Pagine vintage, spiritualità pagana, streghe, fate, letteratura dimenticata, figure femminili d'ispirazione. E musica, tanta musica!
giovedì 27 gennaio 2022
La maestra ci faceva cantare, ma io non riuscivo perchè non capivo le parole
domenica 23 gennaio 2022
Storia d'un abitino di bambola
Ultimamente sto trovando un sacco di cose bellissime online provenienti da vecchie riviste e libri se possibile ancor più vecchietti, e proprio ieri sono incappata in un tenerissimo inedito scritto da Ada Negri e apparsa su "Il corriere dei piccoli" del 27 dicembre 1908. Si intitola "Storia d'un abitino di bambola" e mi ha colpita moltissimo.
Cari bambini dovete sapere che io ho una figlietta. Questa figlietta è molto bruna d'occhi, di capelli e di carnagione, eppure - vedete i capricci dei nomi!... - si chiama Bianca. È molto alta e forte pei suoi dieci anni; ma gioca ancora - e assai volentieri! - alla bambola. Ne ha una tribù: bionde, castane, vestite di rosso, d'azzurro, di bianco, alte, piccine, in costume di zingara, di montanina, di ciociara. E le veste e le sveste e fa loro recitare certe commediole che inventa lei, dove hanno parti d'importanza straordinaria, re e regine, dame e cavalieri, paggi e mendicanti. Ora avvenne che, essendo noi andate ai bagni di mare, la scorsa estate, nel baule di Bianca non fu messa che una sola delle sue bambole: bellina, bionda, con un sorriso immobile e pieno di meraviglia: ma... in camicia! Quando si dice la fortuna...! Bianca ha una mamma che non è punto nata, lei, per far vestitini alle bambole, ma nello stesso albergo era giunta, proprio quand'erano giunte loro, una signora molto bella e molto buona (non pare un racconto di fate?) che volle preparare alla Bianca una gentile sorpresa.
Chi dava alla dama dal classico viso un po' stanco tanta tenerezza pei fanciulli, un sorriso così dolce e così penetrante quando parlava con essi, e un desiderio così materno di lavorare per la loro gioia?...
Certo la vita, che per molti è aspra, difficile e piena di segrete tristezze, di lagrime nascoste, aveva insegnato a quella nobile anima che nulla è più sereno, più riposante dell'infanzia, nulla è più degno di simpatia del cuore di un bambino.
Così essa amava anche le bambole, e le vestiva come figurini di Parigi - e così si compiacque di vestire la bambola della mia Bianca, se sapeste, bambini!... - con un leggerissimo abitino stile Impero, di batista e trine bianche, fermato alla spalla da nodi di nastro rosa; e le mise in capo un gioiello di cuffia rosa, dopo averla pettinata alla moda, con due choux rosa ai lati della fronte, fra i riccioli d'oro.
Poi mi chiamò da parte, e mi disse colla sua voce piana: - Non dia subito la bambolina alla Bianca; gliela metta sul guanciale quando sarà addormentata; così lei, svegliandosi, crederà all'opera di una data...
Ma fu allora che accadde proprio l'incantesimo. Fra la signora sorridente e me commossa, la bambola, bellissima nel vaporoso abitino Impero, improvvisamente parlò.
Parlò?... Sì, parlò. Parla il telegrafo senza fili attraverso l'oceano; possono ben parlare le bambole. E la piccola bionda disse, rivolgendosi alla signora, parole d'ingenua dolcezza, con la voce senza timbro che non si ode che nei sogni; e noi, stupite, ascoltammo la musica stranamente soave che pareva venisse da un mondo ignoto.
Ed io, la sera, trascrissi per voi, cari bambini, ciò che disse la bambola, mentre essa riposava sul guanciale accanto alla mia Banca addormentata, e dal terrazzo aperto veniva il respiro del mare, che culla così bene i sonni dei piccoli... e dei grandi.
PARLA LA BAMBOLA
Contessa, poi che in Vostra cortesia con mussola e con trina
vestir voleste la miseria mia di bambola piccina,
per dirvi - grazie - io diverrò d'incanto quella che, fina e bionda,
con Voi prima divise il riso e il pianto de l'infanzia gioconda:
diverrò pei Vostri occhi, a l'improvviso, la bambola d'allora.
