mercoledì 31 maggio 2023

Diario, 31 maggio 2023

E' da un paio di settimane che non scrivo nulla, ho un sacco di bozze in stand-by ma non riesco mai a trovare la giusta ispirazione. Probabilmente perchè la mia testa al momento è totalmente da un'altra parte, tra problemi economici un po' pesanti e il caos che è successo nella mia regione tra alluvioni, frane e non voglio nemmeno pensare a cos'altro. I miei amati Appennini sono stati deturpati dalla forza distruttrice di Madre Natura ed io ancora non me ne capacito.

Nonostante il portafoglio semivuoto e i debiti che pendono sulle nostre teste a mo' di ghigliottina, domenica siamo stati in Romagna a portare un po' di generi di conforto in un centro di raccolta. Siamo passati per il centro di Conselice e quello che abbiamo visto è stato tremendo (anche se vi assicuro che i volontari avevano già fatto un lavoro fantastico e fango per le vie del centro non ce n'era già più). Possiamo vedere foto, video, ascoltare le parole delle persone coinvolte, ma quando ci troviamo davanti agli occhi la realtà dei fatti, pare davvero di essere in un film post apocalittico.

La musica mi sta salvando la vita, ma non posso mettermi a provare le mie nuove canzoni anche di notte, così ho iniziato a fare la sola cosa che mi potesse venire in mente: studiare una nuova lingua. E siccome avevo bisogno di qualcosa che mi friggesse per bene la testa, togliendomi ogni pensiero assurdo di torno, ho scelto una delle più difficili: il Finlandese. 

Ho sempre detto che il piano B della mia vita è impacchettare tutto e fuggire in Romania o in Finlandia (per la precisione rispettivamente o sui Carpazi o in Lapponia), e siccome il rumeno lo mastico già discretamente, diamo una botta di vita a qualcosa di nuovo!

Poi lo so che al massimo in Romania e in Finlandia ci si andrà in vacanza quando io, Signor Marito e Signor Cane saremo in pensione, ma sempre meglio sapere come fare a chiedere cibo senza lattosio, dove si trova la toilette e a che ora passa il bus, no?

Ho scritto di getto, ma va bene così.

lunedì 15 maggio 2023

Eurovision 2023: commenti a caldo + qualche news

Come consuetudine, al termine di uno dei festival più chiacchierati, arrivano anche quelle che sul mio profilo Instagram chiamo "Opinioni non richieste".
Quest'anno mi sono particolarmente divertita, di canzoni belle e particolari in gara ce n'erano diverse, in più ho scoperto artisti che sto andandomi a recuperare pian piano perchè mi hanno colpita un sacco!

Doveroso avvertimento: a volte i miei commenti possono essere puramente ironici. Non è mia intenzione ridicolizzare nè offendere in alcun modo nessun artista: tutti sono stati bravissimi, meritevoli di essere su quel palco, e hanno dimostrato professionalità e carisma da vendere. Ricordiamoci che la musica deve intrattenere e non essere motivo di litigio!

Stavolta darò anche un giudizio complessivo in asterischi:
* meh...
** meglio di un ferro da calza piantato in un occhio 
*** carina
**** mi piace!
***** capolavoro

Norvegia -  Alessandra - Queen of Kings: Rappresenta la Norvegia, paese natale della madre e dove attualmente vive e porta avanti gli studi di canto. Lei però è italiana, per la precisione ligure, e se a 20 anni ha già una voce così potente non oso immaginare che cosa combinerà tra qualche anno. Canzone molto bella, con tratti folk e un mood che ricorda la dance di qualche decennio fa. Voto: *****


Malta - The Busker - Dance (Our Own Party): Il cantante pare uscito fuori da una boyband degli anni Novanta, con la differenza che lui - come tutta la band - è un artista di strada. Il brano non è che brilli di originalità, ma loro portano un po' di sana follia sul palco e questo è sufficiente per far scattare la simpatia nei loro confronti. Voto: ***

Serbia - Luke Black - Namo Mi Se Spava: Inizialmente non mi aveva molto convinta, con quell'anda misto Tananai/coreano wannabe. Al secondo ascolto, però, comincia già ad avere il suo perchè. Al terzo non diventa la mia canzone del cuore ma fa piacere averla nelle orecchie. Rivalutato e promosso. Voto: ***

Lettonia - Sudden Lights - Aija: Come sempre vale la premessa che ho fatto: sono bravi, bravissimi. C'è solo un punto che sta a voi decidere se sia un pregio o un difetto: pare di ascoltare un brano dei Coldplay fatto e finito. Voto: **

