlo ancora e magari con qualcosa di meno smieloso: ha le carte in regola per fare tanta strada. 

Will - Stupido: ehm.... Meh again. 

Shari - Egoista: un brano che potrebbe essere tranquillamente intercambiabile con quello di Madame. Super meh. 

Levante - Vivo: una canzone non arriverà mai ai livelli di "Alfonso" (se non la conoscete, rimediate!) ma con un bellissimo significato che, probabilmente, abbiamo capito in tre persone in croce. Brava, bella, bravissima e bellissima. 

Rosa Chemical - Made in Italy: questa è la sua dimensione, non la trap. QUESTA. Il suo personaggio e la sua voce sono ipnotici, il brano è un vero e proprio schiaffo alla nostra società e fa inca**are tutti: destra e sinistra, puritani e trasgressivi, eterosessuali e LGBTQ+. Mi sono proprio innamorata di questa canzone! E poi, non  so voi, ci ho rivisto un pochino di Renato Zero in tutto ciò. 

Articolo 31 - Un bel viaggio: li ho tenuti per ultimi perchè per me loro saranno sempre inarrivabili... Una spanna sopra a tutto. Una canzone che ripercorre una vita intera, non solo quella del gruppo, ma anche quella di noi seguaci che siamo con loro se non dal giorno zero almeno almeno dal giorno 1 o 2. Ho pianto come una fontana durante l'esibizione della prima serata... E sono tornata di nuovo quindicenne. Un urlo per l'Articolo 31!!!!! 

* * * 

Questa sera ci sarà la finale e, viste le classifiche provvisorie, credo che il podio spetterà proprio a Mengoni ed Ultimo... Per quanto mi riguarda, il giusto podio sarebbe:

Articolo 31 - Rosa Chemical - Levante o Giorgia

Ho fatto bene a non giocare al Fantasanremo :D