Pagine vintage, spiritualità pagana, streghe, fate, letteratura dimenticata, figure femminili d'ispirazione. E musica, tanta musica!
lunedì 27 dicembre 2021
Un piccolo seme piantato durante il solstizio
domenica 26 dicembre 2021
Regali inaspettati
Chiedo scusa agli amici che hanno iniziato a seguirmi con costanza su queste pagine (siete davvero un bel numeretto, non me lo aspettavo proprio... Grazie!) ma negli ultimi tempi non ho avuto moltissimo tempo per collegarmi e scrivere. Come avevo detto in qualche post precedente, ho lavorato ad una traduzione amatoriale e alla scrittura di un racconto per un forum e, siccome cerco sempre di utilizzare un lessico ed una grammatica quantomeno decenti, il tempo dedicato alla revisione è stato più lungo del previsto.
Ieri ero al lavoro ma sono comunque riuscita a organizzare il pranzo di Natale qui a casa con moroso, cane e mamma e papà. Da buoni ferraresi non ci siamo fatti mancare i tradizionalissimi cappelletti in brodo (e un paio se li è sbafati anche Zeus... Mica scemo!), croce e delizia di ogni emiliano. Delizia per ovvi motivi, croce perchè saperli chiudere bene è un'arte che non tutti riescono a padroneggiare con maestria. Io, ad esempio, sono una schiappa colossale... Per fortuna che c'è mamma!
Il prossimo anno però prometto che ci proveremo anche noi, specialmente perchè finalmente abbiamo il posto per metterci a pasticciare: martedì infatti è arrivato il tavolo nuovo (santissima Ikea!) e chi mi segue su Instagram avrà visto le favolose foto della fase di montaggio nelle stories.
Ho ricevuto dei bellissimi regali - e, per quanto riguarda i libri, credo proprio che ne parlerò anche in queste pagine man mano che li leggerò - ma quest'anno mi voglio soffermare su due cose che sono successe e che per me valgono quanto un pacco dono in piena regola.
Il primo è qualcosa che mi è stato detto da un gruppo di operai che lavorano nella fabbrica in cui sto facendo portierato. "E' un piacere passare quando ci sei tu, sei sempre sorridente!" Ecco, sono quelle cose che mi mettono davvero in pace con il mondo. So quanto è duro il loro lavoro là dentro e il minimo che io possa fare sia sfoderare un sorriso sincero ogni volta che li vedo, anche se da sotto la mascherina. Uno di questi ragazzi, poi, era sempre molto sulle sue quando passava inizialmente a prendere i dispositivi di lavoro in portineria. Un giorno ha iniziato a sorridermi anche lui e a scambiare qualche battuta. Non so voi, ma io sono tanto, tanto felice quando riesco a regalare un sorriso a qualcuno. O quando riesco a trasmettergli un emozione con la mia musica, una lettera, un disegnino scemo. Non mi sono mai aspettata nulla in cambio da nessuno perchè per me è tutto così spontaneo che non riesco a vederla altrimenti.
Il secondo regalo è stata la telefonata di auguri che mi è stata fatta da Anna. Lei è la mia nonnina adottiva: ci siamo conosciute quest'estate nell'albergo in cui lavoravo in quanto è stata nostra ospite per un mesetto. Due giorni prima di partire mi si è presentata in sala colazioni mogia mogia e mi ha detto: "Sono contenta di tornare a casa ma se c'è una cosa che mi mancherà sarà vederti ogni mattina." Mi ha fatto una gran tenerezza questa donnina di 93 anni che ancora sembra una giovincella piena di vita. Le ho promesso che sarei andata a trovarla (lei abita ad un paio d'ore da qui) alla prima occasione utile e che saremmo rimaste in contatto. Il giorno della partenza mi ha lasciato il suo indirizzo ed il suo numero di telefono e a fine settembre sono andata a trovarla. E siamo rimaste in contatto eccome. Sentirla mi ha scaldato il cuore, è come se la mia cara nonna materna fosse tornata da me e mi avesse avvolta nel suo abbraccio forte ma fragile allo stesso tempo.
Spero che abbiate trascorso - e continuiate a trascorrere - queste giornate in armonia e circondati dall'amore, quel sentimento che ha tanti volti, che a volte ci fa penare, ma che non ci abbandona mai e si nasconde in ogni angolo e se ne sta lì, in attesa di essere scovato, accettato e nutrito. Può essere per una persona, per un animale domestico, per una nostra passione, per il nostro lavoro, e per chi crede può essere ovviamente anche la fede.
Vi lascio con questo augurio per il nuovo anno, nel caso in cui non ci sentissimo prima: non ponete limiti alla potenza dell'amore, fa miracoli.