Portogallo - Mimicat - Ai Coração: Atmosfera burlesque, stacchetto folkettone, lei bellissima e con una voce splendida. Cosa potevo fare se non andare a cercarmi tutta la sua discografia? INNAMORATA. Vi consiglio questa meraviglia: Tell me why I brividi. Voto: *****


Irlanda - Wild Youth - We are One: Anche loro hanno portato un brano che strizza moooolto l'occhio ai Coldplay! Forse mi hanno convinta un pochino di più rispetto ai lettoni. Sono però abituata ad altra musica quando si parla di rock irlandese, primi tra tutti Cranberries e U2; forse non dovevo partire ad ascoltarli con tanta aspettativa! Voto: **

Croazia - Let 3 - Mama ŠČ!: Vincitori morali del Festival. Si presentano sul palco vestiti in modo allucinante e finiscono suonando in mutande. Il loro brano è una voce di protesta nei confronti delle politiche mondiali (non entro nei dettagli perchè ormai sono abituata alle censure che sono costretta a fare sulle parole quando scrivo su Instagram e non vorrei mai che succedesse anche su Blogspot prima o poi!), lo fanno a modo loro e lo fanno pure bene. Musicalmente un mappazzone, ma conquistano anche per questo. Voto: *****


Svizzera - Remo Forrer - Watergun: Lui ha una voce stupenda, lo senti non appena emette la prima nota, peccato che abbia portato un brano che sa davvero di sentito e risentito. Per carità, orecchiabile eh, ma per un festival di tale portata ci vorrebbe più... Come posso dire... Verve? In ogni caso, altro artista che voglio andarmi ad ascoltare, curiosa di conoscere la sua discografia.  Voto: ***

Israele - Noa Kirel - Unicorn: La preferisco come ballerina, è grave? La sua performance è stata strepitosa ma questo pezzo mi convince poco, pur apprezzando certi inserti melodici molto folkloristici. Un punto a favore per il ritornello, facilmente cantabile da noi ferraresi: "Fenomeno, fenomenallll!!!". Voto: ***

Moldavia - Pasha Parfeni  - Soaerle și luna: Stupenda, semplicemente stupenda. La Moldavia dà sempre soddisfazioni all'Eurovision e regala brani che sono destinati a diventare leggendari (parlo per mio gusto personale). In questo caso abbiamo il mix vincente: brano ballabile e al tempo stesso con una gran bella strizzata d'occhio alla musica folk, testo di forte ispirazione (che prometto di tradurre molto presto perchè vale la pena di essere compreso), coreografia fantastica. Lui è anche bello da vedere (non me ne voglia il Signor Marito). A proposito: il testo glielo ha scritto la moglie, a dimostranza che dietro a un grande uomo c'è sempre una grandissima donna. Voto: *****


Svezia - Loreen - Tattoo: Nonostante sia stata lei a vincere l'edizione di quest'anno, non mi sono proprio entusiasmata all'ascolto. C'è chi urla al plagio: effettivamente le strofe ricordano tanto "The winner takes it all" degli ABBA. Più che parlare di plagio, non è detto che il brano non sia invece un omaggio alla sopra citata hit, considerata la medesima provenienza geografica. Ascoltabile ma non indimenticabile. Voto: ***

Azerbaijan - TuralTuranX - Tell me More: Li ho visto salire sul palco e ho subito pensato: o fanno una hit o è una barba. C'è quel mood musicale che cerca di omaggiare i Beatles più intimisti, poi cercano di stupirci con effetti speciali includendo una stroffa rappata... Ma non hanno effettospecialato. Insomma: una barba. Voto:*

Cechia - Vesna - My Sister's Crown:  Due sole parole: GIRL POWER! Nell'esibizione che abbiamo visto sul palco dell'Eurovision le abbiamo viste cantare e ballare, ma loro sono una vera e propria band tutta al femminile. Parlano di femminilità (come in questa cazone) e di mitologia slava, il che basta e avanza per metterle sul mio podio. Sono davvero TANTA ROBA. Voto: *****


Olanda - Mia Nicolai & Dion Cooper - Burning Daylight: Ad un certo punto mi sono chiesta se non stessi guardando un'esibizione dei ComaCose. A differenza loro, però, le voci sanno di già sentito, così come un po' tutto il mood del brano che mi ha portato alla stanchezza e a dimenticarmi il brano subito dopo l'ascolto. Diludendo. Voto: *