Rivivrete quel tempo e quel sorriso, oh, non fosse che un'ora:
i canti, i giochi, i bei capelli sciolti a onde su le spalle,
le pazze corse tra i querceti folli ad inseguir farfalle:
i frutti morsi, i fiori colti, i cieli puri dei puri giorni:
l'innocente bellezza in cui ti veli, tempo che non ritorni:
l'ombra del sogno che V'arrise allora e così dolce fu...
Io non son che una bambola, Signora...
... non posso fare di più.
Ebbene, io nella figura della buona signora ci ho rivisto un richiamo ad una spiritualità profondamente legata al divino femminile - ed Ada Negri, in effetti, era molto devota alla figura della Madonna, tanto da essere solita regalare rosari alle persone a lei care. Non solo: vi è anche un secondo richiamo, più forte ancora, ed è quello che ci ricorda di continuare a nutrire, amare e sostenere la nostra bambina interiore. Lo leggiamo nelle parole della bambola che, dopo aver ricevuto un nuovo vestito (simbolo dell'inizio di una nuova vita) fatto apposta per lei, ringrazia la contessa ricordandole le meraviglie dell'infanzia. E' vero che non potrà riportarla indietro nel tempo facendola fisicamente ringiovanire, tuttavia il dono che le fa è altrettanto potente: farle rivivere, anche se solo per un poco, le emozioni, i sapori e i profumi della fanciullezza.
Voi preferireste tornare indietro nel tempo e ringiovanire oppure tenervi stretta la vostra età ma vivere ogni giorno con la meraviglia, l'innocenza e la gioia dei bambini? Io ci tengo alla mia pellaccia e a far sparire rughe e capelli bianchi, ma ammetto che la seconda opzione mi alletti molto di più.
venerdì 21 gennaio 2022
Fred in the Land of Magic, di C. Marshall - episodio n.1
Non sono cera che questa sia la primissima puntata dal momento che online non ho trovato traccia di episodi precedenti, pertanto se qualcuno avesse notizie più precise me lo scriva pure nei commenti!
Per il resto spero tanto che le avventure di Fred e Tony vi facciano divertire e che possiate apprezzare questa mia traduzione, amatoriale ma fatta con il cuore.
* * *
Era ormai scesa la notte. Due solitarie figure, uno sfinito ragazzino di dieci anni ed un cagnolino, osservavano attentamente la boscaglia alla ricerca di un punto di riferimento familiare e che li aiutasse a ritrovare la strada di casa.
Si erano persi. Scure nubi si raccoglievano in cielo mentre il rombo dei tuoni lacerava l'aria. Il ragazzino si chinò e prese tra le braccia il cucciolo, continuando a guardarsi attorno. Improvvisamente emise un gridolino di gioia: corse attraverso uno stretto sentiero che fino a quel momento non aveva notato e scorse una casa in lontananza. Oh, quanto era felice! Abbracciò forte il cane e gli disse: "Bene, Tony, sono sicuro che le persone che vivono in quella casa non potranno fare a meno di adorarti. Potrebbero anche darti un osso... Arriveremo là in un momento!"
Raggiunse con entusiasmo quella casa dopo aver oltrepassato una recinzione di filo spinato e, trovatosi sulla soglia, suonò il campanello.
Tutto era profondamente buio e malinconico. Il trillo del campanello risuonò come un eco nel bosco spaventando il ragazzino che strinse ancor più a sé il suo fedele compagno.
“Oh, ma perchè non arrivano? Devono essersi già tutti addormentati.” sospirò “Forse vanno a letto molto presto. In ogni caso questo dovrebbe svegliarli!” E suonò il campanello con più forza.
Che cos'era stato quel rumore? Solo il rombo di un tuono, pensò il ragazzino, e tentò di convincersi d'essere un uomo e di non aver paura dei temporali. Seguì allora un lampo di luce che illuminò un vecchio cartello appeso alla porta; a chiare lettere, di fronte ai terrorizzati occhi di Fred, spiccava la dicitura "Affittasi".
