Qualunque cosa tu voglia fare, o sognare di fare, incominciala. Incominciala adesso. L'audacia ha in sé genio, potere e magia.
Johann Wolfgang von Goethe.
Pagine vintage, spiritualità pagana, streghe, fate, letteratura dimenticata, figure femminili d'ispirazione. E musica, tanta musica!
Qualunque cosa tu voglia fare, o sognare di fare, incominciala. Incominciala adesso. L'audacia ha in sé genio, potere e magia.
Johann Wolfgang von Goethe.
Era da un po' di tempo che non scrivevo nulla in merito ai vari volti delle divinità femminili. Questa mattina mi sono svegliata con un po' di idee in testa, chiedendomi come mai si parli così poco in merito alla mitologia africana.
Africa: la culla dell'umanità, il luogo in cui si dice fosse ubicato il Giardino dell'Eden, un patrimonio storico e culturale immensi! Eppure, di questo meraviglioso angolo di mondo, si parla solamente quando accade qualcosa di terribile, o quando si decide di eleggerlo come meta delle nostre vacanze.
Parto allora con una piccola - e certamente non esaustiva - ricerca su colei che corrisponde alla nostra Dea Madre per gli Zulu (ma anche per molte altre popolazioni africane): Nomkhubulwane.
Un dipinto di Trevor Makhoba raffigurante Nomkhubulwane |
Il suo nome significa "Colei che sceglie la forma animale", per via della capacità di trasformarsi in qualsiasi animale desideri.
In cosmologia Nguni, la Dea è figlia del Creatore Mvelinqangi. Viene chiamata "Inkosikazi yezulu", ovvero "Regina del Cielo". Figlia del Re e la Regina del cielo, è la protettrice di tutte le fanciulle africane che attraversano il periodo della pubertà ed ha a cuore la fertilità delle donne, degli animali e della terra.
Il suo culto, con l'introduzione del cristianesimo, è andato scemando: Nomkhubulwane rappresenta una figura scomoda e mal vista dalle religioni di stampo patriarcale. Curiosamente, rimane invece in vita il culto del divino maschile: Unkulunkulu. Viene spesso rappresentata come una donna nuda con la lancia in una mano ed un membro maschile nell'altra (è infatti ritenuta la responsabile dell'erezione), a volte la troviamo affiancata ad un ghepardo.
Le celebrazioni in suo onore coincidono con l'Equinozio di Primavera che, nell'emisfero meridionale, avviene nel mese di settembre, momento che segna anche l'inizio di un nuovo anno. E Nomkhubulwane è proprio la Dea della fertilità, dell'agricoltura e della pioggia vista quale nutrimento principale per la terra.
Un'antica pratica rituale Zulu vede, durante la stagione dell'aratura, la creazione dell' insimu kaNomkhubulwane (campo di Nomkhubulwane). E' un campo speciale che viene arato da tutta la comunità, prima ancora di iniziare qualsiasi altro lavoro agricolo, e solo gruppi di ragazze ancora vergini possono entrare per prendersene cura. Tuttavia a nessuno è permesso coglierne i frutti, in quanto offerta alla Dea stessa.
Questa pratica ancora sopravvive nello Zululand: il campo viene curato espressamente da fanciulle ancora vergine ed i suoi frutti sono ad uso e consumo della Dea, oltre che degli animali selvatici. Quanto ne resterà continuerà il proprio ciclo di vita e morte, concimando il campo e rendendolo quindi pronto per l'aratura della stagione successiva.
Occorre ricordare che Nomkhubulwane è anche colei che ha insegnato agli uomini come prendersi cura della terra e preparare i cibi; per questo le comunità si appellavano a lei nei tempi di carestia.
Simbolo di una cultura matriarcale imponente ed orgogliosa, è indicata come colei che ha insegnato alle donne africane come sviluppare ed utilizzare l'energia femminile. Come accade in culture di questo tipo, Nomkhubulwane tramanda la moralità ed ha uno stretto rapporto con la luna, tanto da esser la fautrice dei suoi spostamenti nel cielo.
