Ma dopo aver cantato con Diodato al Rockin1000 a Cesena potevo forse perdermi l'occasione di andarmelo a vedere a due passi da casa mia? Appena saputo che sarebbe stato uno degli ospiti ad esibirsi sul palco del Teatro Comunale di Ferrara in questa edizione di IMAGinACTION mi sono fiondata subito ad acquistare i biglietti.
In questi giorni avrei tante, tantissime cose da dire, ma sto ancora metabolizzando quella più bella e, per il momento, non ho ancora trovato le giuste parole da mettere nero su bianco. Quindi, sì, parto da Diodato.
Anzi, in realtà parto da Marco Masini, visto che è stato lui il primo dei due ospiti in questa seconda serata del festival internazionale del videoclip.
Era il 1994 quando uscì "Vaffanculo", il brano che lo portò ad essere uno degli artisti italiani più acclamati di quel periodo. Avevo 13 anni, già ascoltavo Green Day, Articolo 31, Guns'n'Roses, Bon Jovi, Madonna, generi completamente diversi... Eppure quel grido di ribellione mi aveva profondamente colpita, tanto che - nonostante i sentimenti contrastanti - acquistai l'album "T'innamorerai" e, l'anno dopo, pure "Il cielo della vergine". Mi fermai lì, riconoscendo la bravura dell'artista ma concentrandomi su altro, anche perchè gli Articolo 31 mi aprirono letteralmente le porte della musica rap e iniziai a tampinare tutti i negozi di dischi dell'epoca per mettere mano su altre produzioni hip hop.
Non mi sarei mai immaginata di vedere un concerto di Marco Masini e, ieri sera, a teatro, tra aneddoti e canzoni, ho visto l'uomo che si cela dietro l'artista. Anche se, come lui stesso ha tenuto a sottolineare, tra Masini cantante e Masini persona, c'è ben poca differenza se non quando, a volte, occorre indossare una maschera prima di salire sul palco. Ma non è un discorso che vale solo per lui... Vale per tutti noi. Si tratta di maschere che a volte sono necessarie.
Da anni non ascoltavo i suoi brani, non esagero se dico che ne saran passati quasi una ventina, e riascoltarli ieri, in un contesto così intimo e raccolto, con un salto temporale così ampio, ammetto di averli rivalutati in maniera più obiettiva, mi sono addirittura commossa ad un certo punto. "Principessa" mi ha messo i brividi, non me la ricordavo proprio così bella.
E poi c'è un plus mica indifferente: come immaginavo, da buon toscano, a Marco non manca l'umorismo. Questa contrapposizione tra cantautorato malinconico e carattere giocoso è una cosa che ho sempre apprezzato!
Che dire, invece, di Diodato? Sto pensando se ci sono parole giuste per esprimerlo perchè non le trovo. Lui è una continua scoperta, sia musicalmente che a livello personale. Sentirlo cantare dal vivo è un'esperienza che lascia il segno perchè ha una voce talmente pulita, precisa, e nello stesso tempo viva e mutevole, che non la puoi paragonare con altre. In un periodo in cui nella musica ci sono troppe voci uguali tra loro e difficilmente distinguibili, lui lo riconosci subito.
Devo ringraziare la mia esperienza al Rockin'1000 per aver iniziato ad ascoltare qualcosa di suo, e mi mangio le mani per non averlo fatto prima! Ho comunque tempo per rifarmi, no?
Prima parlavo della sua voce senza averne però sottolineato un aspetto: non ho trovato differenze tra la registrazione ed il live. Così come la senti, così è. Tra l'altro esibirsi in unplugged comporterebbe il rischio di sentire immediatamente eventuali stonature, errori... Io di errori, ieri sera, non ne ho sentito nemmeno uno.
Se durante l'esibizione di Masini mi è partita un po' di commozione legata anche al discorso nostalgia, con Diodato mi è proprio scesa la lacrima più volte, perchè in quei testi io mi ci rispecchio fino in fondo. Da un lato sono un balsamo (che figo, non sono la sola ad avere questi pensieri) e dall'altro fanno un male cane.
"Ragazzi, non perdete tempo a leggere le notizie sui social", ha detto ad un certo punto, sottolinenando quanto inutile rancore ci sia ormai al mondo,quanto si manchi di empatia. Avrei voluto abbracciarlo.
Beh, prima o poi conto di fare pure questo.