Finlandia - Käärijä - Cha Cha Cha: La prima cosa che ho pensato è stata: "vacca boia che tamarrata." Poi, però, il Signor Marito mi ha fatto notare che come pezzo da ascoltare mentre sei in piedi al centro del tagadà alla fiera del paese, questa è la canzone perfetta. Non ho più il fisico per il tagadà, ma sotto questa prospettiva ha decisamente tutto un altro significato. Rivalutata e promossa dalla tamarra che alberga in un angolino del mio cuore. Tunz tunz tunz. Anzi, Cha cha cha. Voto: ***

Danimarca - Reiley - Breaking my heart: Di questa edizione solamente tre canzoni mi hanno lasciato il vuoto assoluto, nel senso che non mi ricordo nemmeno come fa il ritornello. La canzone del nostro amico danese è, ahimè, una di quelle tre. Voto: *

Armenia - Brunette -  Future Lover: Consentitemi la battutaccia da taverna: da una che si chiama come una categora di Pornhub mi aspettavo qualcosa di sensuale. Qui invece abbiamo qualcosa di molto commerciale, forse troppo semplicistico per una voce così bella che meriterebbe di essere più valorizzata! Voto: ** 

Romania - Theodor Andrei - D.G.T. (Off and On): Una delle proposte più interessanti del Festival. Anche se questo brano è molto all'acqua di rose, si sente che cerca di emergere in qualche modo mettendoci del suo. C'è un che di estroso nella sua interpretazione vocale, ma non riesce ad uscire al 100%. Ho ascoltato altro dal suo ultimo album e confesso di essere rimasta ipnotizzata, c'è del potenziale. Ha 18 anni, e vale lo stesso discorso che ho fatto per Alessandra: tra qualche anno darà del filo da torcere a molti, se saprà giocarsi bene queste carte. Voto: ***

Estonia - Alika - Bridges: Sono allibita. Con quella voce potrebbe cantare l'elenco telefonico non solo dell'Estonia ma dell'Europa intera... Perchè cavolo farle cantare qualcosa di così fiacco? Perchè? Perchè!?!?! Voto: **

Belgio - Gustaph - Because of You: Una delle più belle sorprese di questo Eurovision. Temevo di trovarmi di fronte ad un pezzo super pop e invece mi sbagliavo alla grande: Gustaph ha riportato on stage la musica house, quella che piace a me e che strizza l'occhietto alla black music. Così bella, ma così bella che per me è un capolavoro. Voto: *****


Cipro - Andrew Lambrou - Break a Broken Heart: In qualche modo le strofe di questa canzone mi hanno ricordato "Titanium" di David Guetta. Non è proprio una di quelle canzoni che rimarranno memorabili ma è orecchiabile... In più, con quella voce lì, eccone un altro che potrebbe cantare elenchi del telefono, Pagine Gialle e pure la ricetta della moussaka. Voto: ***

Islanda - Diljá - Power: Eccola qui l'altra canzone di cui non ricordo nemmeno come fa il ritornello. Voto: *

Grecia - Victor Vernicos - What They Say: Nonostante non sia passato in finale, nonostante il fatto che l'emozione gli abbia giocato un sacco di brutti tiri durante l'esibizione, per me questo ragazzo meritava di andare avanti. E' il più giovane partecipante: ha 16 anni e si è cimentato in un brano pop che ha tutte le carte in regola per diventare una hit. A me la sua voce ha fatto venire la pelle d'oca. Voto: ***

Polonia - Blanka - Solo: Lei è la Britney Spears polacca, punto. Effetto nostalgia anni Novanta, stacchetto danzereccio e ritornello che ti entra dritto in testa al primo colpo. E, dulcis in fundo, mica un testo da ridere: l'argomento è l'autoerotismo, un vero schiaffo sul muso nei confronti della società  puritana della sua terra di origine. Voto: *****


Slovenia - Joker Out - Carpe Diem: Ho sentito canzoni migliori alla sagra del Panin Onto. Però sono simpatici, dai, il palco lo sanno tenere. Voto: **

Georgia - Iru - Echo: Il fatto che non sia nemmeno passata in finale è di un'ingiustizia clamorosa. La sua voce è divina, la canzone stessa è divina. Per quanto il testo non sia propriamente il massimo (ma sono curiosissima di ascoltare sue canzoni in lingua madre!) c'è quel ritornello folk che vale la pena di tutto il viaggio. Per me poteva proprio vincere. Voto: *****