Una caratteristica che la rende terribile tanto quanto alcune sue controparti maschili è il metro di giudizio da lei utilizzati per premiare o meno gli uomini. Ad essi distribuisce fortuna o sfortuna in base alle azioni compiute dai loro padri!
Essa è conosciuta anche come Dea dell'arcobaleno. Narra una storia Zulu che gli uomini pregassero Mvelinqangi (il Creatore di tutte le cose) per avere la pioggia. Questi, allora, li accontentò inviando loro Nomkhubulwane: la pioggia, incontrandosi con il sole, diede vita al primo arcobaleno.
La donna meravigliosa di cui vi parlo oggi è made in Romagna, ha una voce da brivido ed è in tour fino a settembre ripronendo i più bei brani del Maestro Franco Battiato. Lei è Alice, all'anagrafe Carla Bissi, e con Battiato ha avuto un sodalizio musicale durato per molti anni.
Era da un po' di tempo che accarezzavo l'idea di scrivere un post su di lei e caso vuole che tempo fa, ad un mercatino dell'usato, abbia trovato una rivista del 1980 contenente un'intervista a lei dedicata.
In quell'anno Alice partecipò al Festival di Sanremo con "Il vento caldo dell'estate", un brano con synth precursorsi della new wave del decennio appena nato ed impreziositi da una voce che ricorda tantissimo lo stile della no wave.
Si parla di me, finalmente. Se ne parla tanto... Certo, vorrei che si parlasse soltanto di Alice, così com'è oggi, delle sue canzoni che hanno conquistato il pubblico. Ma fatalmente saltano fuori i "fantasmi" di Carla Bissi, di Alice Visconti... Un guazzabuglio anagrafico-artistico! Cerchiamo di mettere un po' d'ordine: sono Carla Bissi per l'anagrafe, sono stata Carla Bissi all'inizio della mia carriera, poi sono diventata Alice Visconti (un nome d'arte inventato dal mio produttore dell'epoca), e per finire sono rimasta Alice e basta. Chiaro? A cantare ho incominciato fino da quando ero bambina. Sognavo già di fare la cantautrice. Ma quando ho messo piede nel mondo dello spettacolo ho scoperto che, allora, c'era posto solo per le cantanti disposte a recitare una parte, da brave bambine...
Ecco Carla Bissi, la ragazza che nel '72 vince il Festival per voci nuove, a Castrocaro. Una minorenne acqua e sapone. Ricordo che ho cantato, in finale, "Tanta voglia di lei", una canzone dei Pooh.
Vincendo a Castrocaro, staccavo il biglietto per Sanremo, automaticamente. Pensate, volevano lanciarmi come "la nuova Cinquetti"... Che fantasia! Al Festival ho presentato una canzone di Memo Remigi, "Il mio cuore se ne va". Anche giurie e pubblico se ne sono andati per i fatti loro.
Altro festival: vado a Venezia, canto "La festa mia" di Califano e vinco la Gondola d'Argento. Ma nonostante tutto il "personaggio" Carla Bissi non decolla. E io non ne faccio certo una malattia... già, perchè ho altro per la testa, io. Voglio farle con le mie mani, le canzoni. Così, addio na Carla Bissi. Cambio produttore, collaboratori e, già che ci sono, anche nome...
Nasce Alice Visconti. Finalmente posso cantare le mie canzoni. Un singolo, "Voglio vivere" e un album, "La mia poca grande età", vanno così così. Ma mi rendo conto che non ci siamo ancora. Devo maturare.
Due anni di pausa, di "lievitazione", ed ecco finalmente Alice che prende il volo. E' storia recente, i primi mesi di quest'anno. Sarà la volta buona? Dopo Carla Bissi e la signorina Visconti, Alice sarà davvero il mio "personaggio"? Io sono pronta a giurarci!
Mick Jagger, di passaggio da Roma, mi sente cantare. I bene informati mi assicurano che ha commentato: "Niente male, la ragazza..." Così, con la "benedizione" del signor Rolling Stones lancio i miei nuovi dischi con l'impeto di una discobola.