P.s. Per quanto riguarda i propositi per il 2022 ci aggiorniamo il primo gennaio che la mia lista è bella lunga.
martedì 14 dicembre 2021
Classiconi di Natale: Piccole Donne
"Natale non è Natale senza regali", si lamentò Jo, sdraiata sulla coperta.
"È così spiacevole essere poveri!" sospirò Meg, abbassando lo sguardo sul suo vecchio vestito.
"Non è giusto che alcune bambine possano avere tutto ciò che desiderano e altre non abbiano niente", aggiunse la piccola Amy, tirando su con il naso con aria offesa.
"Ma abbiamo il papà e la mamma, e la compagnia una dell'altra", disse Beth compiaciuta dal suo angolo.
lunedì 13 dicembre 2021
Classiconi di Natale: Canto di Natale di Charles Dickens
Se potessi fare a modo mio, ogni idiota che se ne va attorno con cotesto "allegro Natale" in bocca, avrebbe a esser bollito nella propria pentola e sotterrato con uno stecco di agrifoglio nel cuore. Sì, proprio!
Charles Dickens - Canto di Natale
Sfido chiunque a non aver mai avuto a che fare, in questo periodo, con una qualsiasi versione letteraria o cinematografica del Canto di Natale di Charles Dickens.
Ebenezer Scrooge, già il nome è tutto un programma, è un grosso uomo d'affari, più precisamente un banchiere. Ce lo vediamo già questo signore di una certa età, incazzato come una biscia nei confronti di tutto e di tutti, interessato solo al vil denaro e a come risparmiare fino all'ultimo centesimo per ingrassare il malloppo custodito gelosamente in cassaforte. Il punto è: facesse almeno una bella vita! E invece no, vive in una stamberga e veste come un clochard.
Ad un personaggio simile potrebbe forse piacere il Natale? Giammai! Avete presente il Grinch? In confronto quest'ultimo è l'impersonificazione delle feste. E così, preso dal risentimento ad ogni manifestazione natalizia che incontra lungo il cammino, dopo aver concesso a malincuore al proprio impiegato Bob Cratchit di non lavorare almeno il 25 dicembre, la sera del 24 il nostro Scrooge torna a casa più inviperito del solito. Sta per aprire il portone quando qualcosa, per un attimo, lo ferma: sembra che il batacchio abbia un volto familiare, quello di Jacob Marley, il suo vecchio socio morto diversi anni prima proprio alla viglia di Natale. Pensando che si tratti di un'allucinazione, dopo un attimo di sgomento, entra e si appresta alla cena. Ed è in quel momento che inizia ad accadere l'inverosimile perchè, dopo una serie di spaventosi rumori che si propagano per tutta l'abitazione, la porta della cucina si apre e appare niente meno che il fantasma di Marley con un enorme e lunga catena che l'avvolge da capo a piedi. A quella catena sono appesi lucchetti, banconote ed attrezzi del suo lavoro da banchiere. Il fantasma gli spiega che quella "mise" è la sua punizione eterna per esser stato troppo avaro e che anche per Scrooge vi è una sorte analoga se non peggiore. Quel che può fare per salvarlo dalla dannazione è ammonirlo, quindi, e di mandargli in visita nottetempo altri tre fantasmi: quello del Natale passato, quello del Natale presente e quello del Natale futuro.
Scrooge non si fa intimorire dall'avvertimento e, convinto che si tratti di fantasie ed allucinazioni, se ne va a dormire come se nulla fosse. Avrebbe potuto anche fare sonni tranquilli se non che, ad un certo punto, viene svegliato dal primo fantasma: quello del Natale passato. Questi lo accompagna indietro nel tempo, mostrandogli la sua infanzia e la sua giovinezza, quando per lui il Natale era ancora una festa sentita e piena di amore e di gioia. Rivede la propria famiglia, Bella -la donna che ha amato- , i vecchi colleghi di lavoro quando era ancora un impiegato alle prime armi. Poi le immagini iniziano a farsi più dolorose: la morte della sorella, la separazione da Bella a causa delle differenze economiche sorte nel momento in cui, assieme a Marley, è divenuto titolare della banca. Non potendo più sopportare oltre, scaccia lo spirito in malo modo, ritrovandosi ben presto nel proprio letto e con un senso di oppressione al cuore.