San Marino - Piqued Jacks - Like an Animal: La band pistoiese rappresenta la Repubblica di San Marino e lo fa discretamente. Al primo ascolto mi aveva preso poco, al secondo invece ammetto che mi sia piaciuta già di più. Un bel rockettone da ascoltare rigorosamente live con le birre al cielo. Bravoni. Voto: ***

Austria - Teya & Salena - Who the Hell is Edgar?: Look e stile musicale mi hanno ricordato tantissimo Jo Squillo e Sabrina Salerno. C'è qualcosina nella strumentale che ricorda anche i primissimi brani di Madonna. Nonostante questo, però, e nonostante i tre ascolti per cercare di entrare nel mood, sono ancora poco soddisfatta. Voto: **

Albania - Albina & Familia Kelmendi - Duje: Arriviamo al punto: questa si presenta con degli acuti che manco Al Bano, si porta dietro tutta la famiglia (tranne il cane, che sono stati costretti a lasciare a casa) e infiamma l'intera Liverpool a suon di turbofolk e liscio balcanico. Mi hanno talmente spiazzata che dopo 30 secondi avevo già la bandierina dell'Albania in mano e la sventolavo inneggiando l'Hymni i Flamurit. Potentissimi. Voto: *****


Lituania - Monika Linkité - Stay: Una barba colossale, se non fosse che il ritornello è ormai diventato leggendario. Durante la prima esibizione, infatti, commentando a freddo con la mia amica Ale, questa se n'è uscita cantando: "Tutoooooo sciutoooo". Ed ora è il nostro meme. Voto: **

Australia - Voyager - Promise: Vengono dalla terra dei canguri e, come tali, saltano da un genere all'altro nel corso di una sola canzone. Zero etichette. Brano fuori dagli schemi e da ogni grazia divina. Poi, all'improvviso, schitarrata e growl. L'amore! Voto: ***** 


Francia - La Zarra - Évidemment: Con un nome del genere in Italia avrebbe sortito un certo effetto. Evidentemente, in nome omen: si presenta sul palco acconciata come un albero di Natale. La canzone si ispira alla ricercatezza della migliore Edith Piaf ma non riesce a raggiungerne le alte vette (pur rimanendo sui trampoli. Vi consiglio la visione dell'esibizione per comprendere tutti questi doppi sensi!). Voto: **

Spagna - Blanca Paloma - Eaea: Amo le contaminazioni musicali perchè nel 99% dei casi danno vita a qualcosa se non di epico almeno di vagamente interessante. Qui, purtroppo, siamo in quell'1% sfortunato in cui la scelta non è stata delle più felici. Lei si sente che viene dal flamenco, e forse dovrebbe rimanere concentrata su quello. Oppure provare altre contaminazioni. Voto: **

Italia - Marco Mengoni - Due Vite: Qui lo so che il mio commento risulterà impopolare ma a me le canzoni che appioppano al povero Mengoni proprio non piacciono. E non ce l'ho con il suo genere musicale, non ce l'ho nemmeno con i suoi testi, è proprio tutto quello che ci sta attorno che stride. Sapete qual è una canzone che mi piace di Mengoni? Questa. Voto: **

Ucraina - Tvorchi - Heart of Steel: Lo scorso anno questo paese ci ha deliziato con il rap, quest'anno con un bel brano RnB, un po' pop ma pur sempre pieno di black vibes! Diciamo che sanno come fare per avere le mie preferenze. Big up per la musica ucraina! Voto: ****

Germania - Lord of the Lost - Blood & Glitter: Mi è sconosciuto il motivo per il quale ancora non conoscessi questa band che rientra a pieno diritto nelle migliori sorprese di questa edizione! C'è del metallo ma c'è anche qualcosa di terribilmente kitsch, e questo connubio mi ha stregata! Bella anche l'esibizione, bello tutto, tutto sciuto... Ah no, quello non c'entra. Standing ovation e discografia completa in wishlist . Voto: *****


Regno Unito - Mae Muller - I wrote a Song: Dulcis in fundo, ma molto in fundo e poco dulcis. Il brano che porta il Regno Unito, e che giocando in casa dovrebbe quanto meno partire avvantaggiato, è in realtà di una noia mortale. Tattarattattattaaaaa, tattarattattattaaaaa, ma chi - me - lo - fa - faaaaaar. Voto: **

E voi avete seguito l'Eurovision? O avete sentito di sfuggita qualcuna di queste canzoni?