Il resto lo sapete, no? "Il vento caldo dell'estate" e "Capo Nord" entrano in classifica stabilmente, rispettivamente per i 45 giri e per gli ellepì. L'80 è il mio anno. Il primo, mi auguro, di una lunga serie di anni "sì"!
In un certo senso l'emancipazione femminile si può affermare anche a suon di muisca. Perchè no? Si è sempre parlato di cantautori. Ora stanno venendo alla ribalta le cantautrici. Rettore e Gianna Nannini vanno avanti a colpi di rock. E io? Bè, il mio è un genere un po' diverso, mi pare. Do molta importanza ai testi delle mie canzoni, oltre che alla musica. E alla voce, che uso per "cantare", non per strillare o ansimare... E non bado alla messinscena (luci, fumate, fuochi artificiali, corpi di ballo, majorettes e chi più ne ha più ne metta). Il fatto è che io penso che una buona canzone, eseguita da una bella voce, funzioni sempre. Voi che ne pensate?
Ecco, vi ho raccontato tutto di me, o almeno spero di essere riuscita a darvi almeno una vaga idea di chi sono, di chi si nasconde sotto il nome di Alice. Ma se avete ancora qualche dubbio, se volete saperne di più, basta che ascoltiate le mie canzoni: in esse ho messo tutta me stessa, la mia vita, i miei ricordi, le mie speranze.
(Il Monello, dicembre 1980)
Con le sue canzoni Alice ha dato un bello schiaffone alla musica leggere italiana: laddove le voci femminili venivano associate per lo più a brani romantici e anche un po' banali (ma, del resto, figli del proprio tempo) ecco che arriva questa artista dalla voce inconfondibile, che inizia a discostarsi dal già sentito e scrive lei stessa i propri testi.
Le sue non sono solo canzoni, sono pezzetti d'anima:
(Non ero mai sola - 1995)
Altre, invece, presta la propria voce a personaggi e situazioni importanti, come nel caso della storia di Giovanna D'arco, in questo testo scritto da Mino di Martino - ma che ricalca in pieno il suo stile:
Avevo in mente già da un po' di tempo di scrivere qualcosa in merito a questo mese, poi per un motivo o per un altro ho fatto come quando suona la sveglia e non hai assolutamente voglia di tirarti su dal letto: "Postoponi".
Ma meglio metterci mano, prima che questo mese giunga al suo termine!
Quest'anno, e non sono stata l'unica ad accorgersene, è un mese che già sa di Settembre! Qualche giorno fa ero su, all'abbazia di Monteveglio, e camminando per i sentieri del parco ho detto al Signor Marito: "Ma non ti pare quasi sia già autunno?". C'erano quei colori, quell'aria frizzante, quel cielo... Nella mia testa era partita ormai l'intera playlist di Loreena MCKennnith (da sempre la mia colonna sonora da settembre a dicembre)!
Se chiedessi ad un bambino che cosa rappresenta per lui Agosto, probabilmente mi risponderebbe con una sola parola: le vacanze! Io invece dovrei utilizzare una tavolozza di colori ed un nutrito gruppo di profumi per potermi esprimere, e nemmeno con quelli credo riuscirei al meglio delle mie capacità. Perchè è un po' come il termine di un ciclo, un giro di boa. E non importa se nella mia azienda ad agosto si lavora tanto quanto gli altri mesi, è che il mio cervello (quel poco che mi è rimasto) è da sempre programmato su quella configurazione adottata negli anni scolastici: da settembre si riparte.
Da cosa si riparta onestamente non lo so. E' un po' come quando a fine anno inizi a stilare la lista dei buoni propositi. Forse perchè ci si butta alle spalle il caldo soffocante dell'estate e, complici le più miti temperature, si può ragionare a mente lucida.
Ma restiamo ad Agosto. Alle sue luci, alla sua vivacità, a quella beata voglia di rifugiarmi sul cucuzzolo della montagna, percorrendo con lo sguardo l'intera catena di calanchi appenninci e mandando mentalmente a quel paese tutto e tutti - salvo le devoute eccezioni -.