Non tarderà ad arrivare il fantasma del Natale presente, un personaggio che assomiglia ad una versione ringiovanita di Babbo Natale. Lo spirito lo porterà a curiosare nelle case di Bob Cratchit e del nipote Fred, figlio della compianta sorella Fanny. Nonostante la miseria, Cratchit sta festeggiando con la moglie e i figli dedicando parole d'affetto anche al vecchio bast... Volevo dire, al proprio datore di lavoro, grazie al quale possono consumare assieme un pasto caldo. Scrooge nota che il più piccolo dei figli di Cratchit non se la passa benissimo ed il fantasma gli spiega che, infatti, è molto malato, ma lo stipendio da fame di Bob non permette alla famiglia di acquistare le medicine necessarie alle cure. Il vegliardo chiede allora se il piccolo Tim (questo il nome del bambino) starà meglio, ma la risposta lo raggela: "Io vedo un posto vuoto nel povero focolare...". Un'atmosfera diversa regna invece in casa di Fred, circondato da parenti ed amici, il quale sta brindando con affetto al vecchio zio Scrooge. Dopo aver visitato altri luoghi tra i più disparati in cui si sta celebrando all'insegna del calore umano e della serenità, a mezzanotte lo spirito del Natale presente inizia ad invecchiare e morire, lasciando al proprio posto due bambini vestiti di stracci: essi sono Ignoranza e Miseria, due figure per niente confortanti che sotto agli occhi di Scrooge si trasformeranno in adulti altrettanto ignoranti e miserabili.
Conclusi i dodici rintocchi, il fantasma del Natale presente diviene polvere e lascia il proprio posto a quello del Natale futuro. Muto, lo spirito mostra all'uomo il proprio corpo sul letto di morte e la reazione di coloro che sono appena venuti a conoscenza della sua dipartita: con parole di sfregio mostrano di non essere affatto dispiaciuti e di non vedere l'ora di poter mettere mano su tutto ciò che egli ha gelosamente guadagnato e custodito. L'unico che passerà a rendere un saluto alla sua tomba sarà il nipote Fred. E la famiglia di Bob Cratchit? Ahimè, il piccolo Tim è morto e la tomba del bambino si trova a pochi passi da quella del vecchio. Chiedendo perdono e sentendosi realmente pentito, Scrooge cade in una voragine che si apre proprio sotto la propria lapide, ritrovandosi in quella che pare essere la bocca dell'inferno. In una caduta senza fine, lambito dalle fiamme, si risveglierà di lì a poco nel suo letto, incredulo di essere ancora nel mondo dei vivi.
E' la mattina di Natale, è ancora in tempo per poter cambiare le previsioni del Natale futuro! Vestitosi di tutto punto, esce di casa e manda, non prima di avergli elargito una lauta mancia, un ragazzo ad acquistare un cappone per farlo recapitare a casa di Bob Cratchit; infine si precipita a casa del nipote Fred il quale, proprio pochi giorni prima, s'era visto rifiutare l'ennesimo invito a trascorrere il pranzo natalizio in famiglia.
Il giorno dopo, al lavoro, accoglie Cratchit burberamente ma, in realtà, ha in serbo per lui una bella sorpresa: gli annuncerà un aumento di stipendio e condizioni lavorative più umane. Inutile dire che i due diventeranno inseparabili, che il piccolo Tim si salverà grazie alle medicine acquistate personalmente da Scrooge e che da allora l'uomo si ritroverà a vivere non solo in maniera più dignitosa ma anche, soprattutto, più serena.
Tra le varie versioni tratte da questa storia vale la pena ricordare "Il canto di Natale di Topolino" firmato Disney (qui sotto una clip relativa alla prima parte e in cui ci vengono presentati i personaggi): quale migliore volto per il vecchio taccagno se non quello di Paperon De' Paperoni, il cui nome in lingua originale è proprio Scrooge?
Di notevole interesse, invece, il primo adattamento cinematografico: "Scrooge, or Marley's ghost", di Walter R. Booth, datato 1901. Purtroppo non tutta la pellicola è giunta fino a noi in quanto i circa due minuti finali sono andati perduti a causa dell'usura e del tempo. In questo film è curioso notare come non vi siano tre spiriti a guidare Scrooge tra i vari Natali ma solamente uno: quello di Jacob Marley.
martedì 7 dicembre 2021
Non lo senti odore di neve nell'aria?
Non lo senti odore di neve nell'aria?
Non lo senti il vento freddo che, con le sue gelide mani, ti scompiglia i capelli e ti dona baci taglienti?
La notte e al mattino presto, quando il cielo è buio, quell'aria diventa una presenza reale e palpabile.
Mi vengono in mente le parole di questa bellissima canzone dei Bucovina...
Visto che non tutti conoscono la lingua romena lascio di seguito il testo e la mia personale traduzione (e ci sarà sicuramente qualche errore perchè viene usato un linguaggio aulico e un po' ostico in alcuni punti):
Spune tu, vânt înghețat, pe unde ai fost, pe unde-ai umblat
Prin codrii goi, pe munți și pe văi, pâraie-nghețate sub sloiuri turbate
Dacă-ai vazut pe unde-ai trecut, urme adânci, săpate în stânci
Pe creste iernite în ape-oglindite, poteci neumblate să ducă departe.
