mercoledì 1 marzo 2023

Mărțișor


Oggi è il primo di marzo e, in alcuni paesi dell'Europa dell'Est, si celebra quello che in Romania è chiamato Mărțișor.

Ho conosciuto questa festività grazie ad una mia amica di penna che vive a Bucarest e che, il primo anno in cui ci siamo conosciute, mi inviò per il primo marzo un braccialettino con fili bianchi e rossi intrecciati. Appeso ad esso, uno charm raffigurante una busta da lettera. 

Mi spiegò che il Mărțișor è una festività molto sentita in Romania (ma non solo: lo è anche in Moldavia e Bulgaria, ad esempio). In alcuni luoghi, in questa giornata, non si va nemmeno al lavoro... Per evitare di fare arrabbiare l'Inverno! 

Ma da dove ha origine questa tradizione?

Il nome, tradotto in italiano, potrebbe equivalere a "piccolo marzo", "marzolino", in quanto il suffisso "șor" indica il diminutivo maschile o neutro (ad esempio: "pește"->"peștișor" cioè "pesce"->"pesciolino").

La cosa interessante è che scavi archeologici effettuati in Romania hanno riportato alla luce amuleti molto simili a quelli creati per il Mărțișor databili a circa 8mila anni fa! Erano realizzati con piccole pietre dipinte di bianco e di rosso e venivano indossate a mò di collana. 

Anche oggi questi amuleti vengono portati al collo, al polso o alla caviglia. In alcune regioni della Romania e in Moldavia, gli uomini sono tenuti a portarlo sul petto, accanto al cuore.

Le due principali leggende legate al Mărțișor vedono come protagoniste due belle ragazze ed un giovane misterioso... Ma andiamo con ordine. 

La leggenda raccontatami dalla mia amica narra che, molto tempo fa, il Sole decise di lasciare il proprio posto nel cielo per scendere sulla terra sotto forma di fanciulla e danzare la hora (una danza tipica rumena). Venne però rapita da uno zmeu (un essere sovrannaturale, malvagio e con poteri tutt'altro che edificanti), invaghitosi di lei ma inconsapevole del fatto che si trattasse nientemeno che del Sole! Rinchiudendola in un luogo nascosto dagli occhi di chicchessia, fuorchè dei propri, lo zmeu condannò il mondo togliendo ad esso il calore e il conforto dei raggi del Sole. Accortosi di tal malefatta, un giovane di nome Mărțișor decise di affrontare in duello lo zmeu per liberare la fanciulla; dovette compiere un viaggio lungo tre stagioni (estate, autunno ed inverno) prima di raggiungere il luogo designato, e solo dopo numerosi giorni di battaglia riuscì a sconfiggere la perfida creatura. Il Sole potè quindi tornare alla propria dimora celeste ma a nulla valse il suo calore per poter restituire le forze al giovane eroe. Il sangue di Mărțișor ricoprì il manto di candida neve. Per questo, da allora, il rosso ed il bianco sono i colori dedicati a questa giornata.

L'altra leggenda, che viene ripresa anche nella tradizione bulgara, narra di Baba Dochia e della sua figliastra. In una gelida mattina invernale, la donna mandò l'odiata giovine a fare il bucato: vuoi per il grande freddo e vuoi per il fatto che il bucato fosse parecchio sporco, sperava nell'insuccesso per potersi poi vendicare a piacimento. Giunta al lavatoio, la ragazza cercò in più maniere di  lavare quanto le era stato assegnato, non riuscendo però nel suo intento. Scoppiò inevitabilmente in lacrime. Apparve allora un bellissimo giovane, che si presentò col nome di Mărțișor e le domandò come mai stesse piangendo. La ragazza, dunque, gli raccontò la propria situazione. "Io possiedo un potere magico" le risposte il giovane, offrendole un fiore dai petali bianchi e rossi. "Prova ora a lavare di nuovo il bucato, poi ritrona a casa". Quando la ragazza rincasò, il bucato era candido, come nuovo. Baba Dochia non riuscì a credere ai suoi occhi! E quel fiore... Da dove saltava dunque fuori? A tal domanda la figliastra non volle rispondere. Allora la vecchia uscì, prese con sè le sue pecore e si diresse nel bosco. Ad ogni albero incontrato sul proprio cammino appese uno dei suoi 12 cojoc (si tratta di tipici indumenti invernali della tradizione rumena, filati con lana di pecora) e, quando giunse all'ultimo, convinta di aver trovato finalmente la primavera, un gelo improvviso la congelò assieme alle proprie pecore, trasformandole in pietre ancor oggi visibili sul monte Ceahlău .

L'amuleto del Mărțișor veniva indossato per almeno 9 giorni, in alcuni luoghi anche per tutto il mese di marzo, fino alla fioritura del primo albero da frutta sul quale veniva poi appeso, accompagnato da parole rituali propiziatorie.

Nei villaggi della Transilvania, per allontanare gli spiriti malefici, i nastri bianchi e rossi venivano appesi a porte, finestre, recinti, manici dei secchi e addirittura alle corna degli animali.

Ultima, piccola curiosità: nei villaggi di montagna, il primo marzo le ragazze facevano il bagno con la neve sciolta per assicurarsi una pelle bella e bianca come la neve. Questa tradizione non vi ricorda quella legata all'acqua di San Giovanni?

Ringrazio di vero cuore Bruna per lo spunto di scrittura!

6 commenti:

  1. Bello il braccialettino bianco e rosso, con la busta appesa !! Dove ho un appartamentino io, sui monti piemontesi, il primo di marzo I bambini girano suonando campanacci, per svegliare la Primavera. E i campanacci andrebbero suonati anche qui dove abito, vicino a Milano, fa un freddo polare!!! Ciao e buon mese di marzo.

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  2. Ciao Mirtillo! So che il Piemonte ci sono diverse usanze di questo tipo, ne avevo scritto anche sul mio blog Italia Parallela diversi anni fa! Mi è rimasta impressa questa tradizione, tra tutte, di suonare all'interno di grosse conchiglie che si tramandano di padre in figlio...

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  3. Bellissima leggenda, deliziosa la tradizione di quel braccialettino. Grazie per la condivisone.

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  4. Ma dunque esistono ancora le amicizie di penna? oh mamma, non lo sapevo. Pensavo fossero appannaggio di quando ero adolescente io, non sapevo si usassero ancora. Che meraviglia.

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    1. Ebbene sì, esistono ancora, anzi... esistiamo ancora! Anche se la maggior parte delle persone che ho conosciuto quando ho iniziato io a scrivere hanno messo del tutto la penna da parte... Chi per mancanza di tempo chi perchè trova più pratiche le chat e le email. Secondo me, invece, non vi è nulla di più bello del ricevere una lettera cartacea! Mi offro volontaria per uno scambio epistolare tra noi Dame :D

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