Approfitto di questo post per un paio di news off topic.

Sto preparando un articolo su una Cantante italiana con la C maiuscola e che farà parte della mia rubrica dedicata alle "Streghe moderne". Per ora non faccio spoiler, ma lancio un piccolo sondaggio: essendo un articolo lunghetto, meglio dividerlo in due parti oppure lasciarlo integro?

La seconda news è che il famoso blog che avevo riaperto dalle ceneri di uno dei miei precedenti, è in fase di stallo perchè lo sto ripensando da zero. O quasi. Volevo dare spazio alla musica e alla moda delle varie subculture musicali ma mi sono resa conto che così facendo toglierei spazio anche ad altri generi di cui, in realtà, varrebbe la pena parlare, proprio per smentire il fatto che tutto ciò che è pop o commerciale non deve essere per forza di cose brutto e dimenticabile. Per questo motivo sto pensando a cambiar nome al blog. Non si preoccupi, quindi, chi aveva iniziato a seguirlo: a breve si parte.

mercoledì 10 maggio 2023

La casa sull'argine: la saga della famiglia Casadio - Daniela Raimondi

Sono pochi i libri che sono riusciti a farmi piangere come una fonatana: "Via col vento" di Margaret Mitchell, "La ragazza delle arance" di Jostein Gaarder, "I ponti di Madison County" di Robert James Waller e, dulcis in fundo, "La casa sull'argine" di Daniela Raimondi. 


Questo libro era nella mia wishlist da diverso tempo, se non altro per la curiosità di leggere un romanzo ambientato in un luogo che conosco molto bene e che si trova a pochi km da casa mia: Stellata di Bondeno. Il borgo di Stellata è famoso per due cose: il Mercatino mensile dell'Antiquariato e dell'Usato e il Bundan Celtic Festival. Avendocelo, come dicevo, a pochi minuti da casa mia, posso dire di essere cresciuta sognando di tempi antichi all'ombra della Rocca Possente. 

Quando ho iniziato la lettura di "La casa sull'argine" mi aspettavo di trovarmi di fronte ad una saga familiare, nè più nè meno. Nulla di più sbagliato: mi sono ritrovata a far parte della famiglia anche io.

I Casadio sono una famiglia come tante: vivono in questa terra di confine tra Emilia, Veneto e Lombardia, sono lavoratori instancabili, gente semplice e genuina. Tale "normalità" (se così vogliamo definirla) viene però scossa quando, nel 1800 (anno tondo tondo), Giacomo Casadio si innamora della zingara Viollca. Pochi anni prima, infatti, una carovana di gitani è rimasta bloccata nei pressi di Stellata a causa di un incidente e delle avverse condizioni metereologiche (qui da noi tra nebbia ed intemperie non ci si fa mai mancare nulla) e da allora hanno iniziato a convivere più o meno pacificamente con gli abitanti della zona. 

Giacomo di donne non ne voleva nemmeno sapere: viveva nel suo mondo, fatto di sogni e pensieri, grandi speranze ed altrettanto enormi delusioni. Viollca riesce però in qualche modo a conquistarlo. I due si sposano, seppur con enorme disappunto della famiglia Casadio, ed dalla loro unione nasce un figlio al quale viene dato l'estroso nome di Dollaro. Tuttavia la storia non ha un lieto fine: Giacomo, da tempo in lotta contro quella che ai giorni nostri sarebbe riconoscibile come una terribile forma di depressione, decide di togliersi la vita impiccandosi ad una trave della camera da letto.

Viollca non si da pace: teme che tutta quella sofferenza sia stata una punizione ultraterrena nei suoi confronti per non aver sposato qualcuno scelto dal padre bensì un "gagè" (un non zingaro). Temendo che anche il figlio possa seguire un giorno il triste esempio del padre, decide di recuperare i vecchi tarocchi - che dal giorno del matrimonio aveva nascosto in una cassettina in fondo all'armadio - ed interrogarli sul futuro di Dollaro. Il quale, per la cronaca, dalla stirpe zingara ha ereditato qualcosa di molto potente: riesce a vedere i defunti e parlare con essi. 