Cum zbori tu ca gândul și-nconjuri pământul, şi treci peste mări, pustiuri și zări
Nu-mi afli pierit, dorul cernit, cu dorul în gând nu-mi aflu mormânt.
Spune tu, vânt înghețat, pe unde ai fost, pe unde-ai umblat
Prin codrii goi, pe munți și pe văi, pâraie-nghețate sub sloiuri turbate.
Să cați necurmat în lung și în lat, din zori până-n noapte, aici și departe
În soare și-n stele, în bune și rele, să nu te-odihnești, să nu zăbovești.
Spune tu, vânt înghețat, pe unde ai fost, pe unde-ai umblat
De mi-ai găsit dorul cernit, cu el în gand nu-mi aflu mormânt.
Dimmi, gelido vento, dove sei stato, dove hai viaggiato,
attraverso foreste spoglie, monti e vallate, ruscelli ghiacciati sotto gole impetuose.
Forse avrai visto ciò che hai attraversato, impronte profonde, scavate nella roccia
Su creste che, in inverno, si rispecchiano nelle acque, sentieri non segnalati che portano lontano.
E mente voli veloce come il pensiero, circondi la terra, ed attraversi i mari, i deserti e gli orizzonti
Non hai scoperto il mio desiderio perduto? Con quello nella mente non riesco a trovare la mia tomba.
Dimmi, gelido vento, dove sei stato, dove hai viaggiato,
attraverso foreste spoglie, monti e vallate, ruscelli ghiacciati sotto gole impetuose.
Avanza senza sosta, in lungo e in largo, dall'alba al tramonto, qui ed altrove
Nel sole e nelle stelle, nel bene e nel male, non riposarti, non indugiare
Dimmi, gelido vento, dove sei stato, dove hai viaggiato,
Non hai trovato il mio desiderio perduto? Con quello nella mia mente non riesco a trovare la mia tomba.
venerdì 3 dicembre 2021
Genitori e tecnologia
Ammetto di essere un po' invidiosa dei genitori dei miei coetanei, abili smanettoni tecnologici nelle cui mani qualsiasi dispositivo fisso o mobile compie le più grandi prodezze.
Mio padre si è categoricamente rifiutato di imparare ad utilizzare il computer, sebbene la promessa di poter vedere qualche film western in streaming lo avesse inizialmente allettato. Non si è nemmeno mai piegato alla praticità degli smartphone. Fedele fino al midollo ai vecchi telefoni a tastiera, più i numeri son scritti in grande e meglio è. Per la cronaca: non sa nemmeno come leggere o scrivere SMS. Dopo che io e mia madre abbiamo cercato di insegnarglielo in più modi ci abbiamo rinunciato. Ora che ha la smart TV non ha nemmeno voluto imparare a cercare film e documentari su Youtube usando il telecomando. Mamma crea le playlist e gliele fa partire in automatico. C'est plus facile.
Anche mamma è stata inizialmente un osso duro ma col tempo si è messa un po' in pari. Spesso, in compenso, commette casini di portata internazionale tra cui annoveriamo:
- un cellulare morto affogato nel latte di bufala
- l'installazione di un sito porno che si apriva automaticamente ad ogni riavvio del computer
- un'intera lista di contatti telefonici fagocitata da un buco nero perchè altrimenti non si spiega
- chiamate involontarie partite verso numerazioni presenti nella rubrica del cellulare che le avevo prestato... E non parliamo di chiamate verso numeri di amici a cui magari potevo mandare un messaggio spiegando la situazione, eh no. A chi poteva partire se non a una persona che mi sta sulle balle e il cui numero era rimasto in memoria per oscuri motivi?
Non parliamo poi delle innumerevoli volte in cui... "Qui dice che ho vinto un computer!", "Sono il millemillesimo visitatore, clicco qui?", "E' sparito GUGOL" (e quando ho letto per la prima volta questo fumetto di Zerocalcare mi sono chiesta se non fossimo figli della stessa madre).
mercoledì 1 dicembre 2021
Quando viene Dicembre...
Non riesco a non collegare il mese di Dicembre a questa bellissima canzone tratta da "Anastasia". Pelle d'oca e brividi ad ogni ascolto!
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Ho impiegato un po' di tempo a scrivere questo articolo perchè, dopo essermi imbattuta sullo spazio web curato da Piero Favero, ho fort...
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Sotto un cielo radioso va una barca, Pigra, indecisa indugia, s'avanza, Di luglio, un tardo pomeriggio afoso - Tre le bambine rannicch...
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Sono pochi i libri che sono riusciti a farmi piangere come una fonatana: "Via col vento" di Margaret Mitchell, "La ragazza de...