Singhiozzando, il ragazzo si sedette sulla soglia ed intrecciò attorno alla testolina del cucciolo le mani intirizzite dal freddo.
Ora la pioggia cadeva torrenziale e il vento freddo pareva deliziarsi nel torturare il ragazzino soffiandogli addosso. Fred si ranicchiò tentando di coprirsi i piedi nudi nel disperato tentativo di riscaldarsi e stava per assopirsi quando venne risvegliato dal rumore di un aeroplano. Più questo cresceva di intensità, più Tony ringhiava ed abbaiava. Il rumore cessò quando l'aereo si fermò davanti alla porta, proprio vicino al ragazzo. Non poteva essere lungo più di un metro ed era di colore argento luccicante! Fred rimase a fissare meravigliato quella favolosa visione. E, mentre osservava, due gocce di pioggia caddero sull'aereo trasformandosi all'istante in bellissimi e scintillanti diamanti. La portiera dell'aereo si aprì e ne sbucò fuori un ometto dalla barba rossa. Questi si sfregò le mani paffute e disse: “Accidenti, povero ragazzo disperso, ti ho cercato ovunque! Mi è stato detto dalla Fata Zucchero Filato che sei stato visto vagabondare sotto la Nuvola Bianca Schiuma alle quattro di questo pomeriggio. Ma quella tremenda Nuvola Ringhio Nero l'ha spaventata facendola scappare via perciò mi è stato abbastanza difficile tracciare i tuoi movimenti da quel momento in poi. Ho chiesto aiuto a Sparky che mi ha illuminato la strada per giungere fin qui. Perciò devi essere molto riconoscente a Sparky.”
“Chi è Sparky? Lo vorrei ringraziare moltissimo” chiese il ragazzino trepidante.
“Ah ah ah! Certo, non conosci i nomi di tutto ciò che si trova a Magic Land! Ma imparerai presto. Oh, Sparky è uno dei migliori – senza di lui non potremmo fare nulla nelle notti di pioggia. I suoi lampi sono una benedizione per tutti noi nel Paese della Magia. Comunque, come ti chiami?”
“Fred” disse il ragazzo. Si stringeva nel proprio cappotto tremando dal freddo. “E' tutto a posto?Perchè, insomma, accidenti, mi sembri infreddolito. Hai bisogno di un cappotto bello caldo". Entrò velocemente all'interno del velivolo e ritornò recando con sé un piccolo cappotto lungo circa 25 cm. Fred era amareggiato. Come avrebbe potuto indossarlo? E faceva così freddo!
“E' un peccato che sia così piccolo!”, sospirò.
“Oh, non preoccuparti per simili sciocchezze” disse l'ometto. Toccò il ragazzino e questi iniziò a diventare sempre più piccolo.
“Presto, presto” gridò Fred, “devi rimpicciolire anche Tony altrimenti mi schiaccerà!”
“Che distratto che sono” sospirò l'ometto. “Non mi ero accorto del tuo cagnolino”. Toccò quindi anche Tony che immediatamente iniziò a restringersi.
L'ometto guardò allora il suo orologio e disse: “Accidenti, sono quasi le otto e ci sono ancora altri quattro bambini dispersi che devo ritrovare! Devo mettermi in viaggio. Ma prima che io vada ti regalo un paio di scarpe magiche che ti porteranno ovunque.” e detto questo sparì per qualche istante dalla vista del ragazzo, rientrando in aereo.
Quando l'ometto uscì, Fred come prima cosa vide un bellissimo paio di scarpe d'argento scintillanti.
(Dove andrà Fred con le sue nuove scarpe? Lo scopriremo la prossima settimana.)
giovedì 20 gennaio 2022
Le donne che finirono sui roghi...
"Dalla parte delle streghe" di V. De Angelis
Art by Monica Sjoo
venerdì 14 gennaio 2022
Fata Gallura - Antonio Rubino
giovedì 13 gennaio 2022
Le 19 fiamme di Brigid
Ieri sera, infatti, ho iniziato per il secondo anno consecutivo il percorso delle Diciannove fiamme di Brigid, organizzato da Laura Sofia dell'associazione Vidyanam. Una routine che per me è ormai diventata indispensabile perchè mi accompagna per mano verso l'uscita dal periodo più buio e freddo dell'anno, verso la festività di Imbolc, antico nome irlandese utilizzato per indicare la fine dell'inverno. Imbolc, infatti, deriva dalla parola "oimelc" (nel latte): questo era infatti il periodo in cui nascevano i primi agnellini.