Osservo golosamente le pigne, penso che a breve occorrerà munirsi di un bel sacco di iuta ed andare a raccogliere per recuperarne i pinoli, e già il solo pensieri mi fa sentire bene e realizzata.
Questo periodo è per me adorabile perchè è un tempo di attesa. Perchè poi arriva Settembre e con esso la mia celebrazione dell'anno preferita, ovvero Mabon.
Non so nemmeno da dove partire. Avrei tante cose da scrivere, così tante emozioni che ancora mi frullano nella testa , nello stomaco e nel cuore.
Quando ho mandato la mia candidatura per prendere parte al progetto di Rockin'1000 non avrei mai immaginato di venire accettata, e men che meno di partecipare ad un evento. E invece eccomi qui, a condividere con altri 999 fratelli e sorelle qualcosa di assurdo!
Io e la mia compagna di microfono (nonchè nuova sorellina acquisita) Maribel nel video ufficiale dell'evento |
Non nutro un'enorme simpatia per chi dice che "Se non hai provato in prima persona la tal cosa non la puoi capire" ma il punto è che... E' davvero così. E a costo di risultare antipatica mi tocca dire che una cosa così grande, così potente, non è umanamente comprensibile se non la si vive a 360 gradi.
Sono stati tre giorni di prove, spesso sotto al sole cocente, con orari allucinanti e tempistiche per mangiare qualcosa ridotte al minimo. Eppure in quei tre giorni abbiamo messo in piedi un concerto di due ore e mezza durante il quale si sono esibite mille persone che magari non s'erano nemmeno mai viste prima.
Sono finita sul Tg di Sky senza aver commesso alcun reato! |
Sono state giornate intense, non solo a livello fisico ma anche mentale. Cantare per ore ed ore di fila, fare le prove generali, registrare i pezzi, parlare quattro lingue diverse in tre giorni, i piccoli gesti di solidarietà (amico cantante a cui ho prestato la mia power bank, se ci sei batti un colpo che mi devi uno spritz... Ahahahah!), le pacche sulle spalle, gli abbracci, le lacrime... E poi l'entrata allo stadio gremito di persone, con quella sensazione che le gambe e il cuore non ti reggano. Gli striscioni, gli applausi, il Signor Marito in prima fila che a momenti era più emozionato di me...
E di corsa sul palco, partono le prime note di Enter Sandman ed è il DELIRIO TOTALE.
Abbiamo riempito lo stadio di Cesena. Lo abbiamo fatto davvero!
Ci siamo esibiti con Diodato, Drigo dei Negrita, Moreno il Biondo (ha fatto parte anche dell'Orchestra Casadei, per chi non lo conoscesse). Abbiamo avuto Rodrigo d'Erasmo degli Afterhours come direttore di orchestra.
E quando ho visto accendersi migliaia di luci dei cellulari sugli spalti, sulle note di Yellow dei Coldplay, ho sentito le gambe crollare.
Quando è successa la stessa cosa su "Bohemian Rhapsody" e "The Wall" ho dimenticato del tutto in quale periodo storico ci trovassimo. Era come se davanti a me brillassero migliaia di accendini accesi, e ho pensato che quando i Queen e i Pink Floyd hanno cantato questi brani le prime volte davanti a uno stadio pieno di gente, hanno provato l'esatta sensazione che stavo provando io!
E' stato pazzesco, incredibile, inimmaginabile. Ho realizzato il mio sogno più grande.
E se non fosse stato per Fabio Zaffagnini, la persona che ha dato vita al Rockin'1000, tutto questo forse non sarebbe mai successo. Grazie, grazie, grazie di cuore a Fabio, a tutto lo staff del Rockin'100 e dello stadio, a chi ha montato il palco e le luci, a tutti i ragazzi che hanno partecipato, a tutti coloro che sono venuti a vederci! Questo resterà il ricordo più bello di tutta la mia vita!
Lascio anche un link all'articolo scritto in merito da Puglia Rock:
https://www.pugliarock.it/rockin-1000-cesena-romagna-luglio-2023/