La lettura dei tarocchi le svela una atroce profezia: "Sentì che il messaggio si faceva più chiaro... Un'unione sbagliata... un matrimomio in seno a quella famiglia di sognatori... e una sventura enorme, una morte tragica... Forse più di una, e legate a un bambino, o a una gravidanza. 
[...] Doveva avvertire Dollaro e, attraverso lui, anche i suoi figli e nipoti. Tutti in famiglia dovevano sapere, tutti dovevano comprendere l'orrore che incombeva su di loro. I casadio avevano la follia nel sangue, e prima o poi quell'inseguire sogni impossibili li avrebbe portati alla rovina."

Inizia così questa storia, lunga quasi 400 pagine e percorrente due secoli di storia all'interno della quale si dibatte una discendenza nata dall'unione tra un sognatore ed una gitana. 

Perchè ho pianto durante la lettura? Perchè questi personaggi sono troppo vivi, reali. Perchè molti hanno qualcosa in comune con me (e non è, grazie al cielo, la voglia di farla finita, quanto quella di voler rimanere aggrappata alla vita e ai sogni con ogni mia forza). Perchè al compimento della profezia di Viollca (figura che tornerà più volte in corso d'opera come nume tutelare della famiglia), ho sentito il cuore rompersi a metà. 

"Ripongo il santino di mio padre nella scatola. Li guardo ad uno ad uno, i miei morti. Molti hanno gli occhi neri, la stessa espressione irrequieta nello sguardo; altri gli occhi chiari e lo sguardo inconfondibile dei sognatori. Ma in ognuno di loro vedo la stessa storia: una storia di terra. Mi sembra di scorgere ombre di terra sulla loro pelle; terra nei loro sguardi, polvere di campo nei capelli, sulla lingua, sotto le unghie. E so che, sotto le mie parvenze cittadine, me la porto anch'io dentro tutta quella terra, e lo stesso destino di questi sognatori sconfitti."

lunedì 8 maggio 2023

Eugenia Corty - Mattioli

Ma da voi è arrivata la primavera? Qui onestamente non ci si capisce più un accidente. E' arrivato quel periodo dell'anno in cui ti affacci dalla finestra e vedi convivere (quasi) pacificamente persone in t-shirt assieme ad altre con il piumino. Allora, visto che da un po' non pubblico nulla sul mio blog, sono andata alla ricerca di una bella poesia primaverile per farmi un poco di compagnia! 

Mi sono così imbattuta in questa splendida poesia ed ho provato a mettere assieme qualche informazione in merito all'autrice, Eugenia Corty - Mattioli. 
Era di certo un'Artista con la A maiuscola, facente parte dell'Accademia letteraria dell'Arcadia in Roma: fu poetessa, contralto e ceramista. Di quest'ultima arte troviamo traccia all'interno della pubblicazione del 1889 "Arte ceramica e vetraria: catalogo delle opera esposte, preceduto da notizie e documenti sulla ceramica italiana"; tra gli oggetti esposti all'interno della mostra dedicata a tale arte troviamo, di sua creazione, "Majoliche di stile arabo-ispano ed arabo-siculo; imitazioni di piatti dei secoli XIV e XV, a dorature e riflessi metallici". 
Oltre ad essere un ottimo contralto fu anche Maestra di musica: allieva di Anna Derossi, ottenne il diploma presso l'Accademia di Santa Cecilia il 19 aprile 1890.
Partecipò inoltre a diversi congressi, presentando nel 1911 una "Relazione dell'arte applicata all'industria a beneficio della donna".
Insomma, una figura interessantissima della sua epoca e che varrebbe davvero la pena conoscere meglio. Siccome sono una testa dura, sono già alla caccia di preziose informazioni al di fuori del web e spero di poter parlare di nuovo di Eugenia nei prossimi giorni!

LA PRIMAVERA

Torna la margherita, arride il Sole
novellamente, e pare
ogni fior nelle aiuole;
e le farfalle tornano a baciare
le corolle fragranti,
liete di carolar fra verdeggianti
boschetti, fra le rose, 
superbe ed odorose!

La rondinella torna a pispigliare 
obliosa del duolo,
e s'ode ricantare 
l'usigniuoletto, mentre passa a volo
l'allodola gentile,
felice di vagar dove l'Aprile
vestì col verde manto,
de' prati ampi l'incanto!..

Vaga tu pur fanciulla! E' Primavera!...
Tutto sorride intorno;
quando giunge la sera,
e felice nel sen farai ritorno
alla casetta bruna,
guarda nel ciel l'inargentata Luna;
col vivido chiarore,
ti parlerà d'amore!......

Roma, Eugenia Corty

Opera fotografica di Constant Puyo, 1903