Il cristianesimo ha fatto propria questa sentitissima festività denominandola Candelora e dedicandola a Santa Brigida, figura dietro alla quale si cela la dea Brigid, patrona delle arti e della guarigione, il cui simbolo era proprio il fuoco. Essa, infatti, oltre ad essere forgiatrice, ispiratrice e sanatrice, è anche la dea del focolare domestico e colei che ci riporta alla luce dopo la lunga notte invernale, tanto che nella notte del primo febbraio venivano accesi fuochi in suo onore nei campi o presso i templi a lei dedicati.
In Irlanda, nell'abbazia di Kildare, arde un fuoco perpetuo che ad oggi viene mantenuto acceso dalle suore brigidine e che, secondo una leggenda, sarebbe stato acceso per la prima volta dagli angeli in onore di tutte le divinità.
Con il percorso delle diciannove fiamme, nel nostro piccolo, possiamo ridare vita all'antico rituale delle sacerdotesse di Brigid (e delle suore brigidine in un secondo momento): nel tempio di Kildare, ogni notte e per diciannove notti, una sacerdotessa accendeva una fiamma e rimaneva la notte intera a vegliarla in meditazione e preghiera, evitandone lo spegnimento. Durante la ventesima notte, invece, la fiamma veniva accesa e lasciata ardere da sola in quanto sarebbe stata custodita da Brigit stessa.
Lo scorso anno ho dedicato il mio percorso al lavoro, maturando nella meditazione il coraggio di affrontare una situazione lavorativa ormai distruttiva. Quest'anno, invece, voglio concentrarmi sull'arte!
E' ancora possibile partecipare a questa bella esperienza (che è ASSOLUTAMENTE GRATUITA) anche se con qualche giorno di ritardo, oppure unirsi alle diciannove fiamme successive, che inizierà il 2 febbraio. In caso potete contattare tramite questa pagina Laura Sofia e dirle che vi mando io! Non occorre essere pagani per partecipare, come avrete potuto intuire. Io ve lo consiglio vivamente, a fine percorso vi lascerà davvero tanto.
lunedì 10 gennaio 2022
Progettino storico in arrivo!
giovedì 6 gennaio 2022
Momento di stallo non programmato
Ho messo così tanti punti nella mia lista di cose che vorrei fare quest'anno... Che ancora non ne ho iniziata nemmeno una! Mi sono presa questa prima settimana del 2022 per pensarci un po' su, poi metterò mano a tutto.
Nel frattempo però qualcosa ho combinato visto che ho rimesso mano al mio blog Italia Parallela inaugurando l'anno con un'intervista ad un autore fantasy che stimo parecchio sia come scrittore che come persona. Qui c'è il link dove poterla leggere.
Oggi ho ricominciato seriamente la dieta (a parte il boero che mi sono mangiata dopo pranzo... Inutile, senza cioccolata non riesco proprio a stare) e da domani mattina si torna prepotentemente in palestra. E, se il tempo è clemente, anche iniziare a tornare dal lavoro a piedi sarebbe tutta salute. All'andata no, che alle 5 del mattino col buio mi passa tutta la poesia.
Ho letto un libro di cui mi piacerebbe parlare nei prossimi giorni, si chiama "Racconti dall'isola - Loghidoro's tales" di Tamara Barbarossa.
Per ora però stacco e mi butto a dormire che sono ko!
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Ho impiegato un po' di tempo a scrivere questo articolo perchè, dopo essermi imbattuta sullo spazio web curato da Piero Favero, ho fort...
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Sotto un cielo radioso va una barca, Pigra, indecisa indugia, s'avanza, Di luglio, un tardo pomeriggio afoso - Tre le bambine rannicch...
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Sono pochi i libri che sono riusciti a farmi piangere come una fonatana: "Via col vento" di Margaret Mitchell, "La ragazza de...